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Fnopi. Al Consiglio nazionale il ministro Speranza sottoscrive la mozione della federazione

18 Febbraio 2020

Nella giornata in cui si è riunito nella sede romana il Consiglio nazionale della FNOPI, la Federazione nazionale dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche, sabato 15 febbraio, vi è stata la presenza del Ministro della Salute Roberto Speranza. Gli è stata illustrata la loro mozione relativa ad una serie di misure verso il riconoscimento delle competenze e responsabilità dell’esercizio della professione infermieristica e un miglioramento del servizio sanitario nazionale. Approvata all’unanimità in Consiglio,  è stata sottoscritta dallo stesso Ministro.

Da lui firmata perché i punti che essa contiene  richiamano gli aspetti caratterizzanti di un servizio sanitario nazionale che mira ad essere efficiente, universale e di qualità, riporta la nota della Fnopi. «Il Ssn è la cosa più importante che abbiamo e dobbiamo difenderlo con il coltello tra i denti, e va difeso su tre aspetti fondamentali che dobbiamo affrontare insieme. risorse, riforme e digitalizzazione per accelerare il futuro», ha affermato il ministro nel suo discorso ai partecipanti. C’è necessità dell’instaurarsi di una  rete collaborativa tra territorio e ospedale per far fronte ai bisogni delle persone anziane e alle cronicità che l’allungamento della vita richiama l’attenzione,  nella quale costituiscono risorse importanti gli Ospedali di Comunità e l’infermiere di famiglia.  Al patto della Salute deve seguire quello sociale, che sarà la sfida di questo nuovo anno per tutti gli ambiti dai professionisti alle imprese alle università al terzo settore. Infine si è soffermato sull’importanza della  formazione sia presso l’Università che l’aggiornamento professionale dell’Educazione Medica continua, dispiacendosi di non poter al momento intervenire con una riforma  sul settore di emergenza-urgenza  per l’impegno tutto rivolto all’emergenza del nuovo coronavirus.

Alcuni punti che sono stati messi in luce nel documento della Federazione per la valorizzazione della professione nell’ottica di rispondere  «di più e meglio alle nuove sfide, ai nuovi bisogni delle comunità affinché lo sviluppo del SSn non sia solo di facciata e ancorato a vecchi schemi ormali lontani dai bisogni reali»:

– la partecipazione alla  Consulta delle professioni sanitarie e sociosanitarie;

– l’avvio celere del Patto per la Salute che dovrà comprendere «la graduale perequazione del trattamento accessorio fra aziende ed enti del servizio sanitario delle regioni in equilibrio economico nonché per valorizzare le professionalità dei dirigenti medici, veterinari e sanitari e dei professionisti infermieri» e «attività svolte in servizi e zone disagiate, come definiti da linee di indirizzo regionali, sulla base dei dati delle effettive carenze di organico degli ultimi tre anni, e “destinare alla contrattazione integrativa risorse aggiuntive, nel limite del 2% del monte salari regionale al netto degli oneri riflessi, rilevato nell’anno 2018, da definirsi nell’ambito del tavolo di verifica per gli adempimenti”»;

– uno  studio comune di modelli innovativi in tema di emergenza-urgenza – 118;

– l’inserimento della figura dell’infermiere di famiglia/di comunità per «contrastare le disuguaglianze, riavvicinare il Ssn ai cittadini portandolo nelle loro case, aumentare la capacità di presa in carico delle vecchie e nuove fragilità»,  una figura che lo stesso testo del  Patto fa riferimento in cui esprime l’importanza nel riordino dell’assistenza territoriale della valorizzazione delle professioni sanitarie in particolare di quella infermieristica;

– la valorizzazione della professione e assistenza infermieristica presso gli Ospedali di Comunità gestiti da personale infermieristico e  dove l’assistenza medica è  data da un medico di medicina generale; si attende  l’approvazione del modello proposto per gli Ospedali di Comunità nella conferenza Stato -Regioni il  20 febbraio p.v.;

– la revisione del piano di studio in infermieristica e per il biennio di laurea magistrale che comprende nel primo  l’apprendimento di tecniche per limitare i fenomeni di aggressione al personale sanitario, più tempo e professionalità comunicativa  con gli assistiti per mettere in pratica quanto il Codice deontologico richiede: «il tempo di relazione è tempo di cura» mentre nel secondo un  indirizzo clinico mirato alla formazione di infermiere di famiglia/comunità, infermieristica pediatrica, nei servizi di emergenza-urgenza.

(Aggiornamento 18 febbraio 2020 ore 10.21)
Redazione Bioetica News Torino