Come proteggere bambine e donne nella e in fuga dalla guerra in Ucraina da altre violenze?
04 Giugno 2022Si temeva ma si è anche purtroppo con profonda amarezza rivelata l’esistenza di una sofferenza ulteriore a quella che l’atrocità della guerra in Ucraina, invasa dalle forze armate russe, mostra in tutta la sua efferatezza, quella della violenza sessuale, dei maltrattamenti, della tratta di esseri umani che subiscono le persone civili innocenti fragili, donne, bambini e anziane; è l’altro riflesso della guerra. Chi commette crimini di violenza sulle loro persone infrangendo il regolamento militare della guerra e speculatori senza scrupoli e organizzazioni criminali che si sono camuffate ai confini fingendosi “samaritani”, carpendo la loro fiducia e necessità, per poi dirottarle in vie illegali dello sfruttamento.
Sono fuggite dall’Ucraina quasi 7 milioni di persone da fine febbraio, secondo i dati del portale della situazione di rifugiati dall’Ucraina dell’Agenzia Onu per i rifugiati. Tre organizzazioni internazionali umanitarie delle Nazioni Unite in difesa dei diritti e per la protezione dei migranti e dell’infanzia, Oim, Unhcr e Unicef, si rivolgono ai Paesi di accoglienza di sfollati dalla guerra in Ucraina, tra cui l’Italia, per dare alcune raccomandazioni nell’impegno di contrastare tali problematiche e offrire una risposta tempestiva e adeguata, riassunte in 8 punti valevoli non solo per gli sfollati ucraini ma anche di altre nazionalità.
Riguardo all’Ucraina «una persona su due è una donna che, durante il viaggio, ha spesso la responsabilità di cercare rifugio e protezione anche per i/le bambini/e e persone anziane che viaggiano con lei. Durante i conflitti e la fuga, e, quando possibile, anche in caso di ritorno nei paesi di origine, le donne, le ragazze e le bambine affrontano rischi specifici di violenza di genere» scrivono in una nota congiunta le tre organizzazioni. Fanno presente che nel corso della guerra vi sono molte testimonianze di molestie e violenze sessuali, compreso lo stupro, segnalati ai servizi di contrasto alla violenza di genere che sono stati attivati appositamente. Poi che alla fuga si aggiungono nei paesi di accoglienza i diversi problemi legati a soluzioni pubblica e privata. Infine la necessità di approcci dedicati a nuclei monoparentali.
Raccomandazioni
1. La presenza di mediatori linguistico-culturali o interpreti formati per rispondere meglio alla violenza di genere per le donne e le ragazze fuggite dall’Ucraina e da altri Paesi, secondo quanto stabilito nel Piano Strategico Nazionale sulla Violenza Maschile contro le Donne approvato nel novembre 2021.
2. Informare sui servizi legati alla violenza di genere modulati in base all’età, alla cultura, alla lingua delle donne e giovani fuggite dall’Ucraina, o di altre nazionalità;
3. Promuovere standard minimi di tutela nei confronti delle donne e delle ragazze che giungono in Italia, integrando ogni azione di supporto con sistemi di verifica, consultazioni con le donne e le ragazze rifugiate e meccanismi di segnalazione sicuri e accessibili.
4. Prevenire il rischio di tratta di esseri umani e sostenere le persone sopravvissute alla tratta, diffondendo informazioni corrette ed adeguate all’età, al genere e alla cultura.
5. Garantire la sicurezza delle donne e delle ragazze ospitate in Italia, attuando processi di mitigazione del rischio di violenza di genere nell’ambito delle diverse forme di accoglienza.
6. Rafforzare la capacità del sistema di assistere tempestivamente le persone sopravvissute a violenza di genere, investendo sulla preparazione di operatori e operatrici in prima linea di fornire una risposta iniziale e di indirizzare prontamente le persone sopravvissute a servizi specializzati.
7. Garantire la consultazione e la partecipazione di donne e ragazze, includendo la loro voce per la definizione delle strategie di risposta.
8. Rafforzare la raccolta e analisi di dati disaggregati per genere, per progettare meglio i programmi ed erogare i servizi in base alle relative esigenze.