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News dall'Italia

#iorestoacasa: è il nuovo decreto e fino al 3 aprile e la campagna social del Ministero Salute e Protezione Civile

10 Marzo 2020
Immagine raffigurativa di  #iorestoacasa  campagna promossa sui social  dal  Ministero della Salute e della Protezione Civile
che richiama ai  provvedimenti  del  nuovo decreto ministeriale del 9 marzo 2020
sulle misure urgenti per contenere il contagio da COVID-19

Su uno sfondo azzurro campeggia  una porta rossa e un testo esortativo «Lascia il virus fuori dalla porta, resta a casa. Esci solo per esigenze essenziali» è il messaggio della campagna social #iorestoacasa promossa dal Ministero della Salute e della Protezione Civile, a cui partecipano volti noti dello spettacolo, rivolto  a tutti e soprattutto ai giovani, che invita a  rinunciare, per un determinato periodo, fino al 3 aprile,  alle proprie abitudini per un motivo importante: la tutela della propria salute  e della salute pubblica che il diffondersi  del virus Sars-CoV-2 minaccia.

L’Hastag io resto a casa è l’appello ai doveri a cui si è tutti chiamati a rispettare fino al 3 aprile con il nuovo decreto – legge DPCM del 9 marzo 2020  concernente le misure urgenti per contenere la patologia infettiva COVID-19 estese in modo uniforme su tutto il nostro Paese e pubblicato il medesimo giorno sulla G.U. serie generale n. 62 ed operativo da oggi, 10 marzo.

Tre sono i punti chiave da osservare:

1. muoversi solo se necessario

Evitare gli spostamenti in entrata e in uscita dal proprio territorio salvo che per ragioni di lavoro o di salute o per situazioni di necessità. Per potersi muovere si deve avere il modulo di autocertificazione scaricabile da internet. Una falsa dichiarazione è un reato.

Va evitato ogni spostamento, anche nella propria città. Si può uscire di casa solo per esigenze lavorative, motivi di salute e necessità. Ove richiesto, queste esigenze vanno attestate mediante autodichiarazione, che potrà essere resa anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia o scaricati da Internet (modulo di autocertificazione). Una falsa dichiarazione è un reato.

2. Divieto di assembramento

Sull’intero territorio nazionale é vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

Ristoranti e bar chiusi alle 18
Sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6 alle 18, con obbligo da parte del gestore di garantire il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro

Centri commerciali chiusi nei fine settimana (eccetto farmacie, parafarmacie e alimentari)
Chiusi centri commerciali e mercati nei giorni festivi e prefestivi. Nei giorni feriali il gestore dell’esercizio commerciale deve garantire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro. La chiusura non é disposta per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari (che comunque devono garantire distanza di un metro tra le persone)

3. Sospesi eventi e competizioni sportive

Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Restano consentite solo quelle organizzate da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti a porte chiuse o all’aperto senza la presenza di pubblico.

Allenamenti per gli atleti a porte chiuse
Gli impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali e internazionali.

Stop a palestre, piscine, spa e centri ricreativi

Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi.

Per consultare il decreto legge del 9 marzo 2020 : https://www.slideshare.net/Palazzo_Chigi/dpcm-9-marzo-2020

Per consultare il decreto legge dell’8 marzo  2020, riguardo all’art. 1 sulle misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e nelle 14 province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia  che il nuovo decreto del 9 marzo ha adottato su tutto il territorio italiano: http://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/dettaglioAtto?id=73594

Walter Ricciardi, membro italiano del Consiglio Esecutivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità  e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, in un’intervista di Rodríguez G. a Quotidianosanità.it (9 marzo 2020) aveva espresso chiaramente la necessità di un allargamento delle misure riguardanti i territori della fascia 1 del decreto dell’8 marzo 2020 su scala nazionale e al ricorso rigoroso alle forze dell’Ordine per imporre il rispetto delle misure  qualora il primo approccio generale di distanziamento sociale  non funzionasse.  Le  misure di contenimento saranno mitigate al verificarsi di scenari di appiattimento e di diminuzione della curva epidemica, che «anche se è presto a dirlo, sembrerebbe si inizi a veder in quelle che erano le vecchie “zone rosse”. Si tratta di dati che si stanno ancora consolidando. Sembra lì che le misure prese abbiano appiattito e fatto scendere la cura epidemica al di sotto dell’uno, il che si traduce in una maggiore difficoltà di trasmissione da parte dell’infezione. E questo è quello che dovremmo fare in tutta Italia con dei meccanismi di contenimento che facciano abbassare il valore R0, ovvero il numero di persone che, in media, ogni individuo infetto arriva a contagiare: se quella cifra è inferiore a 1, la diffusione si arresta, ma oggi in alcune zone del Paese siamo ancora sui valori superiori a 2 ».

I dati di uno studio recente dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che tutte le fasce di età contribuiscono alla propagazione dell’infezione,  i cui effetti ricadono soprattutto sulle persone più vulnerabili e fragili, in particolar modo le persone anziane.  Su 8342 casi positivi al 9 marzo, registrati alle ore 10,  l’1,4% ha meno di 19 anni, il 22,0% è nella fascia 19-50, il 37,4% tra 51 e 70 e il 39,2% ha più di 70 anni, per un’età mediana di 65 anni. Il 62,1% è rappresentato da uomini. Sono 583 gli operatori sanitari positivi.

 

Fig. 1 situazione agg 9 marzo 2020 sorveglianza integrata COVID19 Ministero salute
Fig. 1 Quadro di sorveglianza integrata COVID-19,  agg. 09 marzo 2020 ore 10,  a cura del Task Force Dipartimento Malattie Infettive e Servizio di Informatica – Istituto Superiore di Sanità www.iss.it

 

il tempo mediano trascorso tra la data di insorgenza dei sintomi e la diagnosi è di 3-4 giorni.  Risulta dall’analisi che il 10% dei casi è asintomatico, il 5%  presenta  pochi sintomi, il 30%  sintomi lievi, il 31% è sintomatico, il 6% ha sintomi severi e il 19% critici e che il  24% dei casi esaminati risulta ospedalizzato. L’analisi conferma che  il 56,6% delle persone decedute ha più di 80 anni, e due terzi di queste ha 3 o più patologie croniche preesistenti.

 

 

Redazione Bioetica News Torino