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Carta di Riva per un sistema di Emergenza – Urgenza nuovo e omogeneo sul territorio

23 Settembre 2021

Stilata nella tre giorni (20 – 22 settembre 2021) del Congresso nazionale di emergenza-urgenza a Riva del Garda, e firmata dai presidenti delle diverse realtà associative sanitarie e socio sanitarie, scientifiche, di assistenza. volontariato e sindacali per avere in Italia un unico sistema di emergenza – urgenza e uniforme su tutto il territorio nazionale, in cui le diverse competenze professionali e la gestione trovino corrispondenza adeguata, in sintonia con le esigenze di innovazione e dei bisogni della società in cui viviamo, in un sistema sanitario nazionale che sappia per tale realizzazione rinnovarsi, è la nuova Carta di Riva che si articola in sintetici ma fermi punti dichiarativi.

Viene sottoscritta il 20 settembre da Aaroi-Emac (Associazione Anestesisti Rianimazione Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica), Acemc (Academy of Emergency and Medicine Care), Aniart (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica), Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze), Co.E.s. Italia (Conducenti emergenza sanitaria), Cosmeu (Coordinamento specializzandi Medicina d’Emergenza – Urgenza), Cri (Croce rossa italiana), GFT (Gruppo formazione triage), F.M. Misericordie, Nursing UP (Associazione nazionale sindacato professionisti sanitari della funzione infermieristica), Siiet (Società italiana infermieri emergenza territoriale), Simeu (Società italiana medicina d’emergenza – urgenza), Siaart (Società italiana Anestesia, Analgesia Rianimazione e Terapia intensiva) e Siems (Società italiana Emergenza sanitaria). Si è unita anche l’associazione di volontariato Cives.

Ecco il documento come è pubblicato:

  • Il superamento della frammentazione dei modelli gestionali al fine di garantire un trattamento standardizzato ed uniforme alle persone su tutto il territorio nazionale, nel rispetto delle prerogative proprie delle Regioni in materia di organizzazione dei rispettivi sistemi sanitari regionali e Province autonome, e definizione di criteri per la realizzazione di organizzazioni virtuose del sistema di Emergenza Urgenza;
  • L’obbligo di integrazione delle centrali operative 118 con le CUR NUE 112; forte spinta all’innovazione tecnologica che si avvale di soluzioni innovative nella dotazione di tecnologie radio, telefoniche e informatiche in grado di assicurare il collegamento informativo tra le varie componenti e con le centrali operative territoriali;
  • La realizzazione, anche sulla base delle tecnologie innovative, della massima integrazione tra tutte le componenti del SSN che partecipano, a vari livelli di responsabilità, alla assistenza alla cittadinanza;
  • La valorizzazione delle figure professionali attraverso il rafforzamento e la migliore declinazione delle rispettive competenze, finalizzata anche al corretto impiego delle specifiche potenzialità professionali sottese;
  • La valorizzazione del personale infermieristico nelle centrali operative e nei pronto soccorso, specie per quanto concerne il processo di triage, del quale detiene la titolarità gestionale e di percorso;
  • La valorizzazione delle elevate competenze infermieristiche, in ambito di emergenza preospedaliera, che si manifestano attraverso la gestione, diretta ed in equipe, dei percorsi tempo dipendenti del dolore acuto, e degli interventi salvavita attraverso appositi strumenti operativi;
  • La valutazione delle performance, attraverso la definizione degli indicatori della qualità del sistema di emergenza urgenza preospedaliero e ospedaliero;
  • La definizione di un sistema unico nazionale di monitoraggio della qualità delle prestazioni erogate, e del finanziamento del sistema di emergenza urgenza, che consenta di valutare l’efficacia e l’efficienza dei vari servizi sanitari regionali e delle Province autonome;
  • II riconoscimento formale nel sistema di emergenza urgenza delle Associazioni di volontariato ODV le quali, attraverso le reti nazionali di ANPAS, CRI e Misericordie, esprimono un supporto fondamentale al sistema stesso secondo principi di efficienza ed economicità;
  • L’utilizzo di forme omogenee di reclutamento del personale, con particolare riguardo al personale sanitario che non può prescindere da forme contrattuali di dipendenza dal SSN, che dovrà avvenire con modalità uniformi di accesso (standard formativi minimi a livello nazionale);
  • La valorizzazione strutturale del personale sanitario nel sistema di emergenza preospedaliera ed ospedaliera, anche attraverso la previsione di specifiche indennità di ruolo e di rischio ambientale da estendere anche al personale tecnico;
  • La valorizzazione nel sistema di emergenza del personale sanitario “senior” attraverso l’implementazione e l’accesso a percorsi volti alla formazione, tutoraggio e orientamento dei neofiti, al fine di non disperdere competenze specialistiche specifiche;
  • La necessità di una norma nazionale che regolamenti le competenze e i conseguenti standard formativi della componente tecnica del sistema di soccorso regolamentandoli in profili professionali rispondenti agli attuali attori del sistema, siano essi volontari che dipendenti, valorizzando sia la componente del servizio pubblico che le esperienze pregresse ed il ruolo delle reti nazionali del volontariato.

Si tratta di un percorso iniziato nel 2020, durante la pandemia da Covid-19, in cui due documenti furono elaborati per proporre una riforma del sistema di emergenza e urgenza diversa da quelle in discussione al Senato (dlg 1715), poi confluiti nel documento finale firmato e presentato al Congresso nazionale.

«L’emergenza sanitaria territoriale è casa comune di anestesisti, medici specialisti Meu e convenzionati del 118 con esperienza. Ha il compito di portare uomini e mezzi dell’ospedale sul paziente critico nel territorio, deve contare su competenze ospedaliere», ha affermato il presidente Alessandro Vargallo di Aaroi-Emac in un articolo su Doctor33 alcuni giorni prima del Congresso nazionale.

Muove una critica, come la società scientifica Simeu, alla Fnomceo per aver proposto in una recente audizione in Senato sulla riforma del sistema di emergenza – urgenza (dlg 1745) ai medici di famiglia con un corso annuale regionale Emergenza territoriale di poter svolgere l’attività di emergenza – urgenza, equiparando i 3 anni + un anno di corso ai cinque di specialistica di medicina di emergenza – urgenza. E non va bene il dlg Castellone perché afferma che «chi entra nel Servizi di Emergenza sanitaria territoriali – Set 118 non mette piede in ospedale, il che è una follia perché per avere esperienze in questo lavoro bisogna aver lavorato in Ps e Rianimazione, nel territorio le chiamate a rischio vita sono così rare che la preparazione acquisita non si mantiene con il solo lavoro quotidiano».

Discrepanze regionali emergono da un’indagine condotta dalla società di emergenza sanitaria Siems e da quella di infermieri di emergenza territoriale (Siiet) sul sistema 118, raccolta in 110 province e presentata durante il Congresso nazionale. Viene mostrata una realtà disomogenea per la composizione dell’equipe dei mezzi di soccorso; ad esempio nel Nord Ovest i mezzi con solo soccorritori sono 597 a confronto del Nord Est con 287, del Centro con 318 e del Sud e isole 382 oppure i mezzi con i soli infermieri sono a Nord Ovest 63 mentre nel Nord Est 269, al Centro 277 e al Sud e isole 177. Oppure per l’esistenza di protocolli che prevedono da parte di infermieri la somministrazione di farmaci o procedure terapeutiche per salva-vita: Mentre sono presenti nel Nord Ovest ed Est vi è una carenza al Centro e al Sud.

«I principi che abbiamo ribadito sono la centralità della figura infermieristica, la possibilità di avere degli indicatori misurabili che vengano dalla best practice e  rendano possibile un banchmark tra le varie organizzazioni, la necessità di adeguamento tecnologico l’inclusione di tutte le figure che compongono il sistema», ha affermato l’Associazione nazionale Infermieri di Area Critica. E ha aggiunto che «siamo pronti al confronto affinché l’ennesima riforma non sia una legge che non considera le persone che tutti i giorni “fanno sistema”».

Criticità del Sistema di emergenza – urgenza tra i non firmatari del documento

L’Anaao Assomed, che non è tra le firmatarie, lamenta la situazione del sistema di emergenza sia ospedaliero che territoriale che necessita dei provvedimenti urgenti immediati: lo dimostrano le borse di studio scoperte, quasi cinquecento su 1077 nelle scuole di specializzazione in Medicina d’Emergenza Urgenza (Meu) e il frequente abbandono dalla Meu verso altre discipline o altri rapporti di lavoro come la Medicina generale. Tra i diversi punti, il riconoscimento del lavoro in Meu e Set -118 come lavoro disagiato, anche a fini previdenziali, l’introduzione di un’indennità dal 2022 specifica per tutti i dirigenti impegnati in attività Meu e Set -118, possibilità di assunzione degli specializzandi a partire dal terzo anno, iniziare l’affiancamento degli ospedali nella formazione sia post-laurea sia per la stabilizzazione dei professionisti assunti in convenzione.

Commento di Maria Domenica Castellone, promotrice di un disegno di legge di riforma del 118

Prima firmataria del disegno di legge n. 1715 sulla riforma del sistema del 118, in esame al Senato, membro della Commissione permanente Igiene e Sanità, commenta alla critica del suo disegno di legge su Quotidianosanità.it (23 settembre): «Io però non mollo, perché la parte sana del 118 è con me: dal presidente nazionale della Società italiana sistema 118, all’ordine dei medici , ai giovani medici in formazione, ai volontari che aspettano di essere riconosciuti come autisti soccorritori, ai Federconsumatori».

Personale del Servizio di emergenza territoriale (art.4) del ddl n. 1715

Nel testo a tale servizio si occuperanno, come prevede l’articolo 4 che pubblichiamo interamente:

1. Il personale del SET 118, distinto da quello ospedaliero, è composto da personale stabilmente dedicato al servizio di emergenza territoriale con rapporto a tempo indeterminato.

2. I medici del SET 118 sono assunti mediante le procedure previste dall’accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale in possesso dell’idoneità all’emergenza, per i medici convenzionati, e mediante le procedure concorsuali previste per la dirigenza medica.

3. I medici che, alla data di entrata in vigore della presente legge, operano presso il Servizio sanitario di urgenza ed emergenza medica con contratto di lavoro in convenzione a tempo indeterminato transitano, a domanda, nella dirigenza medica, previa prova di valutazione svolta da un’apposita commissione presieduta dal direttore del medesimo SET 118, ai sensi dell’articolo 8, comma 1-bis del citato decreto legislativo n. 502 del 1992.

4. I medici del SET 118 assegnati alle relative centrali operative svolgono, oltre alle ordinarie attività mediche, compiti specifici di coordinamento e di supervisione delle attività delle medesime centrali nonché attività di verifica, in tempo reale, della qualità dei servizi e delle cure prestati e della formazione professionale del personale assegnato, in conformità agli indirizzi e alle direttive del direttore della centrale operativa.

5. Gli infermieri del SET 118 sono assunti mediante procedure concorsuali pubbliche e devono possedere una formazione professionale nell’area dell’emergenza.

6. Per i mezzi mobili di soccorso il SET 118 si avvale di personale formato per le funzioni di autista soccorritore. Per tali funzioni il SET 118 può altresì stipulare apposite convenzioni con le organizzazioni di volontariato di cui all’articolo 5.

7. Il personale medico dedicato all’attività di soccorso territoriale non può essere stabilmente allocato a funzioni interne ai presìdi ospedalieri se non per il certificato stato di inidoneità sopravvenuta all’attività sui mezzi mobili di soccorso e solo ove non risultino sguarniti i presìdi fissi di emergenza territoriale.

8. Il personale medico e infermieristico e gli autisti soccorritori dipendono giuridicamente e funzionalmente dal SET 118 e i relativi contratti di lavoro sono stipulati dalle aziende sanitarie locali competenti per territorio con le modalità previste dai contratti collettivi nazionali di categoria.

9. Al personale del SET 118 sono riconosciute specifiche indennità di rischio ambientale, da definire in ambito regionale.

(Aggiornamento 24 settembre 2021 ore 14.19)

redazione Bioetica News Torino