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“Non c’è il rischio immediato di interruzione improvvisa della fornitura di medicinali”: Häuserman di Assogenerici L'impatto sul mercato cinese e internazionale con le misure di prevenzione cinesi per limitare la diffusione del nuovo coronavirus

20 Febbraio 2020

La Cina è un fornitore mondiale di intermedi di sintesi per la produzione di principi attivi destinati alle industrie farmaceutiche, in particolar modo per medicinali essenziali come antidolorifici e antibiotici. Nella provincia di Hubei e Zehjian colpite dalla diffusione dell’epidemia vi sono più di 100 impianti produttivi. Le misure restrittive adottate dalla Cina per affrontare l’epidemia del nuovo coronavirus hanno un impatto sul mercato commerciale internazionale. Sul fronte farmaceutico nel nostro Paese,  ha assicurato Enrique Häuserman, presidente di Assogenerici, associazione di rappresentanza dell’industria dei farmaci generici equivalenti e biosimilari in Italia, in una nota del 19 febbraio, che «non esiste un rischio immediato di interruzione improvvisa della fornitura di medicinali sul mercato nazionale, tuttavia servirà ancora qualche giorno per avere un quadro chiaro della situazione produttiva in Cina e valutare appieno i potenziali rischi futuri, al di là delle già emerse difficoltà nel trasporto delle merci».

Anche le informazioni ricevute dall’Associazione europea dei produttori di generici e biosimilari , Medicine for Europe  sono rassicuranti.  Häuserman  riferisce infatti che  «lo stock di principi attivi attuale copre in media 3 mesi di richiesta produttiva per il prodotto finito ed è probabile che esistano scorte aggiuntive accumulate in previsione del tradizionale stop produttivo coincidente con la celebrazione del capodanno lunare vista della celebrazione del capodanno cinese». Tuttavia fa prevedere la possibilità che  «se l’attuale situazione, soprattutto nei rallentamento dei trasporti, dovesse prolungarsi non si possono escludere impatti futuri sull’approvvigionamento». 

Medicine for Europe, nella lettera di risposta all’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) del 18 febbraio, il direttore generale Adrian van den Hoven,  spiega che  al momento non è possibile valutare i rischi specifici causati dalla temporanea interruzione di forniture provenienti dalle aree colpite dal  virus in Cina. Dipenderà  dal ripristino della produzione e delle spedizioni da parte delle industrie, compreso quanti lavoratori faranno ritorno al lavoro. Sono molte le  restrizioni imposte sul movimento di  persone in Cina per il controllo della diffusione del virus. Dipenderà dall’impatto che  questo potrà avere sulle esportazioni dalla Cina ai centri di produzione farmaceutici in Europa e in India.   Aggiunge poi che il  virus non può essere trasmesso tramite il commercio di beni  piuttosto che potrebbero esserci delle difficoltà nella logistica presso i porti cinesi.  Se si prolungasse ancora tale situazione, la scarsità dovuta all’interruzione di produzione farmaceutica di eccipienti cinesi  si riverserebbe  sul  prezzo con effetti sui costi dei prodotti farmaceutici.

Redazione Bioetica News Torino