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Dalla Società Italiana di Neonatologia, un documento su misure preventive per il bambino nell’allattamento dal nuovo coronavirus nei casi di madre sospetta o positiva È per neonatologi, ostetriche, infermieri, operatori sanitari coinvolti nella cura della mamma e del bambino

01 Marzo 2020

La Società italiana di Neonatologia  (SIN) in collaborazione con il Tavolo Tecnico di Allattamento del Ministero della Salute (TAS) ha elaborato un documento contenente alcune indicazioni e procedure preventive  sulla gestione di madre-neonato nel periodo perinatale  durante l’epidemia in corso del nuovo coronavirus, (SARS-CoV-2), isolato a  Wuhan, in Cina, alla fine di dicembre dello scorso anno: Allattamento e infezione da SARS-CoV -2 (Coronavirus Disease 2019 – Covid-19). Si rivolge a neonatologi, ostetriche, infermieri, operatori sanitari che sono coinvolti nella cura di mamme e neonati in ospedale.

È stilato sui dati scientifici, di cui si è a conoscenza fino al 27 febbraio, da parte del gruppo di lavoro costituito dal prof. Fabio Mosca, presidente della Società italiana di Neonatologia e dal dr. Riccardo Davanzo presidente del Tavolo Tecnico di Allattamento del Ministero della Salute (TAS). Vi hanno collaborato Guido Moro, presidente di AIBLUD, Fabrizio Sandri, segretario della SIN e  Massimo Agosti, presidente della Commissione Allattamento della SIN. Ne dà annuncio Quotidianosanità.it.

Ad oggi si conosce poco del virus.  Si sa che il virus SARS-CoV-2 si trasmette da persona a persona tramite contatto stretto, da 0 a 2 metri, mediante goccioline delle vie respiratorie emesse quando un individuo infetto starnutisce o tossisce. Non si sa bene quale sia l’impatto in una  trasmissione perinatale a seguito di un’infezione del nuovo coronavirus.  Al pari di quanto è accaduto con le epidemie del coronavirus SARS-CoV1 (Severe Acute Respiratory Syndrome)  e MERS-CoV (Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus) potrebbe dipendere – come spiega il documento − più dalla gravità dell’infezione materna o da concomitanti patologie ostetriche anziché dal virus in sé.  E poi un  neonato potrebbe infettarsi dalla madre  nel post partum per via respiratoria anziché transplancetare.

Dai pochi e scarni dati disponibili in letteratura emerge che  l’infezione postnatale  da nuovo coronavirus non sia grave o risulti asintomatica rispetto a quanto avviene nelle età successive.  Lo ha descritto  Zhu H. Wang Li in un recente studio del 2020 su alcuni neonati da donne con sospetta malattia da SARS-CoV-2 che dall’esito dei tamponi faringei sono risultati negativi.

A tutela dell’allattamento con le  misure igienico-sanitarie

I benefici  dell’allattamento al seno materno sulla salute  sono riconosciuti per le sue proprietà che favoriscono un’ottima crescita del bambino e lo proteggono da molte malattie.  Al momento, sulle conoscenze scientifiche e su quanto accade per altre note infezioni virali a trasmissione respiratoria, si ritiene che  il latte materno non  possa essere veicolo di trasmissione. Tuttavia a causa della diffusione del nuovo coronavirus si consiglia di usare misure preventive nell’allattamento con comportamenti corretti di tipo igienico-sanitario per limitare il contagio per via aerea e per contatto con le secrezioni respiratore dei pazienti infetti, comprese le puerpere.  Può anche accadere, seppure non ancora documentato, che anticorpi specifici contro il nuovo coronavirus possano entro pochi giorni dall’inizio della malattia passare dalla madre al neonato.
Viene sconsigliata la separazione dalla relazione madre e bambino qualora la madre risulti positiva al virus in quanto il contagio potrebbe già essere iniziato in una fase pre-sintomatica.

Indicazioni attuali sulla prevenzione della trasmissione materno-infantile

Sono raccolti alcuni consigli sulla prevenzione della trasmissione materno – infantile dal gruppo di lavoro su COVID-19 della pediatria cinese (Wang 2020)  all’Unicef al CDC  (2020) – Centers for Disease Control and Prevention all’Istituto  superiore della Sanità (ISS):
– Il primo suggerisce un’ alimentazione con formula o possibilmente con latte donato, per prudenza senza pesare una valutazione dei rischi di infezione con il mancato allattamento.

– Il secondo raccomanda di mantenere l’allattamento adottando le misure preventive igienico-sanitarie per ridurre un possibile contagio da SARS-CoV-2.

– Il terzo presenta tre opzioni: la gestione separata del bambino dalla madre quando quest’ultima è probanda, ossia caso clinico sospetto in fase di accertamento, oppure è positiva al nuovo coronavirus;   la gestione congiunta del bambino con la madre che allatta va presa con misure preventive per ridurre il rischio di  trasmissione aerea dell’infezione virale: lavarsi le mani prima della poppata, sospensione delle visite, evitare di baciare il bambino, proteggerlo dalla tosse e dalle secrezioni respiratorie dell’adulto che indosserà una mascherina durante le poppate e l’intimo contatto con il bambino; se il bambino rimane in ospedale con la madre può dormire nella propria culla a distanza di almeno  2 metri dalla madre.

– Il quarto ritiene l’allattamento possibile che va avviato e mantenuto nella formula sia direttamente al seno sia con latte materno spremuto sia nel caso la donna sia con sospetta infezione dal nuovo coronavirus o  sia affetta dalla malattia COVID-19, qualora si trovi in condizioni cliniche che lo consentono e lo desideri. Per limitare il rischio della trasmissione al bambino si raccomandano i consigli del Ministero della Salute sulle procedure preventive come l’igiene delle mani e l’uso della mascherina durante la poppata. Nel caso  la  mamma sia separata dal suo bambino si consiglia di mantenere la produzione di latte attraverso la spremitura manuale o meccanica seguendo sempre gli accorgimenti igienico-sanitari.  Le raccomandazioni preventive valgono  anche per gli operatori e professionisti che entrano in contatto con donne in gravidanza e bambini piccoli.

 Come usare il latte materno spremuto?

Si premette che anche in caso di separazione del bambino dalla mamma si consiglia di far uso della spremitura del latte materno che deve essere somministrato  fresco.

Non va pastorizzato prima della somministrazione al bambino in quanto anche se  fosse contaminato dal virus tale latte non sarebbe un veicolo di infezione.
Invece si seguono protocolli specifici se l’uso del latte materno spremuto è di madre  positiva al virus in Terapia intensiva Neonatale.
Se in presenza di una infezione materna grave la spremitura potrà essere impedita e/o resa inopportuna dalle condizioni generali della madre.

Indicazioni finali sulla gestione di madre neonato in corso di epidemia di SARS-CoV-2

SIN Indicazioni  gestione madre figlio nel corso della COVID-1-
Tavola 1. Indicazioni sulla gestione madre figlio nel periodo perinatale in corso di diffusione del nuovo coronavirus – Società Italiana di Neonatologia

–  Si deve prediligere la gestione congiunta di madre e bambino sia per facilitare l’interazione sia per iniziare l’allattamento quando una puerpera positiva al nuovo coronavirus sia asintomatica o paucisintomatica o in via di guarigione oppure ella sia asintomatica o paucisintomatica sia probanda (sospetto clinico in fase di accertamento) per SARS-CoV-2.

–  Se la madre ha un’infezione respiratoria pienamente sintomatica con febbre, tosse e secrezioni respiratorie, il bambino viene separato temporaneamente dalla madre in attesa del riscontro del test di laboratorio (RNA-PRC) per coronavirus. Se positiva la gestione rimane quella separata invece se l’esito è negativo si applica il rooming-in per madre-bambino.

– La decisione se separare la  madre dal bambino va  presa  per ogni singola coppia considerando il consenso informato della madre, della situazione logistica dell’ospedale e anche della situazione epidemiologica locale relativa alla diffusione del nuovo coronavirus.

– se la puerpera è positiva al virus si intraprendono misure preventive rigorose per limitare una possibile trasmissione per via aerea o per contatto con le secrezioni respiratorie a tutela del bambino, degli operatori sanitari e degli altri pazienti ricoverati.

– Si deve valutare secondo ogni caso la compatibilità dell’allattamento al seno con i farmaci somministrati ad una donna affetta da COVID-19.

Redazione Bioetica News Torino