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DDL Zan: sarà discusso in Assemblea il 13 luglio. 300 docenti scrivono contro la proposta Zan

12 Luglio 2021

Prosegue l’esame congiunto discusso l’8 luglio scorso dei disegni di legge n. 2005 a firma di Boldrini (testo unico delle iniziative Zan, Scalfarotto, Perantoni e Bartolozzi) e n. 2205 a firma di Ronzulli et al. sul Contrasto della discriminazione e della violenza per sesso, genere o disabilità, approvato il 4 novembre 2020 dalla Camera dei Deputati e assegnato alla Commissione Giustizia in Senato, che sarà trattato in Assemblea martedì 13 luglio (in diretta dalla Web Tv del Senato alle ore 16.30 ) dopo che sono state ascoltate nei giorni scorsi alcune audizioni informali di esperti; a questi ultimi la commissione ha chiesto i testi per la pubblicazione.

Il ddl ha suscitato forti perplessità all’interno del mondo politico, accademico e del pubblico, che pur condividendo la volontà di fermare la violenza scaturita dalla discriminazione di genere, dall’orientamento sessuale e verso chi è più vulnerabile per la sua disabilità, metterebbe in discussione la Costituzione stessa, in particolare l’art. 2 sui diritti inviolabili della persona e il 21 di manifestare liberamente il proprio pensiero (ad esempio l’appello di 70 associazioni), nonché il Concordato tra lo Stato e la Santa Sede per la libertà di culto come quest’ultima ha fatto osservare con una lettera all’Ambasciatore italiano presso la Santa Sede.

Il ddl ha suscitato forti perplessità all’interno del mondo politico, accademico e del pubblico, che pur condividendo la volontà di fermare la violenza scaturita dalla discriminazione di genere, dall’orientamento sessuale e verso chi è più vulnerabile per la sua disabilità, metterebbe in discussione la Costituzione stessa, in particolare l’art. 2 sui diritti inviolabili della persona e il 21 di manifestare liberamente il proprio pensiero (ad esempio l’appello di 70 associazioni), nonché il Concordato tra lo Stato e la Santa Sede per la libertà di culto come quest’ultima ha fatto osservare con una lettera all’Ambasciatore italiano presso la Santa Sede.

In un’interrogazione parlamentare (8 luglio 2021), Binetti ha chiesto al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale perché «non abbia dato adeguata informazione della sollecitazione ricevuta dal Vaticano in questo momento così delicato del dibattito sul disegno di legge». Si riferisce alla lettera della segreteria di stato vaticana sull’accordo tra Stato e Chiesa di libertà di religione e manifestazione del pensiero cattolico e di organizzazioni. Pur nel rispetto delle persone, afferma Binetti «sembra che la legge Zan ponga rischi concreti per quei cattolici che volessero continuare ad esprimere liberamente e correttamente un dissenso informato rispetto ai contenuti della legge stessa, vincolando peraltro tutte le scuole di ogni ordine e grado a dedicare la giornata del 17 maggio a spingersi ben oltre il naturale rispetto per la diversità di tutti e di ognuno, per considerare come pregiudizi ogni singola forma di pensiero non allineato alla legge stessa;

Dal mondo scientifico accademico circa 300 professori accademici della fucina di laboratorio di idee politiche, Lettera 150, hanno fatto un appello, pubblicato appena qualche giorno fa, l’8 luglio, per fermare l’iter di approvazione del ddl “Zan”. Tra i diversi punti controversi viene fatto osservare come tale proposta di legge «cristallizza in norme giuridiche alcune definizioni non chiare, oggetto di ampio dibattito sul piano scientifico.
Queste definizioni sono trasformate in dogmi che possono limitare in maniera illegittima la libertà di manifestazione del pensiero, caposaldo delle liberaldemocrazie, protetto dall’art. 21 della Costituzione». Riporta l’esempio di incriminazione di persone laddove vi siano norme simili al ddl Zan: la parlamentare finlandese Paivi Raesaenen per «aver ribadito che il matrimonio si fonda sulla unione di un uomo e di una donna o per essersi espressa criticamente verso alcuni atteggiamenti sul piano della sessualità, senza nessun legame con la violenza, con l’odio e senza aver leso la dignità di alcuno».
Poi un altro punto è la mancanza di specificazione degli atti discriminatori lasciando così aperta la via al divieto di associarsi, di riunirsi.
O ancora far passare nelle scuole ideologie diverse come «quella di genere, che vengono imposte per legge ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie».
Infine la temuta arbitrarietà di valutazione da parte dei giudici sulle scelte di comportamento, «in contrasto di legalità, di tassatività e di certezza in materia penale».



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Pubblichiamo la preoccupazione per la proposta così formulata del ddl Zan da parte degli oltre 300 docenti universitari nell’appello di Lettera 150 (8 luglio 2021) :

Essa, infatti, cristallizza in norme giuridiche alcune definizioni non chiare, oggetto di ampio dibattito sul piano scientifico. Queste definizioni – prosegue Lettera 150 – sono trasformate in dogmi che possono limitare in maniera illegittima la libertà di manifestazione del pensiero, caposaldo delle liberaldemocrazie, protetto dall’art. 21 della Costituzione.

La proposta di legge Zan, infatti, -secondo Lettera 150- rende punibili non solo, come è giusto, parole che istigano alla violenza o ledono la dignità di una persona, ma anche qualsiasi forma di critica o dissenso rispetto ai temi oggetto del provvedimento. L’esperienza comparatistica dimostra come norme analoghe a quelle contenute nel ddl Zan abbiano portato all’incriminazione di persone, come la parlamentare finlandese Päivi Räsänen, per aver ribadito che il matrimonio si fonda sulla unione di un uomo e di una donna o per essersi espresse criticamente verso alcuni atteggiamenti sul piano della sessualità, senza nessun legame con la violenza, con l’odio e senza aver leso la dignità di alcuno.

Anche il contenuto degli atti discriminatori vietati non è definito dalla proposta di legge. Così possono essere oggetto di sanzione penale molte scelte delle persone che sono espressione di libertà protette dalla Costituzione, come quella di religione, di riunione, di associazione, d’iniziativa economica: si pensi alle associazioni aperte solo a persone di uno o dell’altro sesso, alle valutazioni sulle tematiche oggetto del provvedimento da parte delle confessioni religiose, alla scelta delle imprese di pubblicizzare prodotti con immagini di coppie eterosessuali, alla decisione di artisti di non mettere il proprio genio a servizio di determinate associazioni etc. L’esperienza comparatistica ha visto negli USA un pasticciere convenuto in giudizio per non aver voluto preparare una torta per celebrare una unione tra persone dello stesso sesso; nel Regno Unito associazioni cristiane che promuovevano l’adozione costrette a chiudere perché contrarie a quelle di persone dello stesso sesso, ivi ammesse.

Pericolose appaiono anche le norme che utilizzano la scuola non per promuovere rispetto e amicizia tra i ragazzi, che sono il fondamento della vera istruzione, ma ideologie di vario tipo, come quella di genere, che vengono imposte per legge ai bambini, ai giovani e alle loro famiglie.
La disciplina sottoposta all’esame del Senato è anche fondata per molti aspetti su concetti  assai ampi e indefiniti e rimette così le scelte dei comportamenti da punire alle valutazione arbitrarie dei giudici, in contrasto con i principi di legalità, di tassatività e di certezza in materia penale, garantiti dalla Costituzione repubblicana.

“L’art. 4 del ddl – osserva Giuseppe Valditara, coordinatore di Lettera 150 – finisce addirittura per rendere punibili ‘comportamenti legittimi’, cioè garantiti dallo stesso ordinamento, qualora essi siano idonei ‘a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori’”. “Si tratta -prosegue Valditara – di una prescrizione illiberale e pericolosa”.

Per tali ragioni Lettera150 auspica che la proposta di legge Zan non sia approvata in questa forma dal Senato e si apra invece un serio confronto tra le forze politiche e tra queste ultime e la società civile sui temi oggetto del provvedimento.

Puoi anche vedere i seguenti articoli:

G. ZEPPEGNO, C’è bisogno di un linguaggio legislativo più chiaro e rispettoso di tutte le parti in causa, bioeticanews.it, 24 giugno 2021 <https://www.bioeticanews.it/su-ddl-zan-ce-bisogno-di-un-linguaggio-legislativo-piu-chiaro-e-rispettoso-di-tutte-le-parti-in-causa/>

Redazione Bioetica News Torino, Settanta associazioni scrivono ai senatori Lettera contro ddl Zan, 3 luglio 2021, <https://www.bioeticanews.it/settanta-associazioni-scrivono-ai-senatori-lettera-contro-ddl-zan/>

(aggiornamento 12 luglio 2021, ore 23.34)
CCBYSA

redazione Bioetica News Torino