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News dall'Italia

Dall’Agenzia dei Medicinali Europea. Per ora non ci sono preoccupazioni di carenze dei farmaci L'impegno delle associazioni farmaceutiche italiane

10 Marzo 2020

Attualmente la fornitura di medicinali commercializzati nell’Unione Europea non è carente e non presenta interruzioni. Il crescere però dell’emergenza sanitaria pubblica a causa della diffusione da contagio COVID-19 potrebbe far sorgere tali preoccupazioni. Lo afferma l’Agenzia dei medicinali europea (EMA) e la rete delle agenzie regolatorie nazionali che monitorano con attenzione la situazione delle catene di approvvigionamento in una nota del 9 marzo u.s, segnalata in lingua italiana dall’Agenzia Italiana del Farmaco.

In agenda dell’Unione Europea vi è la prima riunione del gruppo direttivo esecutivo sulla carenza di medicinali che  individuerà  e coordinerà azioni strategiche nell’UE nell’ipotesi di dover far fronte al rischio di  fornitura di medicinali per uso umano e veterinario compromessa a causa dell’epidemia da Covid-19. Un rischio come quello di un blocco temporaneo di siti di produzione nelle aree interessate da COVID-19 o di restrizioni nella movimentazione delle merci.

Il gruppo è presieduto dalla Commissione Europea e costituito dai seguenti  rappresentanti: Commissione Europea, capi di agenzie regolatorie nazionali (HMA), Ema, presidenti di gruppi di coordinamento per il mutuo riconoscimento e le procedure decentrate per i medicinali sia umani che veterinari come anche da specialisti della comunicazione del rischio. Seppure spetti alle compagnie farmaceutiche produttrici intraprendere adeguate misure per garantire la continuità della fornitura il gruppo tuttavia si occupa di gestire le interruzioni all’interno dell’UE assumendone il coordinamento.

Dall’analisi delle informazioni in possesso sulla produzione di medicinali per uso umano e veterinario autorizzati a livello centralizzato l’Ema si impegna ad identificare quelli che potrebbero essere più a rischio di carenza o interruzione per poter portarli a discussione.

In Italia le aziende farmaceutiche adottano le misure previste dal Governo nell’emergenza sanitaria di profilassi da COVID-19 e si impegnano a non far mancare la continuità nella produzione e  distribuzione sul territorio nazionale affinché vi sia alcun «rallentamento o ostacolo di un servizio pubblico essenziale, la continuità dello stoccaggio e il rifornimento nei punti di dispensazione a valle come farmacie, parafarmacie, corner, ospedali, case di cura, veterinari e pazienti». È quanto riferiscono le filiere della farmaceutica Farmindustria, Assogenerici, Fofi, Federfarma, Adf, Asso-Ram e Ascofarve in una nota congiunta  su Quotidianosanità.it di oggi.
Si accenna all’esempio della Regione Lombardia, la più colpita dal virus Sar-CoV-2, in cui non vi è alcun blocco delle attività produttive e distributive dei medicinali e presidi sanitari mentre le farmacie continuano a garantire il loro normale servizio. Si informa del decalogo messo a punto dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi) condiviso da Federfarma e adottato da tutti i farmacisti che lavorano sul territorio nazionale, con cui si vuol tutelare la salute dei dipendenti e dei clienti del presidio.

Si tratta di misure igienico-sanitarie: 1. Evitare assembramenti nei locali, eventualmente disciplinando gli accessi con l’apertura regolata delle porte di ingresso; 2. Garantire una distanza minima di almeno un metro sia tra i pazienti presenti sia tra questi ultimi e i farmacisti al banco, nonché il personale addetto; 3.  Ove la specifica situazione territoriale sia valutata a rischio, indossare dispositivi di protezione individuale (mascherine e guanti); 4. Rendere disponibili ai cittadini nei locali i prodotti per la igienizzazione o disinfezione delle mani; 5.  Lavarsi frequentemente le mani ed evitare di toccarsi occhi, naso e bocca; 6.  Effettuare una pulizia accurata degli ambienti (in particolare, del bancone e dell’area prospiciente ad esso) con disinfettanti a base di alcol o cloro; 7. Nebulizzare nell’ambiente spray igienizzanti; 8. Esporre l’ultima versione del decalogo dell’istituto superiore di sanità, nonché eventuali altre informazioni di pubblica utilità; 9.  Sospendere le attività dei tirocini dei corsi di laurea per tutta la durata di interruzione delle attività didattiche negli atenei; 10. Gestire i rapporti con i fornitori e con i loro incaricati in modo da limitare i contatti con i pazienti.

(Aggiornamento 10 marzo 2020, ore 23.07)

 

 

 

 

 

Redazione Bioetica News Torino