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Etica e deontologia medica su informazione pubblicitaria sanitaria. Richiamo dell’AMCI a partire da un progetto concorso sulla contraccezione d’emergenza

25 Giugno 2019

Viola i principi deontologici della pubblicità informativa sanitaria e profana la religione cattolica: è quanto i medici cattolici dell’Associazione Nazionale Medici Cattolici Italiani (AMCI) sostengono unitamente  tramite la lettera del loro presidente Filippo Boscia indirizzata alla Federazione nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) il 18 giugno scorso pubblicata sul sito dell’Amci, riguardo al messaggio pubblicitario originale intitolato  #Usalafamiracoli , vincitore al concorso per studenti dei licei artistici anno 2018-2019 nell’ambito di un’iniziativa di sensibilizzazione portata avanti dalla Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC) in collaborazione con l’Associazione Culturale «LaScelta» che si occupa, quest’ultima, di promozione di contenuti in tema di salute e attività promozionale al sostegno di giovani talenti.

La SMIC nella sua missione di informazione sulla salute riproduttiva, svolge un lavoro in comune con tre componenti mediche, appartenenti a tre  società: appartenenti a tre società: AOGOI (associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri italiani, SIMG (Società Italiana di Medicina Generale), AGITE (Associazione dei Ginecologi Territoriali).

Alla sua terza edizione, il progetto di comunicazione originale InformIamoci  Master Adv  mira a far trasmettere messaggi su tematiche di sensibilizzazione destinate ai giovani che vengono  veicolate tramite la creatività di alcuni giovani attraverso la partecipazione ad un concorso ai loro coetanei. Si rivolge  a «studenti del 4° anno dei Licei Artistici con indirizzo grafico e/multimediale per una campagna di sensibilizzazione pensata dai ragazzi e destinata ai loro coetanei, volta all’educazione all’affettività e al rispetto dell’altro (prevenzione del cyberbullismo), alla prevenzione delle infezioni a trasmissione sessualmente e alla contraccezione» (www.informiamici.it).

I temi scelti di quest’anno, come lo scorso anno,  sono stati −  come riporta QuotidianoSanità.it  del 12 giugno scorso in Contraccezione. Gli studenti premiamo la pillola del giorno dopo e il preservativo  − le infezioni a trasmissione sessuale, la contraccezione e la contraccezione d’emergenza. Il  progetto vincitore  #Usalafamiracoli , con più di 12mila like social, è dell’istituto Giorgi-Woolf di Roma, tratta il  tema della contraccezione d’emergenza raffigurando il dipinto di Botticelli ma facendo porgere all’Arcangelo Gabriele  una scatola di  “EllaOne”  alla Madonna, gesto  accompagnato dalla frase «Usala, fa miracoli».

«La pubblicità informativa sanitaria, con qualunque mezzo  diffusa, rispetta nelle forme e nei  contenuti i principi propri della professione medica, dovendo sempre essere veritiera, corretta e funzionale all’oggetto dell’informazione, mai equivoca, ingannevole e denigratoria», viene citato nell’art.  56 del  Codice di Deontologia medica.

Per il presidente nazionale AMCI, prof. Filippo Boscia si tratta di un’informazione sanitaria ingannevole perché  «impedisce ai cittadini una scelta libera e consapevole: la pillola oggetto della pubblicità non è solamente anticoncezionale ma nei casi in cui è avvenuta la fecondazione è chiaramente abortiva».  Ne spiega le ragioni dal bugiardino alla letteratura scientifica: «Ricordo per maggiore chiarezza che all’inizio della vendita del prodotto lo stesso bugiardino contenuto nella scatola affermava che il farmaco “Ha lo scopo di prevenire la gravidanza, bloccando l’ovulazione o impedendo l’impianto dell’ovulo eventualmente fecondato…” »,  «vi è un’ampia letteratura scientifica nella quale, come già rilevato dal Consiglio Superiore di Sanità (CSS), si certifica che l’effetto anti-ovulatorio del farmaco EllaOne (Ulipristal acetato) è praticamente nullo nei giorni più fertili del ciclo, mentre l’effetto di compromissione endometriale antinidatorio dell’endometrio è sempre presente, anche a dosi molto più basse del farmaco»; inoltre «in merito a ciò il Consiglio Superiore di Sanità evidenzia anche – fra l’altro – ingiustificabili “contraddizioni” di talune pubblicazioni presentate all’EMA e all’AIFA, soprattutto quando queste si sforzino di negare o di dimostrare l’inesistenza degli effetti endometriali provocati dall’EllaOne».

Poi, sul piano religioso, «lo spot è assolutamente blasfemo perché usa immagini sacre per veicolare una pillola, considerata abortiva, sicché va doppiamente a ferire profondamente quegli stessi principi religiosi fortemente richiamati dall’immagine utilizzata per la pubblicità».

E infine sul piano etico una simile pubblicità  offende la sensibilità di persone credenti,  può interferire nel progetto “etico” di sviluppo della persona  nei giovani, la necessità di un consenso, in quanto minorenni,  da parte dei genitori.

Conclude nel considerare che si tratta comunque di un’iniziativa in sé  «imprudente che certamente ha il compito commerciale di produrre spinte illusorie o consumistiche e bisogni sanitari che potranno indurre al consumo di farmaci in persone che non avranno garanzia di completa, esauriente informazione scientifica».

Redazione Bioetica News Torino