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News dall'Italia

Salute e sfide nei Paesi dell’Oms Europa al 68° Comitato Regionale

25 Settembre 2018

Nelle quattro giornate dal 17 al 20 settembre scorso la capitale romana è divenuta centro di richiamo internazionale dove sono intervenute la principessa Mary di Danimarca,  rappresentanze dell’Oms Europa tra le quali il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore dell’Oms Europa Zsuzsanna Jakab, le delegazioni dei 53 stati membri della Regione Europea OMS, e delle agenzie delle Nazioni Unite, autorità politiche e   accademiche, per presentare i dati più recenti sulla situazione di salute dei cittadini europei, discuterne e  proporre strategie per migliorare la qualità di vita delle persone sviluppando politiche sociali e sanitarie  attente alla prevenzione e ad un equo accesso alle cure.

Al  68° Comitato Regionale Oms Europa (www.salute.gov.it) presieduto dal sottosegretario alla Salute dr Armando Bartolazzi,  si è posto l’attenzione sui comportamenti e stili di vita non solo per diminuire il tasso di mortalità ma anche migliorare il livello di qualità della vita e poi sulle disuguaglianze fra i diversi Paesi per raggiungere gli obiettivi fissati nell’Agenda Health 2020 

Sono stati illustrati i dati riportati dallo European Health Report 2018 , stilato da World Health Organization – Regional Office for Europe.  Aumenta l’aspettativa di vita media dai 76 anni nel 2010 ai 77,9 nel 2015 ma  occorre impegnarsi ancora molto sul fronte della prevenzione per diminuire il tasso di mortalità prematura  correlata alle malattie non trasmissibili quali cardiovascolari, cancro, diabete mellito e malattie respiratorie croniche, alle  malattie infettive per le quali è necessaria la  copertura vaccinale  e a fattori esterni come avvelenamento, suicidio.

Certe attività comportamentali e stili di vita possono incidere negativamente sulla salute ed essere tra i fattori di rischio che concorrono ad un peggioramento della qualità di vita  come fumo, consumo di  alcool e obesità che rappresentano proprio l’impegno dei prossimi due anni da parte dei rappresentanti dell’Oms Europa per ridurre la mortalità prematura.  La preoccupazione è che l’aumento di tali abitudini,  dell’obesità e del calo della copertura vaccinale possa compromettere il livello finora raggiunto di aspettativa di vita.

È emersa all’incontro internazionale la necessità di affrontare il tema della salute e del benessere maschile. Infatti  il divario per attesa di vita alla nascita varia da 64 a 81 –  ben 17 anni –  nei  diversi Paesi europei e c’è ancora la probabilità di morire prima dei 45 anni cinque volte in più per un uomo che viva nella parte  Orientale della Regione Europea rispetto a quella occidentale.

Tra i punti discussi vi è il raggiungimento degli obiettivi del  Piano di azione europeo sui Vaccini per  prevenire  epidemie  come quella del recente  focolaio di morbillo che ha contagiato 41mila persone e causato la morte di 37 persone ed eliminare il morbillo; la valutazione di misure contro la diffusione di malattie trasmesse da zanzare e zecche dovuti ai cambiamenti climatici e al commercio e ai viaggi in una società globalizzata;  protezione finanziaria per i sistemi sanitari in Europa:  fino all’8% delle famiglie non riesce a pagare le spese di prima necessità – cibo, affitto, bollette – dopo aver sostenuto le spese per l’assistenza sanitaria; e la salute dei migranti.

L’Italia secondo i dati Ocse 2017  si colloca al secondo posto per aspettativa di vita alla nascita in Europa dopo la Spagna, con l’età di 82.8 anni, segnalando tra i fattori che contribuiscono a tale raggiungimento   la  prevenzione alle malattie cardiovascolari, il livello di istruzione e tra i fattori negativi il divario di genere e di natura socioeconomica.  All’aumentare dell’età di invecchiamento cresce anche la cronicizzazione delle malattie come cardiovascolari e tumorali, diabete e senili come Alzeihmer. Riguardo agli stili di vita viene sottolineato l’importanza dell’attività fisica in quanto preoccupa che il numero di adolescenti  in sovrappeso o obeso sia aumentato seppure sia contenuto nella media Eu (18%), il problema del fumo tra gli adolescenti presente con valori tra i più alti in Europa con il 22% delle ragazze di 15 anni – secondo valore dopo la Bulgaria) e 20% dei ragazzi ( terzo valore dopo Bulgaria e Croazia), invece il consumo eccessivo di alcol è basso nella terzultima posizione dopo Grecia e Svezia.  La  copertura vaccinale – prima dose contro il morbillo – si avvicina alla soglia del 95% definita dall’Oms con un  92% nel 2017  e della seconda dose con un 86% nel 2017. Si registra il più alto tasso di infezioni da Epatite C,  rilevando il 5.9 per cento alla prima volta per i donatori di sangue.

Una tra le sfide del sistema sanitario italiano è estendere l’accessibilità in modo uniforme sul territorio, aumentare i posti letto per pazienti affetti da patologie acute e  «la carenza dei medici e del personale sanitario in generale, perché per troppo tempo le assunzioni sono state congelate, così come l’ingresso dei giovani medici nelle specializzazioni» come ha sottolineato il ministro  Giulia Grillo nel saluto di apertura al Comitato.

Nel 2019 a Copenaghen sarà il prossimo appuntamento del 69° Comitato Regionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuovi dati sulla salute dei cittadini europei e per ribadire l’importanza dell’attuazione di politiche preventive mirate in modo particolare alla corretta e sana alimentazione, alla promozione dell’attività fisica e alle coperture vaccinali, rafforzando la lotta al tabagismo e all’eccessiva assunzione di alcol.

Redazione Bioetica News Torino