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Fazio Ferruccio alla guida del gruppo di esperti chiamato dalla Regione Piemonte per la Fase 2 Covid -19 in sanità Per fase 2 Covid - livello nazionale e regionale Rapporti Gimbe e Osservatorio nazionale della Salute

20 Aprile 2020

A poche settimane dal termine del decreto sulle misure restrittive per contenere la diffusione del contagio da Covid-19,  il 3 maggio, preparandosi ad avviare la fase 2 di ripresa graduale, quella  economica del Paese nonché  sanitaria, quando sarà possibile, la  Regione Piemonte mette in agenda un programma di riavvio del sistema sanitario capace di guardare alle risoluzioni  di criticità, soprattutto sul piano della medicina territoriale, che  l’esperienza maturata dalla recente situazione emergenziale ha sollevato. Su proposta dell’Assessore alla Sanità Luigi Icardi, che ne dà annuncio  su Facebook della Regione Piemonte,  si è chiamata  una squadra di esperti che nel dare la sua disponibilità fornirà un aiuto alla  realizzazione di un sistema sanitario che sarà rinnovato e andrà a  soddisfare concretamente le esigenze  della comunità nell’assistenza tra ospedale e territorio.  Avrà il compito di formulare delle proposte per il miglioramento dell’assistenza territoriale analizzandone il contesto attuale» e «mettendo a confronto l’esperienza piemontese con quella di altre Regioni italiane» interloquendo con  rappresentanti del mondo accademico e sanitario, afferma  Icardi . Con loro vi sarà anche Alessandro Stecco, neuroradiologo e presidente Commissione Sanità del Consiglio regionale.

Un team specialistico medico – scientifico di  esperti. Opereranno a fianco dell’Assessore Icardi il medico nucleare Ferruccio Fazio che presiederà la task force, figura  che nel 2009, quando allora era viceministro della Salute, coordinò l’Unità di crisi nazionale  per gestire l’emergenza causata dal virus A/H1N1,  diffusore dell’influenza  suina, e attualmente sindaco di Garessio nel cuneese. Lavoreranno con lui il prof. Giovanni Di Perro, responsabile   delle Malattie infettive dell’Ospedale  torinese Amedeo di Savoia, il presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Torino Guido Giustetto, il coordinatore straordinario per il coronavirus dell’Asl di Vercelli ed esperto in manegement strategico, innovazione nel settore sanitario e scienze della vita,  il presidente dell‘Ordine delle professioni infermieristiche di Torino il dr. Massimiliano Sciretti e Paola Brusa, segretario dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Torino e professore associato del Dipartimento e Tecnologia del Farmaco dell’Università degli Studi di Torino..

Obiettivi: Insediatosi martedì 21 aprile, il team opererà nel passaggio della Fase 2 dell’emergenza Covid. Si procederà con un’analisi delle carenze strutturali per passare a progetti mirati in particolar modo  a migliorare il sistema della medicina territoriale.   Darà un primo consulto in previsione delle misure di contenimento sociale in prossimità dello scadere del 3 maggio del decreto anti Covid-19  ed elaborerà con la Giunta a un piano sanitario che sarà presentato  entro luglio.

Una struttura ospedaliera “da campo” dedicata ai pazienti Covid-19 in fase acuta e post-acuzie, realizzata a Torino nell’area delle OGR,  è stata aperta ai primi pazienti domenica 19 aprile, nell’intento di poter sollevare gli ospedali dal Covid-19 per poter far riprendere le loro attività precipue.  Un’altra simile struttura è quella di Verduno nel cuneese.

Dal bollettino dell’Unità di crisi della Regione Piemonte sul Covid-19, di domenica 19 aprile,  sono saliti a 2.379 le persone decedute con positività al Covid-19 di cui 466 ad Alessandria, 119 ad Asti, 147 a Biella, 175 a Cuneo, 220 a Novara, 991 a Torino, 136 a Vercelli, 99 nel Verbano-Cusio-Ossola e 26 residenti non in Piemonte.

Mentre aumenta il numero dei guariti, risultati negativi ai due test al termine della malattia, che con 185 si arriva a 2.625 persone,  purtroppo anche i contagiati sono in aumento, con 563 in più rispetto a sabato 18 arrivando a 21.144. È la terza a confronto con le altre realtà regionali italiane per numero di contagi preceduta da Emilia Romagna con 22mila persone positive e la Lombardia al primo posto con più di 66mila casi secondo i dati aggiornati a domenica pomeriggio  19 aprile forniti dal Dipartimento della Protezione Civile.  I contagi sono in aumento e l’assessore alla Sanità Icardi ha precisato sul sito regionale  al riguardo che la diminuzione dei casi in terapia intensiva, il calo dei casi gravi concorrono insieme all’«aumento dei tamponi effettuati» all’aumento del numero.

I ricoverati in terapia intensiva sono 304, diminuiti di 18 unità rispetto ai dati di sabato scorso e  gli altri ricoverati sono 3.296. Si trovano in isolamento domiciliare 10.868 persone.

Sono stati eseguiti finora 99.008 tamponi diagnostici di cui 50.919 hanno avuto esito negativo.

Secondo uno studio dell’Osservatorio nazionale sulla Salute delle regioni italiane dai dati della Protezione Civile  la ripresa delle attività economiche, sociali e culturali del Paese e degli spostamenti di persone dalle misure restrittive adottate per contenere l’emergenza da Covid-19 avverrà in tempi diversi e graduale da regione a regione. Le proiezioni elaborate da Walter Ricciardi  direttore dell’Osservatorio e  Ordinario di igiene all’Università Cattolica insieme ad Alessandro Solipaca direttore scientifico dell’Osservatorio valutano l’andamento del rischio di nuovi contagi considerando la situazione epidemiologica fornita dalla Protezione Civile nei rapporti quotidiani dal  24 febbraio al 17 aprile scorso. Dipende dal tempo di riduzione dell’epidemia.

Si suppone Basilicata e Umbria siano le prime ad uscire dal contagio da Covid-19 in quanto riportano al 17 aprile solo 1 e 8 nuovi casi mentre le ultime sarebbero quel del Centro-Nord. Per la Lombardia, la prima a rilevare il virus, l’azzeramento dei nuovi casi non sarà prima del 28 giugno e del 27 giugno per le Marche perché la riduzione è molto lenta. Nel Lazio entro il 12 maggio e nel Sud Italia si potrebbe intravedere un azzeramento di nuovi casi di contagio già verso la fine di aprile e inizio maggio.   Un’anticipazione della ripresa laddove l’epidemia retroceda lentamente finirebbe, a detta degli esperti per «riportare le lancette dell’epidemia e vanificare gli sforzi e i sacrifici sin ora effettuati».

Tabella 1. Persone (valori assoluti) positive e decedute al 17 aprile 2020 per Covid-19 e data minima di assenza di nuovi casi di contagio per Regione. 

 Regioni Totale positivi al 17 aprile 2020 Totale decessi al 17 aprile 2020 Nessun nuovo caso (non prima di)
Piemonte19.8032.17121/05/2020
Valle d’Aosta99312313/05/2020
Lombardia64.13511.85128/06/2020
Bolzano-Bozen 2.296 234 26/05/2020
Trento 3.376 342 16/05/2020
Veneto15.3741.02621/05/2020
Friuli Venezia Giulia2.67522019/05/2020
Liguria6.18886614/05/2020
Emilia-Romagna21.8342.90329/05/2020
Toscana8.11060230/05/2020
Umbria1.3375721/04/2020
Marche5.66878527/06/2020
Lazio5.52433212/05/2020
Abruzzo2.44324607/05/2020
Molise2691626/04/2020
Campania3.95129309/05/2020
Puglia3.32730707/05/2020
Basilicata3372221/04/2020
Calabria9917301/05/2020
Sicilia2.62519030/04/2020
Sardegna1.1788629/04/2020

Anche per la Fondazione Gimbe, la situazione a due settimane dal termine non è rassicurante perché «gli incrementi percentuali negli ultimi 7 giorni sono ancora molto elevati anche nelle regioni che si trovano nel quadrante verde, fatta eccezione per l’Umbria». Nel modello proposto, su due variabili, quello della  prevalenza con una stima indiretta dei contagi non noti e l’incremento percentuale dei casi totali, risultano nell’area verde il Friuli Venezia – Giulia e le regioni del Sud, isole incluse, eccetto la Puglia.

Figura I. Covid-19: posizionamento delle Regioni in relazione a prevalenza e ad incremento percentuale dei casi (settimana 12-19 aprile) – Fondazione Gimbe
Note: La prevalenza è calcolata impiegando il numero dei casi totali comunicati dalla Protezione Civile e la popolazione residente al 1 gennaio 2019 secondo i dati Istat.
La linea orizzontale indica la media nazionale dell’incremento percentuale dei casi nelle settimane dal 12 al 19 aprile. La linea verticale indica il dato di prevalenza nazionale.
Il modello assume che il numero dei tamponi effettuati per 100mila abitanti sia identico in tutte le Regioni.

 

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(aggiornamento 23 aprile 2020)
Redazione Bioetica News Torino