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24 Dicembre 2014
Bioetica News Torino Dicembre 2014

Vivere il tempo dell’Avvento

Un patto intergenerazionale tra bambini e anziani

«I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la sapienza della loro vita». Papa Francesco nell’Angelus pronunciato a Rio de Janeiro il 26 luglio 2013 ha sottolineato la necessità di un patto intergenerazionale e il Consiglio Permanente della Cei ha lanciato quest’immagine all’inizio del messaggio per la 37ma Giornata per la Vita (1 febbraio 2015). La prima domenica dopo Natale potremo rileggere così le parole di Simeone: «I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele» (Lc 2,25-32). Da uomo “giusto e pio”, Simone sa vedere il destino del bambino che “accolse” tra le braccia (e non più “prese”, come nella precedente traduzione CEI), il verbo che si utilizza anche nel rito del matrimonio. L’accoglienza di Simeone è resa possibile da un triplice movimento dello Spirito (“era su di lui”, “gli aveva preannunciato”, “mosso dallo Spirito”).

La luce che vede Simeone è quella luce cantata da Isaia nella notte della veglia di Natale, «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1). L’immagine ritorna in Is 60,1 per indicare lo splendore di Gerusalemme, «Alzati, rivestiti di luce perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla su di te» (Epifania del Signore).

Accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili

Nella «Relatio Synodi», a chiusura della XIII assemblea generale straordinaria del Sinodo sulla famiglia, al punto 28, si legge come la Chiesa sia chiamata ad «accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili, ridonando fiducia e speranza, come la luce del faro di un porto o di una fiaccola portata in mezzo alla gente per illuminare coloro che hanno smarrito la rotta».

Nel «Messaggio alle famiglie» sempre del 18 ottobre, si legge: «C’è, però, anche la luce che a sera splende dietro le finestre nelle case delle città, nelle modeste residenze di periferia o nei villaggi e persino nelle capanne: essa brilla e riscalda corpi e anime. Questa luce, nella vicenda nuziale dei coniugi, si accende con l’incontro».

La luce ritorna nel mandato di Giovanni il Battista. «Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui» (Gv 1,7) nella terza domenica di Avvento. Ma sin dalla seconda domenica risuona il monito «Preparate la via del Signore» nella predicazione di «un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (Mc 1,3-4). Nella prima domenica di Avvento si raccomandava per ben quattro volte di “vegliare”.

Il card. Lorenzo Baldisseri ad Assisi ha citato S. Weil all’incontro nazionale dei responsabili degli Uffici famiglia diocesani, «Attendere è amare», ci raccomandava di vivere l’Avvento come un «risveglio delle nostre facoltà interiori per tracciare vie nuove per incontrarci con Cristo».

Tracciare vie nuove

L’esortazione apostolica «Evangelii Gaudium» (n. 288) si chiude nel segno della «forza rivoluzionaria della tenerezza», altra immagine presente nel discorso per la Giornata della Vita. È lo «stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili». Contempliamo questo stile nella scena dell’Annunciazione, vivida nella nostra memoria come l’abbiamo ammirata nella tavola d’altare della Porziuncola, durante l’incontro nazionale. Penetranti le parole dell’Angelo (IV domenica di Avvento), «lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra» (Lc 1,35). Alle rivelazioni dei pastori che risuonano il primo gennaio, Maria «custodiva queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19).

Così prega Papa Francesco: «Vergine e madre Maria/tu che, mossa dallo Spirito,/hai accolto il Verbo della vita/nella profondità della tua umile fede,/totalmente donata all’Eterno,/aiutaci a dire il nostro “sì”/nell’urgenza, più imperiosa che mai,/di far risuonare la Buona Notizia di Gesù».

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