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Verso il nuovo Patto per la salute. Accordo Cittadinanzattiva e FNOMCeO. Incontro tra Conferenza Regioni Bonaccini e Ministro Salute Speranza

20 Settembre 2019

Cittadini e medici, rappresentati rispettivamente da Cittadinanzattiva e Federazione nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri (FNOMCeO), richiamano l’attenzione ai principi costituzionali di universalità e equità di accesso al diritto alla salute dinanzi alle problematiche emergenti nel sistema sanitario nazionale attuale, nel siglare,  nell’incontro di mercoledì scorso, 18 settembre, tenutosi a Roma, presso la sede di Confcooperative, un accordo su tre punti fondamentali da porre in agenda politica per il nuovo Patto per la Salute  2019-2021. Erano presenti anche il vice ministro per la Salute Piepaolo Sileri e il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.

Da un lato si ha a che fare con un finanziamento sempre più scarno e dall’altro con le diverse e notevoli differenze tra i 21 servizi sanitari  per quanto riguarda, ad esempio,  le liste di attesa di accesso alle prestazioni in  emergenza-urgenza, o i percorsi di integrazione  ospedale-territorio, o ancora le coperture vaccinali, l’accesso all’innovazione e gli screening oncologici. Poi c’è la crescente  spesa out of pocket,  che il cittadino deve tirare fuori per cure e prestazioni dinanzi alla carenza di servizi sanitari e sociali, e infine la carenza di  personale medico – specialistico  e infermieristico per una “programmazione “errata”.

Dinanzi a tale situazione i due organismi, Cittadinanzattiva e FNOMCeO, hanno sintetizzato in tre punti gli interventi necessari che la politica deve considerare. Primo rifinanziare il Servizio Sanitario Nazionale rivedendo i criteri di riparto del Fondo Sanitario a partire dai reali bisogni di salute della popolazione, sottolineando che i bisogni «vanno rilevati attraverso dati epidemiologici raccolti attraverso un processo di informatizzazione non più rinviabile che veda la creazione di banche dati pubblici che tengano conto non solo degli aspetti clinici ed anagrafici, ma anche di elementi di deprivazione economica e sociale. Secondo, eliminare la logica del superticket che «rappresenta una barriera all’accesso ai servizi sanitari». Terzo, reinvestire i risparmi ottenuti da un buona governance sanitaria nello stesso Ssn.

Invitano a non trascurare quanto finora è stato fatto per la lotta alle disuguaglianze dalla SNAI, Strategia nazionale per le aree interne; a riorganizzare le reti strutturali dell’offerta ospedaliera e dell’assistenza territoriali e di attuare in modo completo sia il Piano nazionale Governo Liste di attesa che quello relativo alla Cronicità; a valutare i fabbisogni del personale del Ssn  e dei cittadini che accedono al Ssn dotandolo anche di personale medico adeguatamente formato  e ampliare il numero di borse per la Medicina Generale e i contratti delle scuole di specializzazione andando ad incidere anche sulla revisione dei programmi di formazione di base e specialistica secondo le  effettive necessità; a realizzare una rete informativa interconnessa in cui si abbiano riferimenti anche delle condizioni di disagio sociale e vulnerabilità; infine alla  valorizzazione dell’autonomia e dell’indipendenza della professione medica per garantire il diritto di autodeterminazione del paziente, ricorrendo ad esempio alla revisione dei limiti nella prescrizione dei farmaci e alla partecipazione di organizzazioni civiche e di federazioni ordinistiche mediche nei Tavoli dell’Aifa.

A ciò aggiungono la richiesta di decreti per definire le tariffe massime delle prestazioni ambulatoriali e dei dispositivi medici; di riordino dell’assistenza territoriale nelle Regioni;  di garantire nella revisione della formazione post laurea  a tutti gli studenti di medicina l’accesso alle scuole di specializzazione e prevedere che l’umanizzazione delle cure e il rapporto tra medico e paziente faccia parte formativa. Infine, per eliminare le barriere alle disuguaglianze di accesso al Ssn chiedono un confronto sulle proposte di autonomia differenziata aperto alle associazioni di cittadini-pazienti e alle organizzazioni rappresentative dei professionisti della salute.

La sottoscrizione del nuovo Patto per la Salute deve avvenire in tempi rapidi proseguendo il lavoro avviato con l’ex ministra Grillo. Lo ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Stefano Bonaccini nell’incontro tenutosi mercoledì scorso 18 settembre con il ministro della Salute Roberto Speranza.  Sono entrambi d’accordo per una veloce ripresa della collaborazione istituzionale fra ministero e Regioni a cominciare dall’impegno nel «consolidare la natura universalistica del ssn e il ruolo cruciale della sanità pubblica nell’assicurare a tutti i cittadini, a prescindere dal loro reddito, il pieno diritto di accedere ai migliori servizi per la salute» fa sapere  Bonaccini. Un altro punto importante è il  finanziamento del Ssn che  preveda anche le risorse per fronteggiare i rinnovi contrattuali e i farmaci innovativi. È iniziato un primo confronto sul superamento del ticket mentre dovrebbe esserci in avanti un incontro sui punti nascita, sulla ripercussione nelle comunità locali dove sono stati chiusi seguendo i parametri prefissati.

Si è discusso di strategie per rimediare alla situazione emergenziale  di carenza dei medici  nella riunione della Commissione Salute – Conferenza  regioni di mercoledì scorso. Il Coordinatore Luigi Genesio Icardi  precisa che in Piemonte, come in molte altre Regioni, «rischiamo di chiudere dei Pronto Soccorso perché non abbiamo medici di urgenza». Si porteranno questioni aperte come quella citata , dei posti letto, nella  prossima riunione della Conferenza delle Regioni che si svolgerà il 26 settembre.

Redazione Bioetica News Torino