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Il ministero sceglie un torinese per rivoluzionare gli ospedali Enrichens dalla Città della Salute a Roma: al via il monitoraggio dei medici

08 Febbraio 2016

È un momento d’oro per Francesco Enrichens e la Città della Salute. Il direttore del dipartimento di emergenza e accettazione di Cto, Molinette, Regina Margherita e Sant’Anna è entrato a far parte del comitato scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e ora nominato direttore dell’ufficio III del Ministero della Salute. Una doppia promozione, che di riflesso rende onore agli ospedali torinesi che rappresenta e da cui si metterà in aspettativa. Anzi, «in comando»: è questo il termine tecnico che si usa quando si riceve la chiamata dall’alto. Ovvero dal ministro Beatrice Lorenzin, che ha già formalizzato le cariche scientifiche dell’Iss che s’insedieranno il 16 febbraio, e nei prossimi giorni firmerà la nomina a capo dell’ufficio che si occupa dei rapporti con gli ospedali ma anche di rischio clinico, qualità dell’attività e progettazione sanitaria. Incarico che partirà a marzo.

Promozione romana. «Non mi sarei mai aspettato di chiudere la carriera a Roma, in ambito nazionale», commenta il dottor Enrichens. Ha 62 anni e dal 2013 dirige il Dea dell’intera Città della Salute: è stato coordinatore del Gruppo per l’emergenza sanitaria della Conferenza Stato-Regioni, membro di commissioni ministeriali, nella cabina di regia del Ministero sulla malasanità in Sicilia e tutt’oggi è fra gli esperti dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Insomma, l’esperienza non gli manca. Piuttosto gli mancherà l’adrenalina da pronto soccorso, da cui non si separa da trent’anni. «Al Ministero mi aspetta un compito non facile: sappiamo bene quali sono le avversità della sanità nazionale e spero di essere all’altezza. Sicuramente da lì potrò essere più utile nella gestione pratica dei problemi».

La ricetta ideale. Il dottor Enrichens già conosce i nodi che dovrà sbrogliare, come «le differenze fra ospedali, che dovrebbero offrire gli stessi standard al Nord come al Sud, o nella stessa Regione». Equità delle cure, quindi, «puntando sulla trasparenza, facendo tesoro del lavoro svolto dall’Agenas», che valuta lo stato di salute degli ospedali e delle Asl italiane. Da questa ricerca ogni anno vengono stilate delle graduatorie: «Ora c’è per alcuni reparti e settori, ma si arriverà al monitoraggio dei singoli medici», ovvero a valutare gli specialisti in base all’esito degli interventi che svolgono. Una proposta che sta già sollevando problemi sulla privacy, ma che il Piemonte vorrebbe sperimentare da quest’anno. «Altra sfida sarà l’incremento dei servizi territoriali, in modo da lasciare agli ospedali di secondo livello solo le visite specialistiche»: si tratta di dirottare l’assistenza di base sulle Asl, così come le prime visite, lasciando a realtà come il Cto o le Molinette solo i casi più gravi, risolvendo il problema delle liste d’attesa. Con l’altro incarico «porterò la mia esperienza nella medicina d’urgenza al servizio dell’Istituto Superiore di Sanità, per affrontare situazioni complesse ma anche dare indicazioni sull’attività scientifica». Attenzione quindi ai pronto soccorso e alle emergenze sanitarie che si presenteranno in futuro, per non trovarsi impreparati davanti a epidemie come l’ebola o il virus Zika.

Valzer delle cariche. Al direttore dell’ufficio III spetta anche un ruolo strategico nella progettazione. «Un importante riconoscimento per un dottore dalla comprovata professionalità, vanto per la centralità che la Città della Salute ha nel sistema sanitario nazionale», afferma il direttore generale Gian Paolo Zanetta. «Per noi Enrichens è una figura chiave in un periodo che ci porterà spesso a Roma per il futuro del Parco della Salute: confrontarci con chi conosce bene la nostra realtà non può che essere positivo». Per quanto riguarda l’attuale incarico, «stiamo studiando una riorganizzazione delle chirurgie, in modo da nominare da subito un facente funzione». Ancora non circolano nomi, ma pare si tratterà di un «uomo di casa», dell’equipe medica che già lo affianca.

Noemi Penna
Fonte: «La Stampa.it»

Redazione Bioetica News Torino