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Inclusione scolastica: Mascherine trasparenti “certificate”

03 Maggio 2021

Tante sono le tante difficoltà in cui le persone con disabilità si trovano ad affrontare la vita ogni giorno facendole sentire emarginati o diverse dai propri coetanei: quando vi sono intralci sui marciapiedi e si trovano dinanzi altre barriere architettoniche che impediscono la libertà di muoversi, quando non si riesce a far parte della società come si vorrebbe perché non chiamati al lavoro, quando non è sostenuti adeguatamente, quando non si può apprendere come si dovrebbe perché non sempre c’è un insegnante di sostegno.

Il Covid-19 ha aggravato la loro situazione anche sul piano della salute facendo slittare e annullare visite importanti e con una parziale descrizione iniziale, di recente corretta, delle tipologie di fragilità nella priorità per la campagna vaccinale anti-Covid-19.

E la mascherina “chirurgica”, abitualmente indossata a scuola, segna un’ulteriore ferita all’inclusione scolastica perché le persone con difficoltà uditive non riescono a comunicare senza leggere le espressioni del volto e la lettura attraverso le labbra. Era il 24 novembre scorso quando il ministro per le disabilità scriveva del problema indirizzando unitamente al Ministero dell’Istruzione la richiesta al Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 e all’Inail di individuare produttori per avere sul mercato mascherine trasparenti certificate: «Al momento non esistono mascherine “trasparenti” certificate dall’INAIL, che possano essere distribuite attraverso le strutture commerciali e in ambienti pubblici come gli ospedali, gli ambulatori e le scuole, poiché non sono garantiti i requisiti di sicurezza, ergonomia ed efficacia necessari.»; erano da poco diffuse quelle sì trasparenti ma di comunità. Un problema serio che impediva di comunicare con le misure restrittive antiCovid-19, tanto è vero che a quella richiesta del ministero delle disabilità aveva fatto seguito una circolare del Ministero dell’Interno in cui chiedeva nei controlli sull’osservanza delle misure di prevenzione della diffusione del contagio da Covid-19 di assumere ogni possibile iniziativa tesa a ridurre il rischio di isolamento delle persone sorde o con ipoacusia, facendo consentire l’uso temporaneo di abbassamento della mascherina nell’interloquire con persone affette da problemi di udito nelle pratiche quotidiane e negli ambienti sanitari.

Non può che giungere positivamente la notizia da parte del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 generale Figliuolo della fornitura prevista in due lotti di 3,5 milioni ciascuno di mascherine facciali monouso a uso medico prima classe del tipo II R certificati dall’Istituto Superiore di Sanità, a maggio e a giugno, destinati nelle scuole per far fronte alle esigenze di quanti hanno difficoltà uditive con ipoacusia, con impianti cocleari o apparecchi acustici. il tipo di mascherina II R è stato messo alla prova in via sperimentale in due istituti scolastici nella capitale romana e nella provincia di Padova. Saranno fruibili nell’intera classe dove vi sono studenti con disabilità uditive compreso gli insegnanti: lo ha spiegato l’ad dell’azienda produttrice Dienpi Doriana Marini all’Ansa. Si tratta di una maschera di tessuto non tessuto in polipropilene e poliestere in triplo strato, testato per sostanze nocive, di colore bianco ottico.

redazione Bioetica News Torino