Indagine Caritas. Tra marzo e maggio 90mila famiglie in difficoltà, oltre la metà italiani e aumentano i nuovi poveri
02 Luglio 2020La perdita del lavoro e delle fonti di reddito crescono e rappresentano la realtà di quasi il totale delle persone (95%) che si sono rivolte per un aiuto presso i centri diocesani della Caritas. Quasi 450 mila persone hanno varcato la soglia di tali centri da marzo a maggio e di queste il 61,6% sono di nazionalità italiana, con un ingresso del 34% fra queste che si sono recate per la prima volta, i nuovi poveri. Lo rilevano i dati raccolti in un’indagine nazionale condotta dalla Caritas dal 3 al 23 giugno presso 169 centri su 218, campione rappresentativo per il 77,5%.
Il servizio alle persone bisognose che hanno richiesto un aiuto si è concretizzato verso 92mila famiglie in difficoltà attingendo a fondi diocesani, più di 3mila famiglie per il supporto alla didattica a distanza e lo smart working, e poi alle piccole imprese, 537. Si tratta di servizi molteplici e anche nuovi come quelli che l’emergenza Covid-19 ha fatto emergere, dalla fornitura di dispositivi di protezione individuale a igienizzanti all’alloggio per la quarantena/isolamento alla rimodulazione dei servizi per senza dimora per garantire standard di sicurezza e al supporto e orientamento all’applicazione delle misure amministrative e governative. Un’opera di prossimità degli operatori e dei volontari Caritas che hanno cercato nello stare loro accanto attraverso l’accompagnamento al lutto, nei bisogni legati allo studio, in ospedale e nelle Rsa, nell’assistenza domiciliare, nel fare la spesa e consegna dei pasti a domicilio e da asporto, nell’acquisto dei farmaci e prodotti sanitari e nell’assistenza al disagio psicologico e psichico e ai problemi abitativi.
Agli sportelli dei centri di ascolto e dei servizi Caritas si sono affacciate persone del mondo del lavoro in tutte le sue diverse e fragili sfaccettature dai disoccupati alla ricerca di un lavoro alle persone con lavori irregolari che l’epidemia le ha bloccate ai precari e saltuari senza ammortizzatori sociali ai dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria/in deroga, agli autonomi in attesa di un bonus di 600/800 euro. Ma anche chi ha lavorato ed è in pensione e chi si è occupato delle incombenze domestiche, della cura della casa e della famiglia, le casalinghe.
Oltre alle problematiche di tipo occupazionale sono emersi dall’ascolto problemi diversi, dalla difficoltà nel visitare o nel mantenere contatti con parenti o congiunti in carcere a quelli legati a violenza e maltrattamenti in famiglia , alla diffusione del gioco d’azzardo e scommesse e all’usura e all’indebitamento.
Viene anche segnalato un piccolo spiraglio positivo da parte del 28,4% delle Caritas che hanno rilevato dopo l’isolamento forzato dovuto all’emergenza da Covid; un timido inizio di ripresa nell’ordinarietà delle risposte alle persone più bisognose, dato da un calo delle domande di aiuto.
Un altro aspetto positivo è stato l’ingresso di numerosi giovani che si sono offerti nella fase acuta della pandemia non facendo venire meno i servizi coprendo molte persone anziane ultra sessantacinquenni che sono dovute rimanere in isolamento a casa in via precauzionale. Ingresso che si registra già nel precedente monitoraggio rilevato dal 9 al 24 aprile presso 101 centri caritas, segno di sensibilità e attenzione ai problemi da parte dei giovani. L’epidemia da Covid-19 ha mietuto purtroppo vittime anche in questo rapporto di giugno tra operatori e volontari con 20 deceduti tra i 179 che si sono contagiati di cui 95 sono stati ricoverati.
Già nella prima rilevazione del monitoraggio sulla situazione dei bisogni delle persone che si rivolgono alla Caritas in piena emergenza da Covid-19 effettuato ad aprile è emerso che erano raddoppiati (+ 105%) i nuovi poveri, 38.580, che tra le diverse problematiche quella legate al lavoro e di tipo economico (aiuto nel pagamento di bollette e affitti) risultavano il 98% dei casi e tra le richieste erano aumentate quelle di cibo come la distribuzione di pasti da asporto e consegna a domicilio per oltre 56000 persone e di sussidi aiuti economici come pagamento di bollette, affitti (87,1%).