Covid-19. Disagi in ambito sanitario. Ancora più limitazioni nell’ordinanza del Ministero della Salute
21 Marzo 2020Non c’è regione italiana che non abbia un cittadino contagiato da questa patologia infettiva virale che colpisce le vie respiratorie con la particolarità di trasmettersi veloce.
Impressiona infatti il numero crescente di persone contagiate ogni giorno. Si è arrivati nel nostro Paese attualmente a 37.860 persone positive al virus, 4032 decessi e 5129 persone guarite secondo i dati provenienti dal Dipartimento della Protezione Civile e aggiornati alle 17 del 20 marzo (si veda opendatadpc.maps.arcgis.com). Nella sola Lombardia risultano 15.420 persone positive (concentrate soprattutto a Bergamo, Brescia e Milano) di cui 1050 in terapia intensiva (su un totale di 2.655 persone in Italia), 8785 ospedalizzate e 6635 in isolamento domiciliare; in un solo giorno si sono registrati 1482 casi positivi in più. È la regione più colpita assieme alle altre nel Nord Italia, Emilia Romagna con 5.089 casi positivi, Veneto con 3. 677, Piemonte dove la situazione sta peggiorando e si attende un’impennata di casi di contagio presentando 3. 244 persone positive e al cui numero si aggiungono ben 508 nuovi casi risultati positivi dal bollettino regionale di sabato 21 marzo. La trasmissione della patologia assume una significativa rilevanza anche in altre regioni: registrano quasi duemila casi le Marche (1.844) e la Toscana (1.713) mentre presentano un migliaio di persone la Liguria e il Lazio, e si sta sviluppando anche nelle restanti regioni italiane in particolar modo dalla Campania, Puglia, Abruzzo, Sicilia alla Provincia Autonoma di Bolzano, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta.
La disponibilità dei posti letto in terapia intensiva non è mai sufficiente all’esigenza di soddisfare i bisogni di cura dei pazienti che si ammalano ogni giorno. Dai 5.300 posti letto si è arrivati a quasi 7mila e 200, cifra che si pensa di raddoppiare in poche settimane, afferma Francesco Boccia ministro degli Affari interni dal profilo Facebook di ieri.
L’Istituto Spallanzani di Roma è stato il primo ospedale che ha accolto i primi contagiati a partire dai primi due casi, la coppia di turisti cinesi, confermati positivi al virus il 30 gennaio, che dopo un lungo ricovero, anche in terapia intensiva, dal 29 gennaio sono poi dichiarati guariti il 26 febbraio scorso. Ora si riconvertono alcune strutture ospedaliere per adibirle ai trattamenti di cura per contagio da Covid: Covid- Hospital e ospedali da campo. In Piemonte il nuovo ed innovativo ospedale di Verduno, nel cuneese, tra Bra ed Alba, aprirà presto il suo servizio come centro di riferimento piemontese per l’emergenza Coronavirus per il quale è in corso la valutazione dei curricula pervenuti tramite il bando della Regione che ricerca 34 medici e 85 infermieri e si affiancherà al primo Covid Hospital piemontese di Alessandria mentre sono state sospese temporaneamente le attività di pronto soccorso di Giaveno, Venaria, Nizza, Lanzo, Borgosesia, Bra e Ceva perché i professionisti medici possano occuparsi dei pazienti affetti da Covid. La Regione Lombardia mentre è alle prese con la costruzione dell’ospedale da campo di Bergamo nell’area fieristica ha disposto di due altri ospedali da campo a Crema e a Cremona per terapie intensive e media ed è passata da 724 posti in terapia intensiva a 1250 posti letto.
Si è avviato in fretta il bando per la ricerca di medici volontari per il Covid-19 a supporto di strutture sanitarie regionali individuate maggiormente in difficoltà per l’emergenza da Covid-19 che andranno a costituire una task force medico -specialistica operativa di un massimo di 300 medici presso la Protezione Civile, inizialmente nelle zone più colpite, la Lombardia e la provincia di Piacenza. Il bando si è aperto ieri e chiuso in serata 21 marzo. Hanno aderito più di 7.900 candidature. Una partecipazione che rivela quanto pur nella consapevolezza del rischio di contagio per gli operatori sanitari i medici si sono iscritti per poter assistere, alleviare la sofferenza e aiutare a salvare le vite umane. Rivolto a tutti i medici, il bando indetto dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli, ricerca medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale, dipendenti da strutture sanitarie private anche non accreditate con il servizio sanitario nazionale e liberi professionisti anche con rapporto convenzionato con il SSN. Opererà fino alla cessazione dello stato di emergenza. Spetta alle Regioni provvedere all’alloggio del personale e al rimborso delle spese documentate di viaggio tra il domicilio e la sede assegnata. A ciascun medico dell’Unità viene corrisposto al giorno di attività effettiva un premio di solidarietà di 200 euro da parte del Dipartimento della Protezione Civile.
In ambito assistenziale vi è un elevato potenziale di trasmissione scrive il bollettino sull’Epidemia Covid-19 aggiornato al 19 marzo dell’Istituto Superiore della Sanità. Tra gli operatori sanitari 3.599 hanno contratto il virus, il 10 % dei casi segnalati e sono di età mediana 49 anni. La Fnomceo pubblica l’elenco dei medici morti dall’epidemia di Covid-19 che salgono finora a 17 e fa un appello accorato alle Regioni e agli Assessori alla Salute affinché la questione della sicurezza, in particolar modo nelle Regioni a più alta virulenza del contagio, per i medici sia impegnati sul fronte ospedaliero sia territoriali nell’assistenza dei malati della rete primaria sia una priorità, riportando la problematica dei Dispositivi di Protezione Individuale, «senza i quali in un momento come questo i medici non possono letteralmente operare». Bergamo, la città che più sta lottando con tutte le sue forze per contenere il contagio e salvare il più possibile vite umane, ha 134 medici di medicina generale ammalati o comunque in quarantena e su 150 tamponi praticati ai MMG il 60% è risultato positivo, sostiene Filippo Anelli, presidente Fnomceo.
Dinanzi all’evolversi della trasmissione della patologia da Covid-19 con valori esponenziali in Piemonte e al crescere della preoccupazione da parte di che è impegnato “in prima linea” nella lotta contro il virus, l’Omceo del Piemonte unitamente ai diversi sindacati dei medici tramite una lettera, datata 21 marzo, chiede al Governo e al Commissario per l’emergenza da Covid-19 della Protezione Civile un intervento perché «il personale sanitario è sprovvisto degli adeguati dispositivi di protezione e cura i pazienti a rischio della propria salute» facendo osservare con un elenco conciso ma essenziale come ci sia bisogno, perché mancanti, di «ventilatori, caschi, Cpap, farmaci» e poi di medici a causa «sia per l’esplosione dei casi ricoverati sia per la quarantena di molti di noi, che si sono infettati lavorando. Tutti siamo allo stremo», e ancora dei posti letto in rianimazione e nei reparti perché «iniziano a scarseggiare» e anche di un intervento rapido, «la situazione è grave e nei prossimi giorni diventerà drammatica». Tutto ciò affinché possano fare il loro lavoro avendo a disposizione tutto quanto sia necessario per curare la popolazione senza rischiare la vita.
Appena alcuni giorni fa la decisione della Regione Piemonte di effettuare tamponi su tutti gli operatori sanitari è stata accolta favorevolmente, lo esprime l’Omceo di Torino in una nota stampa del 18 marzo scorso a cui hanno aderito l’ordine delle professioni infermieristiche di Torino, dell’Ordine TSRM- PSTRP di Torino, Aosta, Alessandria e Asti e delle Ostetriche di Torino, Asti e Cuneo, aggiungendo che dovra riguardare anche «i liberi professionisti e chi lavora in strutture private, nonché gli studenti frequentanti ospedali, ambulatori e studi medici» per evitare che questi diventino a loro volta «vettori di infezione mettendo ulteriormente a rischio la salute dei cittadini».
Se da un lato l’indagine epidemiologica dell’Istituto Superiore di Sanità nel bollettino del 19 marzo (per approfondimenti si veda epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino) «suggerisce che la trasmissione dell’infezione sia avvenuta in Italia per tutti i casi, ad eccezione dei primi tre casi segnalati nella regione Lazio che si sono verosimilmente infettati in Cina» e dall’altro si osserva un progressivo e celere andamento dell’epidemia da Covid-19 di cui si sta attendendo il picco con le problematiche che sta apportando sul piano organizzativo, del personale e di sicurezza sanitaria, si evince certamente che le raccomandazioni dell”Istituto Superiore della Sanità e delle normative governative e regionali per la prevenzione e il contenimento della diffusione del virus vadano ascoltate.
Tutti siamo invitati a dare il proprio meglio affinché si possa tutelare la propria salute e quella degli altri perché comportamenti scorretti da parte di alcuni inducono a introdurre misure più severe per tutti proprio per preservare il bene più prezioso che è la salute di tutti. Dall’11 al 20 marzo le forze di polizia hanno controllato 1.650.644 persone di cui denunciate con il richiamo all’ex articolo 650 del codice penale per violazione del decreto DCPM dell’8 e del 9 marzo sono state 70.973 e 1600 per falsa attestazione o dichiarazione a Pubblico Ufficiale o per falsa dichiarazione sulla identità o su qualità personali proprie o di altri con rif. all’articoli ex 495 del c.p., mentre gli esercizi commerciali controllati sono stati 834661 di cui 1977 i titolari hanno ricevuta una denuncia. Nella sola giornata di venerdì 20 marzo su 223.633 controlli sono stati denunciate 9.888 persone mentre gli esercizi commerciali sottoposti al controllo sono stati 91.129 di cui hanno ricevuto la denuncia 104 esercenti e 19 esercizi commerciali la sospensione di attività.
Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato venerdì 20 marzo, un’ordinanza che, entrata in vigore in data odierna avrà validità fino al 25 marzo su tutto il territorio. Dà disposizioni su alcune misure ancora più limitative proprio per cercare di contrastare il diffondersi dell’epidemia virale:
– si vieta l’accesso ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici.
– non si può più fare attività ludica o ricreativa all’aperto; si lascia la possibilità di svolgere attività motoria a livello individuale solamente in prossimità della propria abitazione e sempre nel rispetto della distanza di almeno un metro tra una persona e l’altra.
– si chiudono gli esercizi che somministrano alimenti e bevande (che aggregano persone con il rischio di non mantenere la distanza ndr) all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nelle aree di servizio e rifornimento carburante escluso nelle autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi fuori dei locali.
Rimangono aperti invece quelli situati negli ospedali e negli aeroporti con l’obbligo di assicurare il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro.
– si vieta ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale comprese le seconde case utilizzate per vacanza nei giorni festivi e prefestivi, e negli altri che precedono immediatamente o seguono tali giorni.
(aggiornamento 23 marzo 2020 h. 16,48)