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News dal Mondo

La preoccupazione delle Nazioni Unite per la situazione afgana

13 Settembre 2021

Ai pericoli climatici, siccità e inondazioni, che mettono a dura prova le popolazioni nel mondo, soprattutto chi già versa in uno stato di povertà, ai rischi ambientali dovuti alle azioni politiche sprovvedute nei confronti dell’ambiente, alle economie lacerate dal nuovo coronavirus, alla pace violata nei territori occupati della Palestina alle situazioni di crisi umanitaria in Afghanistan, Nicaragua, Sir Lanka e in Myamar. Queste sono alcune tematiche di cui si discuterà una novantina di questioni presentate dagli esperti di diritti umani unitamente a situazioni in una quarantina di Paesi nella 48ma sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite da martedì 14 settembre fino all’8 ottobre nella sede di Ginevra.

Presieduto dall’ambasciatore Nazhat Shameem Khan of Fiji il Consiglio ha aperto i lavori lunedì mattina 13 settembre presentando l’intero programma.

All’apertura del 48mo Consiglio delle UN

Nella presentazione dei temi in agenda descrivendo le diverse realtà nei fatti più recenti, l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite Michelle Bachelet si è detta preoccupata per la situazione in Afghanistan dove si sono rilevati «rapporti  di vittime civili e abusi di diritti umani dovuti al combattimento nella valle di Panjshir come pure la crescente difficoltà lì causata dalla situazione di crisi umanitaria». Il Paese è entrato in una nuova e pericolosa fase in cui, come Bachelet sottolinea, molti afgani vivono il timore di perdere i propri diritti umani, soprattutto le donne, le comunità etniche e religiose».

Sono veritiere le denunce pervenute all’Ufficio dell’Alto Commissariato. Bachelet riporta le uccisioni per rappresaglia di un certo numero del personale che c’era prima delle Forze di sicurezza nazionale afgana e resoconti di ufficiali al servizio delle amministrazioni precedenti che con le loro famiglie sono stati trattenuti in modo arbitrario. Ci sono state poi parecchie denunce di talibani che ispezionavano di casa in casa alla ricerca di specifici ufficiali del governo e determinate persone che avevano cooperato con le forze di sicurezza e le compagnie degli Stati Uniti.

Come si osserva dai numerosi commenti politici e di persone di rilievo nei diversi ambiti della società, la formazione del ” nuovo governo” talebano insediatosi mercoledì scorso, non riconosciuto dalle nazioni unite ma pronte al dialogo, estromette la figura femminile dal potere politico; anche Bachelet afferma che oltre alla mancanza di inclusività delle donne, di pochi non pashtuns, di essere allarmata per la crescente crisi umanitaria e chiede di contribuire al progetto di assistenza umanitaria delle nazioni unite a difesa dei diritti umani, di quelli delle donne e di offrire sostegno ai paesi confinanti che danno copertura ad un più ampio numero di rifugiati afghani.

La situazione umanitaria in Afghanistan al centro dell’attenzione di una apposita conferenza internazionale delle UN

A ciò che dobbiamo e non su quello che sarà dato alla popolazione afgana, chiarisce il segretario generale delle Onu Antonio Guterres. Una situazione drammatica si presenza davanti ai Paesi europei: uno su tre non sa se avrà il prossimo “pranzo”, i servizi pubblici sono al collasso, centinaia di migliaia di afgani sono stati costretti a lasciare le loro case; la siccità flagella il sostentamento e l’economia oltre alla diffusione del Covid-19.

Le Nazioni Unite vi provvedono con interventi di assistenza alimentare e protezione a persone in necessità.

Dall’incontro a Kabul tra il sottosegretario per gli Affari umanitari Martin Griffiths e la direzione talebana, Guterres riporta la critica di Griffiths della necessità di proteggere le donne, le bambine e le minoranze e espone quattro necessità per proseguire gli impegni in Afghanistan: uno, il sostegno di 600 milioni per dare assistenza a 11 milioni di persone nei prossimi mesi e annuncia lo stanziamento dal suo fondo di 20 milioni per le operazioni umanitarie in Afghanistan; due, la necessità di un accesso umanitario con il ponte aereo di Kabul e altri hubs in Afghanistan; tre, salvaguardare i diritti delle donne e delle bambine compreso l’accesso all’educazione e altri servizi essenziali; quattro, la risposta umanitaria sia anche per salvare le comunità.

C’è bisogno di alimentare un’economia che sta morendo, di accoglienza per quanti fuggono, di liberare il loro paese dall’insicurezza e dal terrore, di dare loro speranza.

L’aiuto dell’Italia

Una partita di calcio Roma-Sassuolo e le maglie dei calciatori all’asta rappresentano un contributo solidale per portare aiuto in Afghanistan da parte dell’agenzia italiana per i rifugiati tramite l’associazione sportiva As Roma. L’agenzia italiana per i rifugiati è rimasta là dove opera da più di quaranta anni. Quest’anno è riuscita a fornire beni essenziali a più di 332mila persone.

Anche i medici senza frontiere, un’organizzazione non governativa, sono rimasti là per continuare la loro missione negli ospedali per continuare a curare le persone rimaste ferite durante gli scontri con i talebani. Il pronto soccorso di Lashkar Gah è arrivato ad avere 800 pazienti in un solo giorno mentre l’unità di maternità a Khost è arrivata ad assistere più di 370 parti in una settimana. Il lavoro sanitario è rivolto alla cura delle persone sfollate, della malnutrizione e del trattamento anti-tubercolosi.

Il dramma dei bambini soli

Sono trecento circa i bambini che risultano non accompagnati e separati evacuati dall’Afghanistan dal caos delle giornate di agosto all’aeroporto di Kabul. Non bisogna perdere tempo per il ricongiungimento con i loro genitori e familiari mentre la loro collocazione nei centri di accoglienza dovrebbe essere l’ultima risorsa e comunque solo temporanea. Avverte l’Unicef, impegnata alla registrazione di questi bambini che sono accolti nella base aerea di Doha in Quatar e in quella di Ramstein in Germania.

Il suo direttore generale Henrietta Fore lancia una richiesta di aiuto per la cura di questi bambini sia in Afghanistan che di quelli evacuati.

(aggiornamento 14 settembre 2021 ore 10.38)

redazione Bioetica News Torino