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News dall'Italia

Cei e Ruffini, il nuovo Prefetto della Comunicazione, proseguono il cammino insieme

13 Luglio 2018

«Interlocutore prezioso per continuare una collaborazione fruttuosa a servizio della missione della Chiesa. Per continuare, appunto, a camminare insieme»:  sono le parole di accoglienza, auguri e gratitudine rivolto al neo Prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini, con cui il direttore don Ivan Maffeis conclude l’editoriale nella newsletter dell’Ufficio per le  Comunicazioni Sociali.

Ha sorpreso un po’ tutti Papa Francesco nominando un laico al vertice del Dicastero Vaticano. Succede a monsignor Dario Viganò nominato nel 2015, il giornalista professionista Paolo Ruffini  che dal 2014 fino a quel 5 luglio scorso era al timone di TV2000 e circuito radiofonico Inblu. Risponde così alla chiamata di Papa Francesco: «Quanto a me, mi è capitato molte volte, nella vita, di dover cambiare ruolo. Di dover ricominciare. Sempre in maniera non prevista. Ma questa è la più imprevista di tutte. Quella di Papa Francesco è stata una chiamata che mi ha sorpreso, che non mi aspettavo, per un compito così grande da essere anche misura e ammonimento costante della mia personale piccolezza. Di fronte a questa chiamata potrò sempre e solo esprimere la mia gratitudine. E mettere a disposizione di un disegno più grande tutto il mio impegno, tutto quel che so e tutto quel che sono» (www.tv2000.it).

La  sua è un’esperienza professionale a tutto tondo; da laureato in Giurisprudenza si forma e irrobustisce  passando attraverso diversi media dalla carta stampata (Il Mattino di Napoli 1979-1986, Il Messaggero di Roma 1986-1996) al settore radiofonico con Giornale Radio Rai (1996-2002) il GR Parlamento (1998-2002),  Radio 1 (1999-2002) e poi Inblu Radio dal 2014 al 2018, nonché a quello televisivo con Rai 3 (2002-2001), La7 (2001-2014) a Tv 2000 dal 2014 al 2018.

Il dottor Ruffini proseguirà il lavoro di riforma della comunicazione vaticana. E su tale argomento nell’intervista a A. Gisotti in Vatican News del 5 luglio dice: «Le riforme sono  un camminare insieme che richiede ascolto, inclusione e il coinvolgimento di tutti, Per questo serve la disponibilità a cambiare. E la consapevolezza di quanto grande, e bello, sia il contenuto di quel che comunichiamo agli uomini e alle donne del nostro tempo. È questa la sfida a cui ci chiama la Chiesa. E questa è la strada sulla quale dovremo tutti, io per primo, andare avanti. Come ha detto il Papa, non bisogna avere paura di questa parola, riforma. Riforma “non è imbiancare un po’ le cose, ma organizzarle in altro modo”. E questo è quel che ci chiede il Papa».

 

Redazione Bioetica News Torino