Conferenza G20 su Sviluppo femminile e promozione della parità di genere
26 Agosto 2021Alla Conferenza internazionale di Santa Margherita Ligure, dedicata in questa giornata di giovedì 26 agosto, alla discussione dei lavori sullo sviluppo femminile e della parità di genere da parte dei ministri delle pari opportunità, dei Paesi Ospiti, dei rappresentanti degli organismi internazionali, di imprese e accademici, per il vertice del G20, che si svolgerà a Roma dal 30 al 31 di ottobre 2021 sotto la presidenza italiana, il premier Mario Draghi ha fatto pervenire il suo messaggio di saluto porgendo parole incoraggianti e di sollecitudine nel «difendere i diritti delle donne ovunque nel mondo, soprattutto dove esse sono minacciate».
Ha fatto riferimento all’obiettivo prefissato a giugno a Brisbane tra gli incontri previsti per il Vertice di Roma, quello di ridurre del 25% entro il 2025 il divario di genere nella partecipazione al mondo del lavoro, nei Paesi del G20, e ha voluto esprimere anche la necessità di una tale conferenza, “la prima sulla parità di genere nella storia del G20”, ancor più dinanzi alla drammatica situazione politica dell’Afghanistan:
Non dobbiamo illuderci: le ragazze e le donne afghane sono sul punto di perdere la loro libertà e la loro dignità, di tornare alla triste condizione in cui si trovavano vent’anni fa. Rischiano di diventare ancora una volta cittadine di seconda classe, vittime di violenza e di discriminazioni sistematiche, soltanto per il fatto di essere donne.
Il G20 deve fare tutto il possibile per garantire che le donne afghane mantengano le loro libertà e i loro diritti fondamentali, in particolare il diritto all’istruzione. Le conquiste raggiunte negli ultimi vent’anni devono essere preservate.
La ministra italiana alle pari opportunità Elena Bonetti che presiede la Conferenza ha annunciato le aree attorno alle quali si svolgono prevalentemente i lavori, una riguarda le competenze finanziarie e digitali, ambiente e sostenibilità, e l’altra l’empowerment lavorativo ed economico e l’armonizzazione dei tempi di vita.
Ha ricordato le numerose sfide, soprattutto quelle femminili affrontate durante la pandemia, sanitaria (il 70 % della forza lavoro è costituita da donne), il carico di cura familiare (passano 3 volte più ore degli uomini nella cura non retribuita e nel lavoro domestico) che necessitano di una risposta nella due giorni romana di ottobre tra i paesi, in vista della quale ha affermato: «Abbiamo l’opportunità, e credo anche la responsabilità, di cimentarci in uno sforzo congiunto per la creazione di un’agenda per la parità di genere a livello globale, che veda la convergenza di attori istituzionali pubblici, del settore privato e della società civile su obiettivi misurabili. In un’ottica post-pandemica, l’empowerment delle donne resta una questione di diritti ma è anche un’opportunità inedita di sviluppo e di ripartenza sostenibile per tutte e tutti».
E ha affermato anche come la pandemia abbia accentuato il problema della violenza domestica. A livello globale, nella nota sulla Conferenza Empowerment femminile, si cita l’Oms, riportando che 1 donna e ragazza su 3 subisce violenza fisica o sessuale da parte di un partner intimo o violenza sessuale da parte di un non partner, un numero che è rimasto sostanzialmente invariato nell’ultimo decennio.
Cronistoria su uguaglianza di genere e sviluppo economico delle donne nel G20
1999: Sin dagli inizi del foro internazionale tra i paesi più industrializzati il Gruppo dei 20 (G20) tratta il tema dell’uguaglianza di genere
G20 Brisbane, Australia, 2014, si discute della partecipazione economica delle donne instaurando un dialogo con Women 20. Si stabilisce un accordo per raggiungere l’obiettivo di ridurre il divario nella partecipazione lavorativa tra uomini e donne del 25% entro il 2025.
G20 Instanbul, Turchia 2015: prima riunione di lavoro di Women 20.
G20 dal 2016: sono proseguiti i lavori del Women 20 accanto all’impegno promosso da altri gruppi che hanno lavorato all’empowerment delle donne.
G20, Osaka, Giappone 2019: l’annuncio di un nuovo gruppo di lavoro, G20 Alliance for the Empowerment and Promotion of Women’s Representation in the Economy con l’obiettivo di un acceleramento dello sviluppo delle donne nel settore privato, ed unisce rappresentanti del settore privato e dei governi.
G20, Riad, Arabia Saudita, 2020, si istituisce Alliance for the Empowerment
G20, 2021, sotto la presidenza italiana: si sono avuti gruppi di lavoro dedicati ai temi dell’uguaglianza di genere, Gender e Women Empowerment.
Difficoltà odierne per le donne nel raggiungimento della parità tra i generi e di uno sviluppo
Per quanto concerne il mondo femminile, dai dati riportati nella nota sulla Conferenza di Santa Margherita Ligure, datata 6 agosto, per la digitalizzazione a livello globale, il 48% fa uso di internet rispetto al 58% degli uomini, 200 milioni di donne in meno rispetto agli uomini hanno un cellulare e anche quando lo possiedono tendono a utilizzarlo di meno. I motivi per quest’ultimo caso possono essere diversi soprattutto per la mancanza di competenze nell’uso di tale tipo di strumenti ma anche per le esperienze negative a cui possono andare incontro o incontrano personalmente, come il cyber-bullismo, gli stereotipi di genere e le molestie on line; esperienze che possono avere ricadute sulla loro autostima, sulla salute mentale e sulla sicurezza fisica.
Sul fronte lavorativo risultano avere lavori più brevi e precari, meno protette degli uomini e quindi confinate ad ambienti tecnologicamente poveri. Le donne laureate rivestono una posizione dirigenziale per il 20% in meno di probabilità nell’industria della comunicazione mobile.
L’alfabetizzazione finanziaria è raggiunta con maggior fatica dalle donne: solo il 78% delle donne nei paesi del G20 ha un conto in banca rispetto all’82% degli uomini. Vi è anche in alcuni paesi una discriminazione da parte delle banche per le richieste di prestito secondo le quali il permesso va chiesto ai mariti o ai padri.
Sui fattori ambientali nei paesi a basso reddito le donne sperimentano una maggiore esposizione all’inquinamento dovuto all’uso di combustibili solidi, alla mancanza di servizi igienici e una maggiore esposizione alle sostanze chimiche tossiche nelle occupazioni; invece nei paesi dalle economie più avanzate il divario è dato dall’esposizione all’inquinamento e alle sostanze pericolose chimiche dovute alle abitudini di consumo, alle differenze fisiologiche e nei divari socioeconomici. L’acqua può essere un problema maggiore per la salute delle donne nei paesi a basso reddito alle quali è relegato spesso il compito di smaltire le acque reflue e di raccogliere l’acqua stando sotto alte temperature più a lungo degli uomini.
La loro capacità di cambiare scelte ambientali è limitata alle volte da vincoli legali, culturali e sociali; in alcuni paesi sono estromesse dalle decisioni sulla proprietà della terra.
Per l’empowerment economico nonostante vi sia un aumento dell’istruzione nei paesi del G20 le donne rappresentano solo il 22% dei posti nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa (ILO, 2020) e occupano solo il 27% di tutte le posizioni manageriali (GGGR, 2021). Inoltre, le donne rappresentano solo il 27% dei membri dei parlamenti (UNDP Human
Development Report 2020) e rappresentano poco più dell’11% dei capi di Stato a livello globale.
In Asia meridionale, Africa subsahariana e America Latina, si stima che rispettivamente il 95%, l’89% e il 59% delle donne siano impiegate nell’economia informale, richiedendo invece un passaggio a quella formale per una protezione sociale e diritti alle donne.
L’armonizzazione dei tempi di vita implicherebbe la possibilità di un tempo pieno nel lavoro perché il lavoro part-time ostacola la loro crescita professionale a lungo termine. Lo smartworking a causa di un’adeguata regolamentazione ha finito per ostacolare il potenziale delle donne portando ad una sovrapposizione delle loro diverse responsabilità con conseguenze sulle loro prestazioni e sul loro benessere mentale.
CCBYSA
(aggiornamento 26 agosto 2021 ore 22.41)