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112 Maggio 2025
Bioetica News Torino

La Bioetica nel Magistero di Papa Francesco

Gli argomenti della Bioetica sono entrati nel Magistero di Papa Bergoglio in modo originale e, per certi versi, innovativo. I temi fondamentali, quali la tutela della vita, della sua indisponibilità ed inviolabilità, la dignità ed i diritti umani si sono infatti sviluppati attraverso una prospettiva più ampia e declinati sullo sfondo dell’ecologia integrale e delle diseguaglianze sociali. L’articolo del Prof. Giuseppe Zeppegno ripercorre in modo inequivocabilmente sintetico, ma molto efficace, questi contenuti, i cui semi verranno sicuramente raccolti ed ulteriormente sviluppati. La disciplina bioetica è nata dalla necessità di costruire ponti tra i saperi e verso il futuro. Allo stesso modo Francesco durante il suo pontificato è stato un infaticabile costruttore di ponti e tessitore di speranza.

Enrico Larghero


Papa Francesco «con il vocabolario che gli era caratteristico e col suo linguaggio ricco di immagini e di metafore, ha sempre cercato di illuminare con la sapienza del Vangelo i problemi del nostro tempo, offrendo una risposta alla luce della fede e incoraggiando a vivere da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti, che amava qualificare “cambiamento di epoca”». Questa attestazione, tratta dall’omelia pronunciata durante il funerale dal Cardinal Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, ben sintetizza l’operato del Pontefice passato all’altra vita il 21 aprile scorso. 

Saranno certamente molte nel prossimo futuro le riletture del suo magistero, per tanti versi innovativo, sia nei modi, sia nei contenuti. A pochi giorni dalla sua dipartita, sembra però utile offrire alcune prime considerazioni sulla sua attenzione alla bioetica. Ha confermato fin dall’omelia d’inizio del suo pontificato la determinazione a sostenere, in consonanza con i suoi predecessori, la cultura della vita. Ha perciò invitato ad avere «rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo». La stessa decisione di chiamarsi Francesco, primo papa nella storia a scegliere questo nome, è indicativa dell’indirizzo che desiderava dare al suo ministero petrino. Egli stesso ha chiarito il senso di questa scelta nella Laudato sì, prima enciclica interamente dedicata all’ambiente, affermando che il Poverello d’Assisi era per Lui fonte di ispirazione e guida per la sua «attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati». 

Ha così proposto un ecologismo innovativo, animato dalla consapevolezza che non si può affrontare la crisi climatica in atto senza considerare le emergenze sociali che caratterizzano la nostra epoca e senza porre attenzione a tutti gli scartati della società. Consapevole del servizio che i cristiani possono offrire, già nel suo documento programmatico, l’Esortazione Evangelii gaudium, ha invitato ad essere Chiesa in uscita, discepoli missionari capaci di varcare le soglie delle sacrestie per coinvolgersi efficacemente e senza riserve nelle vicende di questo mondo. Di peculiare importanza è stato quindi l’invito espresso nella già citata Laudato si’ a promuovere una «ecologia integrale». Nell’Enciclica Fratelli tutti ha ulteriormente specificato questo concetto ribadendo che la cura dell’ambiente e la dignità di ogni persona deve essere capace di superare le barriere geografiche, culturali e religiose per costruire una società pacifica e per garantire un futuro sostenibile per tutti. Ha altresì denunciato l’indifferenza dei poteri economici nei confronti della tutela della casa comune e ha messo in guardia dai rischi derivanti da uno sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. 

Altrettanto significativa è stata l’Esortazione apostolica Laudate Deum, pubblicata nell’ottobre 2023 con lo scopo di aggiornare l’Enciclica Laudato si’. Il documento ha riaffermato l’urgenza di agire in modo responsabile per fronteggiare il cambiamento climatico e per dare un volto etico allo sviluppo tecnologico che rischia di aumentare il divario tra le popolazioni agiate e quelle più povere. Ha inoltre auspicato l’istituzione di un’autorità mondiale per la promozione del bene comune e ha offerto significativi suggerimenti anche di carattere pratico per la XXVIII Conferenza sul clima che si sarebbe svolta nel dicembre dello stesso anno a Dubai. Avrebbe voluto essere presente a quest’assise, ma la salute malferma gli ha impedito di prendervi parte. 

Consapevole che le argomentazioni bioetiche hanno bisogno di un serio fondamento scientifico e umanistico ha avuto una viva attenzione anche per la Pontificia Accademia per la vita. Ne ha promulgato il 17 ottobre 2016 un nuovo statuto in cui le ha riconfermato il compito di studiare, formare ed informare sui problemi riguardanti la promozione e la difesa della vita, in stretta collaborazione con la Segreteria di Stato e il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. L’11 febbraio 2019, in occasione del XXV anniversario dell’istituzione dell’Accademia, con la lettera Humana communitas, le ha manifestato ancora il suo apprezzamento per il lavoro svolto e ha rilevato la necessità di rilanciare un’etica universale, capace di affrontare le nuove sfide poste soprattutto dalle nuove tecnologie e dalla globalizzazione. Infine, negli ultimi tempi del suo pontificato, ha posto in più pronunciamenti l’attenzione sull’intelligenza artificiale riconoscendole il prezioso ruolo che può offrire per l’ecosostenibilità del pianeta e per la lotta contro la povertà. Ha però anche osservato che, se non sarà sapientemente governata, creerà nuovi dilemmi etici e nuove povertà. 

È auspicabile che la ricca e articolata riflessione che il Papa venuto dai confini del mondo ci lascia, non vada dispersa e possa essere foriera di un sempre maggiore impegno della Chiesa e di tutti gli uomini di buona volontà per la salvaguardia del pianeta e dell’intera umanità.

Giuseppe Zeppegno

© Bioetica News Torino, Maggio 2025 - Riproduzione Vietata

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