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“In ascolto del grido della terra e dei poveri” per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile alla Conferenza internazionale in Vaticano

06 Marzo 2019

A New York, nella sede delle Nazioni Unite, dal 24 al 25 settembre, si terrà il prossimo Summit sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) per valutare i passi compiuti finora nei 17 obiettivi da realizzarsi entro il 2030, contenuti nell’Agenda istituita nel 2015, a cui hanno aderito più di 190 nazioni, ed accelerarne lo sviluppo per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni più povere e  più sofferenti a causa della disuguaglianza economica con i Paesi più  industrializzati, di un’economia e di una società attenta ai bisogni delle persone e allo stato di salute del pianeta su cui abitiamo.

In preparazione a tale Summit il Dipartimento per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (DSCUI) e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso hanno promosso una Conferenza internazionale in Vaticano che si svolgerà nell’Aula nuova del Sinodo, domani 7 marzo  fino a sabato 9,  dove parteciperanno rappresentanze del mondo accademico, politico, economico, religioso. Lo scopo dell’incontro è chiaramente espresso.  «Non è sull’evoluzione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDCs)⌈…⌉ la conferenza è su come le voci religiose possono contribuire al dialogo presso le Nazioni Unite e a livello mondiale sullo sviluppo umano e al raggiungimento degli SDGs. Noi, quindi, non ospitiamo una conferenza semplicemente per discutere questioni attorno allo sviluppo. Piuttosto aiutare l’un l’altro ad adottare una conversione ecologica e totale  che può trasformare il mondo. E noi dobbiamo farlo urgentemente. Un grido che richiama una risposta immediata e urgente!»: sono le parole del Cardinale  monsignor Peter K.A. Turkson, prefetto del Dicastero pontificio DSCUI, nel suo discorso di presentazione della Conferenza in Vaticano, tenutasi martedì scorso.

Con l’apporto di esperti di diverse religioni, da quella abramitica a induista, taoista, indigena,  si vuol attraverso il dialogo con le istituzioni internazionali avere uno sguardo più ampio della situazione reale con le diverse prospettive religiose offerte sui 17 punti dell’Agenda 2030 e pensare insieme ad agire con urgenza in sintonia con il sentire e le esigenze dei poveri e con le necessità di un pianeta, sfruttato e devastato dall’operato umano,  di cui prendersi cura per poter garantire un futuro sostenibile alle nuove generazioni.

Il tema della Conferenza richiama all’esortazione di Papa Francesco nella Laudato si’ (2015) sulla costruzione di una casa comune per affrontare la crisi economica, ambientale ed antropologica della società contemporanea, come riferisce il Cardinale Turkson citando dall’enciclica: «È necessario ricorrere anche alle diverse ricchezze culturali dei popoli, all’arte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualità. Se si vuole veramente costruire un’ecologia che ci permetta di riparare tutto ciò che abbiamo distrutto, allora nessun ramo delle  scienze e nessuna forma di saggezza può essere  trascurata, nemmeno quella religiosa con il suo linguaggio proprio» (LS 63).

La missione della Chiesa accanto e al servizio dei  più poveri in molte parti del mondo è importante nello sviluppo della società civile.  Turkson  ne evidenzia la presenza concreta con scuole, investimenti e servizi sanitari.

Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partneriato sono i cinque punti chiave che ciascuno dei 17 obiettivi sostenibili contiene per raggiungerli con rigoroso impegno in collaborazione con i diversi Paesi membri e attorno ai quali lavoreranno i gruppi di lavoro della Conferenza. Obiettivi nati da esigenze reali  a cui bisogna dare risposte calate alle situazioni, alle storie di vita delle persone. Sono tanti i nodi della privazione dei diritti umani fondamentali, dal cibo  all’acqua alla salute, al lavoro alla distruzione del nostro pianeta, e poi anche le questioni del cambiamento climatico, degli usi energetici rinnovabili, del consumo di risorse.

«Portando insieme persone che condividono la nostra comune visione per il benessere dell’intera creazione possiamo lottare per trovare modi di promuovere responsabilmente una nuova realtà che attualizzi gli Obiettivi» afferma sr Sheila Kinsey, Co-Segretaria Esecutiva della Commissione JPIC dell’USG-UISG, organizzazione mondiale di Superiori Generali di Istituti di religiose cattoliche.

Programma. Apre la tre giorni sul tema Religions and the Sustainable Development Goals (SDGs): Listening to the cry of the earth and of the poor con una riflessione spirituale dei bambini dell’asilo del Bambino Gesù e della Casa Famiglia Maria Adriani Aprosio che si rivolgono al mondo degli adulti richiamandoli alla preghiera e di essere coscienziosi in ciò che stanno creando per il loro  futuro. Alle osservazioni del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, di monsignor Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e di un rappresentante delle Nazioni Unite, l’introduzione al rapporto tra Religione e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili del Cardinale Peter K.A. Turkson, prefetto del Dicastero per la promozione integrale dello sviluppo umano. Prospettive religiose dal comitato ebraico americano, dalla federazione mondiale luterana e dalla Corte islamica sunnita in Saida (Libano).

Per ogni punto chiave vengono espressi due interventi, uno da un rappresentante di un’istituzione internazionale e l’altro da un esperto di religione. Riguardo a Persone e a Pianeta vengono trattati le situazioni di cibo e della guerra da Renè Castro Salazar assistente direttore generale presso il Dipartimento Clima, Biodiversità, Terra e Acqua alla Fao e dal dr Vandana Shiva, Navdanya Trust (India) che porta una prospettiva induista; poi salute e clima con il direttore del dipartimento di Salute Pubblica, Ambiente, Determinanti sociali di Salute presso OMS con il dr Maria Neira-Gonzalezh e con il Maestro Leung Tak Wah, Fung Ying Seen Koon di Hong-Kong che presenta una prospettiva taoista. Infine Urbanizzazione e comunità con Mr. Frédéric J. Saliez del Human Settlements Office UN-HABITAT accompagnato dall’intervento di Ms. Marcivana Sateré Mawé Paiva della Cáritas Arquidiocesana de Manaus (Brazil) che contribuisce con un punto di vista indigeno. Seguono interventi del fondatore e del Ceo Mr Roland Schatz e di Ms. Kitty van der Heijden vice presidente e direttore Europe & Africa, World Resource Institute che fa una sintesi della sessione.

Su Prosperità e Pace l’attenzione è posta dal lavoro e crescita. Ne parlano il rev.Rev. Swami Agnivesh del onded Labour Liberation Front dall’India, assieme ad visione cattolica di Msgr. Robert Joseph Vitillo, segretario generale della Commissione Migrazione cattolica internazionale(ICMC); su Energia e consumo il dr Ivan Vera, independent Senior International Consultant on energy, water and sustainable development presso le UN accompagnato da un punto di vista induista del venerendo Atmapriyananda vicecancelliere Ramakrishna Mission Vivekananda University, Belur Math nel West Bengal (India). Sulla Pace Ms. Maria Eugenia Paola, coordinatrice dell’Ambiente e del Programma Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite affiancata dalla prospettiva musulmana con il dr Abdelmajid Tribak della Divisione di Ambiente sostenibile e risorse naturali presso Science and Technology Directorate Isesco. La sintesi sarà di Mr Raymond Van Ermen,consulente al presidente European Partners for the Environment.

La seconda giornata riguarda i contributi provenienti dal Partneriato, dal padre Joshtrom Kureethadam del DPIHD, da un giovane, dal segretario del Pontificio Consiglio per la Cultura mons. Paul Tighe, dal sottosegretario del Ministero per la Cooperazione economica e lo Sviluppo dr Maria Flachsbarh della Germania e dal Movimento dei Focolari. Poi incontri sul partneriato interreligioso con i rappresentanti di religioni diverse, islamica, induista, giudaica, buddista, confucianesimo, sikh, giainista, aborigena Africana.

La terza giornata prosegue con gli interventi su iniziative interreligiose da parte di Mr Omar Shaik del Consilio Finanziario Islamico della Gran Bretagna, del rabbino dr. Frank Dabba Smith di Eco-Peace Middle East, di Mr. Stephen Hecht di Million Peacemakers, Mr Ulrich Nitschke del Partnership internazionale su Religione e Sviluppo sostenibile, dall’Associazione Casa Famiglia Rosetta, dal vescovo emerito mons. Gunnar Stalsett della Chiesa di Norvegia e Presidente onorario Religioni per Pace.
Dopo i lavori dii cinque gruppi, l’intervento del Direttore generale delle Nazioni Unite a Ginevra concluderà il cardinale Peter K. A. Turkson.

Redazione Bioetica News Torino