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Diete e salute Il nuovo documento del Tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale del Ministero della Salute

03 Dicembre 2021

Il tavolo tecnico sulla sicurezza nutrizionale del Ministero della Salute, composto da diverse società e associazioni italiane, ha sentito la necessità di redigere un documento per chiarire quali siano le insidie per la salute umana che si possono nascondere dietro ad una faciloneria, favorita da falsi e ambigui messaggi sulla rete digitale, nel cominciare una dieta senza un consulto medico. Anche perché una dieta va calata sulla conoscenza di molteplici fattori da cui dipende lo stato di salute personale che può avere solo il medico insieme allo specialista dell’alimentazione e della nutrizione.

In questo documento intitolato Dieta iperproteica e dieta ipoglucidica: il punto tra suggestioni e realtà, gli esperti dell’alimentazione e della nutrizione ritengono ancor oggi la dieta mediterranea, sia nel breve che a lungo termine, come da evidenze scientifiche, la più utile nella prevenzione primaria e secondaria; sono noti gli effetti della riduzione del rischio cardio-vascolare, dello sviluppo del diabete mellito e dell’invecchiamento fisiologico. Tuttavia dinanzi al proliferarsi di diete iperproteiche o ipoglucidiche, ovvero a basso contenuto di carboidrati, per una non sempre ben definita platea di destinatari che finisce per essere un tutt’uno, pubblico generale e sportivo, intendono precisare, dando delle linee guida di indirizzo su che cosa consistano effettivamente questi tipi di diete, su benefici ed effetti collaterali a cui si può andare incontro.

Viene eliminato innanzitutto ogni fraintendimento nel considerare definiti i postulati iperproteica uguale a ridotto contenuto di carboidrati e ipoglucidica uguale a più proteine.

Essendo tutto rapportato alla necessità del paziente vengono modificati i dati raccomandati universalmente per un fabbisogno proteico giornaliero per un individuo sano e per una alimentazione sana e bilanciata.

Diete iperproteiche

Nel breve termine la dieta iperproteica ipoglucidica si dimostra superiore a quella normoproteica con maggiore quantità di carboboidrati nel volere mirare ad una perdita considerevole e rapida di peso. Migliora anche l’insulinaresistenza, diminuisce il rischio cardiovascolare nel suo complesso, nonché la trigliceridemia e l’uricemia. Aiuta a crescere la massa magra muscolare con la perdita del grasso viscerale solo nei soggetti con una buona attività fisica abituale.

L’anziano trarrebbe giovamento da una supplementazione proteica e di aminoacidi associata ad un buon livello di attività fisica nella prevenzione da sarcopenia, condizione caratterizzata da una progressiva perdita di massa muscolo-scheletrica e di funzionalità muscolare associata ad alto rischio di eventi avversi come la disabilità fisica, o nel trattamento riabilitativo ad esempio post frattura di femore.

Legata all’età geriatrica è l’obesità sarcopenica che presenta un eccesso di massa grassa e un deficit di massa muscolare, non da confondersi con il depauperamento della massa magra legato a condizioni patologiche, detto cachessia o musclewasting. Una dieta dimagrante senza un’attività fisica comporta una perdita di una parte della massa muscolare che può sviluppare la sarcopenia. Al momento vi sono solo delle strategie riconosciute per il trattamento dell’obesità sarcopenica: ad esempio assumere proteine prima di un esercizio fisico. Per ottenere un calo di peso si raccomanda un minimo esercizio fisico aerobico e anaerobico (di resistenza) con assunzione di proteine non inferiore a 1-,5g/kg/al giorno per preservare la massa magra muscolare e prevenire la fragilità mentre si perde peso.

Diete a ridotto contenuto glucidico

Nei pazienti diabetici, pre o con fattori predisponenti la patologia si interviene prima che con la terapia farmacologica con l’educazione e la correzione delle abitudini alimentari e degli stili di vita. Innanzitutto si mira a raggiungere obiettivi di peso corporeo per migliorare il profilo glicometabolico.

Se nel breve periodo di dieta con ridotto contenuto di carboidrati si riscontra una maggiore efficacia della dieta bilanciata come quella mediterranea, nel lungo periodo non emergono prove di migliori esiti glicemici, lipidici, cardiovascolari e nella perdita del peso corporeo; lo stesso vale, spiegano gli studiosi, per i regimi ad elevato contenuto proteico, con maggiori livelli di grassi per compensare la riduzione di carboidrati: nel breve termine si hanno miglioramenti nella diminuzione dei valori glicemici a digiuno e trigliceridi ma non vi è evidenza scientifica che tali esiti perdurino nel tempo, gli studi però mostrano come a lungo termine si abbia un aumento della mortalità per regimi dietetici abitualmente poveri di carboidrati e di elevato contenuto proteico.

Nel breve periodo raggiungono buoni risultati, secondo gli studi più recenti, le diete chetogeniche con basso contenuto di carboidrati ma normoproteiche: rapidità di calo di peso nei primi sei mesi di trattamento rispetto alle diete bilanciate mediterranee classiche (ipocaloriche, ipolipidiche, normoproteiche) mentre a 12 mesi i risultati sono sovrapponibii.

La dieta chetogenica ipocalorica è data a pazienti che devono arrivare ad un calo di peso in breve tempo ed avere un miglioramento della sindrome metabolica. Consiste in condizioni di normale capacità di secrezione insulinica nella riduzione di apporto di carboidrati inferiore a 30g/al giorno unitamente ad un compenso di grassi e proteine per un’assunzione proteica vicino alle linee guida. Vengono proposte per malattie neurodegenerative come sclerosi multipla, Sla, emicranie severe farmaco refrattarie.

La sua somministrazione viene raccomandata nei casi di obesità grave morbigena, associata o meno al diabete mellito tipo 2, obesità sarcopenica, epilessie in contesto di severa obesità infantile o importante insulino-resistenza.

Anche in questo caso non si hanno conoscenze su esiti a lungo termine.

Quali effetti nello sportivo una dieta iperproteica?

Nello sportivo la nutrizione va adeguata e bilanciata in tutte le componenti affermano gli specialisti del Tavolo tecnico. I carboidrati forniscono energia durante l’allenamento e permettono di riavere le riserve di glicogeno muscolare durante le fasi di recupero post-esercizio. Osservano che spesso gli sportivi seguono diete iperproteiche con valori superiori di introito proteico ( arrivando a oltre i 4 g/kg/al giorno) a quello raccomandato dalle linee guida della società di nutrizione sportiva internazionale (2017), dagli 1.4 ai 2 g/kg di peso corporeo di proteine al giorno mediante integratori, merende proteiche, bevande.

A lungo termine vi possono però esservi dei danni a più organi ed apparati se si segue un eccessivo introito proteico che possono riguardare: omeostasi del calcio osseo (acidificazione delle urine ed aumentata escrezione renale di calcio, ossalato e urato, con possibile associato aumento del rischio di litiasi renale); funzione renale; funzionalità epatica; apparato cardiovascolare; rischio neoplastico.

Concludono affermando che diete solo ipoglucidiche e iperproteiche che non hanno un adeguato apporto energetico possono favorire l’insorgere della Relative Energy Deficiency, definita così dal Comitato Olimpico Internazionale, che comporta gravi condizioni mediche psicologiche e psicofisiologiche associate a bassa riserva di energia, anormale prolungata diminuzione di massa grassa, di interferenza nella crescita attesa e nello sviluppo negli atleti adolescenti, alterazioni del ciclo mestruale nelle femmine, disturbi alimentari, osteopenia.

redazione Bioetica News Torino