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Fine vita. No eutanasia, no alla “logica dello scarto”, cure palliative nella Dichiarazione congiunta Associazioni Cattoliche

11 Luglio 2019

No a trattamenti clinicamente inefficaci o sproporzionati, uso più diffuso delle cure palliative, no all’eutanasia, no alla “logica dello scarto” verso chi è molto vulnerabile o gravemente malato attraverso riduzione o annullamento di risorse e ausilii. Questi sono alcuni dei nove punti citati nella dichiarazione firmata da sei organizzazioni cattoliche il 10 luglio (Associazione Scienza & Vita, Forum delle Associazioni Familiari, Movimento per la Vita, Associazione Medici Cattolici Italiani, Forum Associazioni socio-sanitarie, Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici) sul fine vita sollecitando il Parlamento a intervenire.

Vi sono 5 proposte di legge in tema di eutanasia e suicidio assistito da discutere mentre si avvicina sempre più la data del 24 settembre in cui la Corte Costituzionale si deve esprimere sulla legittimità costituzionale del reato penale di aiuto al suicidio (art. 580) riferita alla vicenda Cappato nel caso del Dj Fabo (207/2018).

La Dichiarazione è pubblicata all’indomani del Seminario di oggi pomeriggio organizzato a Roma, presso Palazzo Maffei Marescotti,  da  Libero Coordinamento intermedio «Poli Pro Persona», promosso da oltre una trentina di associazioni del laicato cristiano sul tema “Diritto” o  “condanna” a morire per vite inutili?   Il Servizio Sanitario verso la cultura dello scarto dopo l’ordinanza 207/2018 della Corte Costituzionale pro eutanasia?  con gli interventi di Alfredo Mantovano, magistrato e vicepresidente Centro Studi Livatino, Assuntina Morresi del Comitato nazionale di Bioetica e docente all’Università di Perugia e di testimonianze utili per il dibattito parlamentare.

 

Di seguito il documento integrale della Dichiarazione:

1. In vista dell’imminente decisione della Corte Costituzionale sul tema del fine vita, chiediamo che il Parlamento, consapevole delle proprie responsabilità istituzionali, eserciti pienamente e tempestivamente la propria funzione legislativa in materia.

Dal canto nostro, desideriamo riaffermare brevemente il nostro convincimento, in nome del quale ci sentiamo spronati a dare il nostro fattivo contributo nella società attuale, per la costruzione di una rinnovata convivenza civile improntata sul profondo rispetto di ciascun essere umano, soprattutto se debole e vulnerabile.

2. Riconosciamo che ciascuna vita umana individuale è un bene in se stessa, al di là delle circostanze che di fatto segnano la sua parabola esistenziale; la peculiare dignità umana che contraddistingue ogni singola persona, dal primo istante della sua esistenza fino alla morte, accomuna la famiglia umana e ci rende tutti uguali in valore.

Riconosciamo, di conseguenza, che per ogni essere umano sussiste il dovere morale di prendersi cura della vita e salute propria e altrui, in un clima di solidale reciprocità.

3. Abbiamo piena consapevolezza del fatto che, talora, malattia e sofferenza irrompono in modo inarrestabile nel nostro cammino, “ferendo” in profondità la nostra storia personale e ponendo sulle nostre spalle pesi estremamente gravosi.

Siamo convinti che, specialmente in tali circostanze, la persona che sperimenta “vulnerabilità” abbia diritto a non rimanere sola col proprio carico umano, ma debba ricevere dalla comunità (nella misura delle responsabilità proprie di ciascun ruolo) ogni aiuto necessario per curare la malattia e lenire la sofferenza, in nome del legame di solidarietà e comunanza coessenziale al nostro stesso “essere umani”.

4. Consideriamo che, pur giovandosi di un continuo ed auspicabile progresso, la medicina attuale applicata ai casi clinici concreti talora mostri dei limiti insuperabili in ordine alla guarigione; in tali casi, con convinzione piena, riteniamo doveroso per il medico astenersi dall’insistenza in trattamenti che, di fatto, si dimostrassero clinicamente inefficaci o sproporzionati.

5. In particolare, desideriamo richiamare e rilanciare l’urgente esigenza di aumentare sforzi e risorse per una maggiore implementazione delle cure palliative, in grado di assicurarne l’effettiva fruibilità su tutto il territorio nazionale per le persone che ne hanno necessità, come del resto sancito dalla legge 38/2010.

6. Con altrettanta convinzione, nella nostra società spesso connotata da forme di utilitarismo ed efficientismo, rifiutiamo senza tentennamenti ogni “logica di scarto” tendente a considerare le persone insolubilmente segnate dalla malattia o da altre vulnerabilità (età avanzata, disabilità, patologie psichiatriche, ecc…) come una sorta di “peso infruttuoso” per la comunità, tanto da ritenere opportuno ridurre (o addirittura annullare) risorse ed ausilii a loro vantaggio, a prescindere dai loro effettivi bisogni.

7. Alla luce di ciò, desideriamo infine esprimere congiuntamente il nostro più fermo rifiuto di ogni atto di eutanasia, in tutte le sue forme e modalità, ovvero di ogni scelta intenzionale e diretta finalizzata ad anticipare la morte allo scopo di interrompere ogni sofferenza. Siamo infatti convinti che la malattia, il dolore e la sofferenza, nella loro cruda e gravosa realtà, esigano una risposta autenticamente “umana”, costruita sull’amore, sulla condivisione e sul servizio, oltre che sull’ausilio della migliore medicina; mai esse meritano di ricevere come risposta la sbrigativa e fuorviante violenza dell’eutanasia, umanamente falsa, lesiva dell’integrità della vita e offensiva della dignità umana.

8. Guardiamo con estremo favore alla recente presa di posizione pubblica da parte delle Federazioni degli Ordini dei medici e degli Infermieri, che considerano il proprio coinvolgimento in eventuali pratiche eutanasiche in piena ed inaccettabile contraddizione con le finalità e i valori originari dell’arte medica, espressi e confermati nei vigenti codici deontologici di categoria.

Guardiamo con uguale favore ad altre iniziative e prese di posizione che condividano la nostra prospettiva valoriale.

9. Auspichiamo pertanto che una simile violazione della vita umana, quale è l’eutanasia, non debba mai trovare avallo e giustificazione nell’ordinamento giuridico del nostro Paese.

A tale proposito, fin da ora invitiamo le persone che fossero interessate all’evento del prossimo 11 settembre, a Roma, per una giornata di riflessione e approfondimento di queste tematiche (maggiori dettagli verranno diffusi quanto prima).

FIRME

Associazione Scienza & Vita

Forum delle Associazioni Familiari

Movimento per la vita

Associazione Medici Cattolici Italiani

Forum Associazioni Socio-Sanitarie

Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici

Redazione Bioetica News Torino