Covid- 19. Linee guida dall’ISS per la riapertura di strutture turistico recettive ed altri edifici in sicurezza dal rischio di Legionella
12 Maggio 2020L’Istituto Superiore della Sanità del Ministero della Salute presenta con un Rapporto delle linee guida di prevenzione, controllo e gestione dei rischi sanitari da Legionella negli impianti idrici, integrando le misure già previste a livello nazionale, per le strutture turistico recettive (rientranti in Ateco 55) e gli edifici ad uso civile ed industriale, come scuole, attività di ristorazione – bar, gelaterie, ristoranti, mense, centri sportivi, commerciali, ricreativi – le cui attività sono state sospese o ridotte notevolmente nel periodo di emergenza epidemiologica da Covid-19 con i decreti di contenimento governativi.
Per poter tutelare la salute sia degli ospiti che dei visitatori e del personale garantendo una sicurezza sanitaria dal rischio di contaminazione da Legionella sono previste misure di controllo oltre che in regime normale in quello straordinario. Le prime riguardano gli impianti idrici delle strutture chiuse per meno di un mese o frequentate tali da assicurare un periodico flusso dell’acqua dai rubinetti e dalle docce la cui valutazione di rischio va tuttavia aggiornata in base all’uso attuale dell’impianto. Le seconde quelle straordinarie da effettuarsi in previsione di riapertura delle strutture dopo una chiusura di più di un mese.
Una guida, curata dal Dipartimento di Malattie Infettive e Ambiente e Salute dell’Iss in collaborazione con il prof. Sergio La Mura docente a contratto in Impianti Tecnici del Politecnico di Milano, che si rivolge dunque ai gestori delle strutture turistico ricettive, degli edifici ad uso civile e industriali non utilizzati o solo parzialmente durante la pandemia e alle autorità preposte alla tutela della salute nei controlli e nella prevenzione degli impianti idrici per il rischio di contaminazione da legionella.
La Legionella
Un batterio che si trasmette attraverso l’acqua e la malattia, legionellosi, è acquisita normalmente per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente tale patogeno.
In Italia, dai dati relativi al 2018 risultano 518 casi di legionellosi associata a viaggi e un cluster con 2 o più casi associati in 13 strutture recettive. Nelle strutture recettive la trasmissione all’uomo è dovuta all’inalazione di aerosol contaminato da Legionella proveniente da docce, rubinetti, vasche idromassaggio, fontane decorative non adeguatamente mantenuti.
Si manifesta nella forma di Malattia del Legionario, o legionellosi, una polmonite infettiva più acuta che insorge dopo un periodo di incubazione da 2 a 10 giorni, con possibili complicanze quali ascesso polmonare, insufficienza respiratoria, shock, insufficienza renale, empiema, coagulazione intravasale disseminata e porpora trombocitpenica (Epicentro- ISS). In Europa la letalità è di circa il 10% nei casi acquisiti in comunità, mentre nei nosocomi il tasso di mortalità può arrivare anche fino al 50%.
Oppure nella forma di Febbre di Pontiac, dopo un periodo di incubazione di 24-48 ore, in modo più lieve simil-influenzale senza interessamento polmonare, risolvibile in 2-5 giorni con podromi che vanno da malessere generale a mialgie e cefalea seguiti da febbre, a volte con tosse e gola arrossata (Epicentro – ISS).
Il documento fa riferimento alle vasche idromassaggio collocate nelle stanze di albergo mentre quelle ad uso collettivo e per le piscine sarà presentato dal Ministero della Salute un testo specifico.
Il rischio di contaminazione di Legionella negli impianti idrici
Le infezioni si possono sviluppare quando:
– la temperatura dell’acqua è compresa tra 20 e 50° C. Pertanto si deve evitare che l’acqua calda scenda sotto i 50° e quella fredda superi i 20° per non consentire al batterio di crescere.
– il flusso dell’acqua è scarso o assente.
– durante i periodi di stagnazione possono accumularsi lungo le tubazioni e nei serbatoi di acqua a seguito dei materiali utilizzati che favoriscono la formazione di nicchie protettive o il rilascio di nutrienti per la crescita di biofilm inclusi fanghi, incrostazioni, ruggine, alghe e depositi organici.
– entra acqua di scarsa qualità perché non sottoposta ad adeguato trattamento di potabilizzazione o perché usata in modo non continuo.
Il rischio di diffusione aumenta se:
– si hanno sistemi che diffondono goccioline inalabili come gli aerosol generati da torri di raffreddamento o da condensatori evaporativi.
– si usano rubinetti in assenza di rompigetto o se questi sono incrostati.
– le docce, vasche idromassaggio con aerosolizzazione dell’acqua, sciacquoni per WC non sono stati usati per lungo tempo.
– si hanno sistemi di irrigazione a spruzzo, idropulitrici….
Misure per garantire un regime normale di controllo
Per strutture chiuse per meno di un mese o che abbiamo mantenuto un regolare flusso periodico di acqua per la valutazione del rischio occorrerà assicurare, tramite documentazione, la protezione a visitatori, ospiti e personale ricorrendo, se necessita, a un consulente esperto in materia di trattamento degli impianti per controllare e prevenire la contaminazione da Legionella e a un responsabile sulla sicurezza (Responsabile del Servizio di Protezione e Protezione RSPP) per la tutela dei lavoratori o alle autorità sanitarie preposte.
Misure per garantire un regime straordinario di controllo
Tenendo presente che la qualità dell’acqua dipende da temperatura, condizioni che favoriscono la formazione di biofilm e concentrazione di disinfettante in rete, se le strutture sono state chiuse oltre un mese alla riapertura occorre fare:
– la verifica della circolazione dell’acqua calda assicurando che nel boiler o all’interno dell’accumulo non scensa a 60° C e quella di ritorno dagli anelli di ricircolo non sia sotto i 50°C.
– la verifica della temperatura dell’acqua calda, da ciascun terminale di uscita, sia non inferiore ai 50°C entro un minuto dall’apertura del terminale mentre quella fredda non si alzi sopra i 20°C dopo un minuto di flusso corrente.
– la pulizia, disincrostazione ed eventualmente la sostituzione di tutti i terminali (docce e rubinetti) di acqua calda e fredda; far fluire l’acqua in modo abbondante e disinfettare periodicamente con cloro le cassette di scarico per i WC, gli orinatoi, i by-pass e altri punti di rete.
– la verifica dei serbatoi di stoccaggio dell’acqua potabile contengano cloro residuo libero (0,2 mg/l consigliato). Le concentrazioni più elevate da 1 a 3 mg/l risultano efficaci nel controllo della proliferazione di Legionella ma alterano le caratteristiche di potabilità dell’acqua.
– assicurarsi che il disinfettante sia presente ovunque.
– il monitoraggio delle temperature e dei livelli di biocida per almeno 48 ore e il prelievo dei campioni d’acqua per la ricerca di Legionella dai terminali sentinella. Se risultano negativi l’edificio potrà essere riaperto.
Sono previste infine anche misure di gestione di controllo di altri impianti che potrebbero compromettere la sicurezza dal rischio di contaminazione da Legionella.
Per un ulteriore approfondimento sulla legionella: www.epicentro.iss.it