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Contro una legge su suicidio assistito ed eutanasia: avviata petizione da AMCI ed altri per il Governo, Camera e Senato

08 Ottobre 2019

In una  nota stampa del 25 e 26 settembre scorso, in attesa del deposito della sentenza emessa il 25 settembre relativa alla questione di legittimità costituzionale sulla punibilità dell’aiuto al suicidio assistito in determinati casi ai sensi dell’art. 580 del codice penale (ord. n. .207/2018) la Corte Costituzionale ne ha annunciato il pronunciamento. Ha ritenuto  «non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale  a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita  da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli». E che il Parlamento legiferi in materia.

A seguito di tale sentenza per tutelare il diritto alla vita quindici associazioni e organismi, matrice cattolica e laica, hanno promosso un appello rivolto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai presidenti di Camera e Senato, affinché il Parlamento eviti di legiferare su eutanasia e suicidio assistito, per non «aggrava⌈re⌉ la breccia già aperta dalla Consulta».

Si può firmare la  petizione  online Contro una legge su suicidio assistito ed eutanasia   sul sito di Pro Vita & famiglia collegandovi a  https://www.provitaefamiglia.it/petizione/firma-contro-una-legge-su-suicidio-assistito-ed-eutanasia

Oppure in modo manuale scaricando il modulo cartaceo  dal sito di Pro Vita 6 Famiglia:  https://www.provitaefamiglia.it/media/userfiles/files/modulo_petizione_contro_legge_eutanasia_e_suicidio.pdf

Pubblichiamo qui di seguito il testo della petizionepromossa da Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI), Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, Associazione Family Day, Movimento delle Associazioni di Volontariato italiano (MODAV), Meter Onlus, Organizzazione per l’Educazione allo Sport OPES), Sport Nazionale.it, Associazione Culturale Sunodia, Associazione «Non si tocca la famiglia», Steadfast Onlus, Alleanza Cattolica, Fondazione Novae Terrae, Associazione Nonni 2.0, Associazione Maria Regina dell’Amore e Pro Vita & Famiglia Onlus:

Ecco il messaggio che invieremo a Giuseppe Conte e ai presidenti di Camera e Senato —

La Corte costituzionale, il 25 settembre, ha deciso di depenalizzare il suicidio assistito – in alcuni casi – invitando il parlamento a legiferare sul fine vita, creando così – secondo i firmatari della presente – un vulnus etico nella tutela del diritto alla vita nel nostro ordinamento. Ormai, secondo le condizioni stabilite dalla Corte, alcune vite sono meno degne di altre e non vale più in modo assoluto il fondamentale principio della salvaguardia della vita.

Se il parlamento dovesse seguire questa linea di pensiero (come fanno presagire alcuni disegni di legge già presentati), l’Italia non tarderebbe a divenire come quei pochissimi paesi che hanno legalizzato da anni il suicidio assistito o l’eutanasia, nei quali – come in Olanda – si sopprimono anche i bambini, le persone affette da demenza o da altre patologie psichiatriche, e dove le richieste di eutanasia aumentano in modo esponenziale. In effetti, una volta negata l’indisponibilità della vita, i “paletti” che circoscrivono i casi in cui si può chiedere l’eutanasia o il suicidio assistito sembrano arbitrari, e la condizione fondamentale, cioè quella di una “sofferenza ritenuta intollerabile”, è talmente soggettiva da poter essere estesa ai casi più disparati. Il rischio del piano inclinato è troppo reale e la tentazione per lo Stato di risparmiare sulle cure è consistente.

Il Presidente del Consiglio, parlando al Senato (il 10/09/19), ha giustamente affermato: «Posso solo raccomandare che sarebbe opportuno incentivare il ricorso alle cure palliative, le misure per alleviare la sofferenza dei malati inguaribili e rafforzare la formazione bioetica degli operatori sanitari». Ha aggiunto: «Il diritto alla vita è fondamentale presidio giuridico di tutela per ogni essere umano, è quel diritto da cui si irradiano tutti gli altri». Seguire con coerenza questi principi implica riconoscere che la vita di ogni essere umano è intoccabile, e che nemmeno il Parlamento può decidere quali vite si possono sopprimere e quali no. Auspichiamo quindi uno Stato che investa sulle cure palliative, in modo da eliminare la sofferenza e non il sofferente, uno Stato che continui a formare i medici per sostenere la vita e non per sopprimerla.

Chiediamo pertanto di tutelare la vita e di fare tutto ciò che è in vostro potere per evitare che il Parlamento possa legiferare su eutanasia e suicidio assistito, aggravando la breccia già aperta dalla Consulta.

Redazione Bioetica News Torino