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Con uno smartphone la “App Immuni” consente il tracciamento dei potenziali contagiati da Covid

03 Giugno 2020

Tra i modi di proteggere se stessi quale strumento di prevenzione dal Covid-19 oltre alle raccomandazioni del Governo raccolte in un decalogo e  alle mascherine da indossare coprendo mento e naso c’è  la nuova tecnologia con cui si viene avvertiti sul cellulare se si è stati esposti al rischio di contagio da Sars-Cov-2  da una persona che è stata vicino, risultata successivamente positiva al Covid-19: è l’ “App Immuni” ed è messa a punto dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, il Ministero della Salute e il Commissario straordinario per l’emergenza da Covid-19.

Come funziona? Consente il tracciamento di tutti coloro con cui la persona risultata positiva al tampone si è avvicinata. Osserva se vi è stato il rispetto della distanza interpersonale e  valuta il rischio di contagio e trasmette in caso positivo l’avviso sul cellulare. Tale strumento, fruibile solo con uno smartphone compatibile,  è utile per ridurre la diffusione di contagio adottando un comportamento responsabile nei confronti di se stessi e degli altri nella tutela della salute. Serve a contenere la diffusione del contagio e a curare, se si riscontra la malattia  Covid-19, con tempestività.  In caso di dubbio o di esposizione certa si viene avvertiti consigliando la persona ad isolarsi e  contattare il medico di famiglia o pediatra. Il suo uso è consentito a partire dai 14 anni in su. É gratuito.

1. invia una notifica alle persone che possono essere state esposte ad un caso Covid-19  – contatti stretti – con le indicazioni su patologia, sintomi e azioni di sanità pubblica previste;

2. invita queste persone a mettersi in contatto con il MMG o pediatra di libera scelta spiegando che ha ricevuto un notifica di contatto stretto di Covid-19 da Immuni.

Quando un operatore sanitario comunica ad una persona un esito positivo al test sulla ricerca del virus Sars-Cov-2, gli chiede anche, se è possibile, di scaricare l’App Immuni sul proprio smartphone e le chiavi crittografiche dal server per trasferirle nel  sistema del Ministero della Salute e poi di comunicargli il codice numerico (OPT) ricevuto per essere inserito in una piattaforma gestionale apposita tramite il Sistema Tessera Sanitaria. Allora tale applicazione, App Immuni, notifica sui cellulari di coloro i cui codici della persona contagiata sono corrispondenti a quelli registrati nella memoria telefonica nei giorni precedenti l’esito del test. Semplificando, se  l’app troverà il codice di una persona positiva tra le persone che si sono avvicinate invierà l’avviso al possessore dello smartphone. Per informazioni contattare il numero verde: 800 91 24 91 o WWW.IMMUNI.ITALIA.IT

Privacy. Il sistema è gestito dal Governo. La sue funzionalità e l’utilizzo vengono descritti sul sito ufficiale immuni.italia.it che precisa, riguardo alla privacy, che non raccoglie dati legati all’identità della persona –  nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email;  né la geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS, non prelevando alcuna informazione sulle tracce degli spostamenti. I dati salvati sia sul server che sul cellulare rimarranno al massimo fino al 31 dicembre 2020, sono per conto del Ministero della Salute che li utilizza per soli fini di contenimento del Covid-19  o per la ricerca scientifica.  Nella forma anonima e nella modalità  di rapporto può a sua volta inviare i dati personali  alle Regioni e alle Province autonome per i fini di sanità pubblica, profilassi, statistici o di ricerca scientifica.

La comunicazione avviene mediante codici anonimi, open source, generati in modo casuale tramite Bluetooth low Energy, tra dispositivi che hanno installato tale Applicazione. I codici cambiano ogni ora per proteggere la privacy degli utenti  e non consentono di risalire al dispositivo corrispondente né all’identità della persona e la connessione tra l’app e il server è cifrata. Non fa diagnosi mediche né fornisce consigli.

Come la posso scaricare? Dall’App Store con i modelli di iphone  che supportano iOS 13.5 dal SE prima generazione all’11  o da Google Play con android versione 6 o superiore, Play services 20.18.13 i superiore.

Con tale tecnologia si contribuisce a contenere la diffusione del virus avvisando chi può aver avuto un’esposizione a rischio affinché si  possa provvedere ad una verifica  mettendo in atto le precauzioni possibili di ulteriore contagio verso gli altri secondo quanto raccomandato dal Ministero della Salute interrompendo così, mediante le misure di sorveglianza sanitaria, la catena di trasmissione del virus ma anche di curare, in caso positivo, la malattia nei suoi primi esordi.

Tuttavia, per i limiti che tale tipo di tecnologia presenta, ovvero l’uso di uno smartphone e la compatibilità con determinate versioni, come un  basso utilizzo, soprattutto tra gli anziani, il metodo di tracciamento dei contatti tradizionale rimane principale per la gestione dei contatti, come riporta la circolare del Ministero della Salute datata 29 maggio.

Contract tracing

Nella Fase 2 dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 caratterizzata dall’allentamento graduale dalle misure rigorosamente ristrettive e ripresa regolare  delle attività tramite delle fasi, il contact tracing o tracciamento dei contatti viene rafforzato nella direzione di individuare e isolare i casi secondari con celerità con fini anche preventivi e per una migliore comprensione dell’infezione da Sars-Cov-2.

Cosa si intende per “contatto”

Nella circolare ministeriale citata del 29 maggio scorso con tale terminologia si intende:  «persona esposta ad un caso probabile o confermato Covid-19 in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso». Chiarisce che: «se il caso non presenta sintomi, si definisce contatto una persona che ha avuto contatti con il caso indice in un arco di tempo che va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso».

Per contatto stretto (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato

– quando una persona vive nella stessa casa di un caso COVID-19;
– una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19, ad  esempio una  stretta di mano; 
– una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio per aver  toccato a mani nude fazzoletti di carta usati;
– una persona che ha avuto un contatto diretto – faccia a faccia –  con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e per almeno 15 minuti;
– una persona che si è trovata in un ambiente chiuso, come in  aula, nelle sale  riunioni, sale d’attesa dell’ospedale, con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei;
–  un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
– una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19;
– sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.

Gli operatori sanitari valutano  se una persona ha avuto un’esposizione ad alto  rischio. L’attività di ricerca e gestione dei contatti considera soprattutto  i contatti familiari, gli operatori sanitari, le comunità chiuse ad alto rischio come dormitori, Rsa e gruppi di popolazione vulnerabile.

Fasi successive all’identificazione di un caso confermato o probabile

Le Regioni sono responsabili del tracciamento dei contatti affidato al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria locale.
1. Intervista al caso indice da parte del dipartimento di prevenzione per la raccolta di informazioni sulla storia e sui possibili contatti tramite colloquio telefonico o tramite familiari o caregivers se ricoverati in ospedale e impossibilitati a comunicare.
2. Identificazione dei contatti stretti – dati anagrafici, numero di telefono – da parte del Dipartimetno di Prevenzione che li inserisce in un data base:

– residenti – domiciliati in località afferenti ad altre ASl della stessa Regione. All’Asl di residenza-domicilio viene comunicato il caso dall’Asl all’interno della Regione

– residenti- domiciliati fuori Regione. La comunicazione viene data   dall’Autorità sanitaria regionale di identificazione del caso all’ Autorità sanitaria della Regione o Provincia Autonoma di residenza/domicilio e al Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione sanitaria – Ufficio 5

– residenti-domiciliati all’estero, la comunicazione va data dall’Autorità sanitaria regionale di identificazione del caso al Ministero della Salute – Direzione Generale della Prevenzione sanitaria – Ufficio 5 che informerà lo Stato coinvolto, attraverso la piattaforma della Commissione Europea EWRS – “Early Warning Response System” o tramite la rete dei “National Focal Point” (NFP) previsti dal Regolamento Sanitario Internazionale (IHR 2005).

Informazioni e sorveglianza

Il Dipartimento di prevenzione fornisce informazioni su misure precauzionali da adottare e documentazione riguardo alla Sars-Cov-2 come modalità di trasmissione, interventi di profilassi necessari – sorveglianza attiva, quarantena – i sintomi clinici e raccomandazioni.

A livello territoriale l’operatore sanitario del Dipartimento di Prevenzione prescrive la quarantena per 14 giorni successivi all’ultima esposizione e dà informazione al MMG o al Pediatra di libera scelta presso i quali il “contatto” è assistito. Rilascia certificazione INPS  per l’assenza dal lavoro per il datore, il MMG e il Pediatra di libera scelta segnalando la quarantena per motivi precauzionali con data di inizio e fine. Esegue la sorveglianza attiva ogni giorno sulle condizioni cliniche del “contatto”.

Invece i contatti stretti di casi Covid-19 devono rispettare:

– divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione/dimora e di contatti sociali. La persona sottoposta ad isolamento domiciliare deve rimanere in una stanza dedicata e dotata di buona ventilazione, possibilmente con bagno dedicato, e limitare al massimo i movimenti in altri spazi comuni della casa. In presenza di altre persone, deve essere mantenuta una distanza di almeno un metro;

– rimanere raggiungibili per le attività di sorveglianza attiva;

– misurare la temperatura corporea due volte al giorno e in caso di percezione di aumento della temperatura;

– lavare frequentemente le mani, in particolare, dopo qualsiasi contatto con i fluidi corporei (secrezioni respiratorie, urine e feci);

– in caso di insorgenza dei sintomi o segni compatibili con COVID-19, anche lievi, in particolare febbre o almeno uno tra faringodinia, tosse, rinorrea/congestione nasale, difficoltà respiratoria, mialgie, anosmia/ageusia/disgeusia, diarrea, astenia deve: o telefonare immediatamente al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta e al Dipartimento di Prevenzione della ASL; o auto-isolarsi, ovvero restare a casa in una stanza con porta chiusa, garantendo un’adeguata ventilazione naturale;

– se la sintomatologia lo consente, indossare una mascherina chirurgica alla comparsa dei primi sintomi;

– tossire e starnutire direttamente su di un fazzoletto di carta o nella piega del gomito. Questi fazzoletti dovranno essere riposti dallo stesso paziente ponendoli dentro almeno due sacchetti resistenti chiusi (uno dentro l’altro), per evitare contatti da parte degli operatori ecologici.

Il Dipartimento fornisce ai contatti mascherine chirurgiche e termometro se sono sprovvisti, dispone del sostegno sociale ove necessiti. Il trasferimento presso altre strutture sanitarie se l’abitazione non è adatta.

L’esito della sorveglianza attiva viene comunicato da parte del Dipartimento di Prevenzione.

Esecuzione dei test diagnostici

Spetta al Dipartimento di Prevenzione il monitoraggio della situazione clinica dei contatti e all’esecuzione dei test diagnostici per chi presenta sintomi compatibili con il Covid-19 seppure in forma lieve.

Se il test risulta positivo, si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti. Si rientra nella comunità dopo essere guariti clinicamente ovvero in assenza di sintomi data dalla conferma di due tamponi con esito negativo a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Diversamente continuerà l’isolamento fiduciario.

Se il test è negativo, si continua l’isolamento fiduciario  per 14 giorni e si ripete il test.
Se vi sono risorse si possono testare anche i contatti asintomatici al termine della quarantena.

(aggiornamento 3 giugno 2020 ore 19,52)
Redazione Bioetica News TorinoRedazione Bioetica News Torino