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News dal Mondo

L’Ucraina si sveglia nella guerra di Putin

24 Febbraio 2022

Un risveglio brusco e drammatico, tra l’incredulità che potesse davvero accadere un attacco, aereo e di terra, da parte delle forze armate russe su più fronti, dalla Bielorussia, da Odessa e dalla regione contesa del Donbass, e la consapevolezza di quanto avevano avvisato i cittadini filorussi che già avevano iniziato a lasciare le proprie case, è stato per gli abitanti dell’Ucraina questa mattina, alle prime luci di un’alba, che si è tinta di sirene dello stato di emergenza della legge marziale, di fumo, di fuoco e di morte fra militari e civili.

Anche l’Europa e gli Usa sono stati sorpresi dall’efferatezza dell’attacco destando sconcerto, definendolo all’unanimità, un atto ingiustificabile di violazione della sovranità ed esprimendo solidarietà all’Ucraina, paese indipendente dalla Russia nel 1991, che si trova nell’Europa dell’Est, non fa parte dell’alleanza della Nato, e all’interno ha la regione del Donbass in cui dal 2014 i separatisti filo russi appoggiati dalla Russia sono in conflitto per l’indipendenza nella parte orientale di Donetsk e Luhansk in cui hanno perso la vita 14 mila vittime.

Oggi pomeriggio sono in programma le consultazioni on line dei G7 a cui parteciperà anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e il Consiglio europeo straordinario a Bruxelles per decidere le sanzioni nei confronti della Russia e mantenere la sicurezza in Europa.

«Con gli Alleati della NATO, ci stiamo coordinando per potenziare immediatamente le misure di sicurezza sul fianco Est dell’Alleanza e stiamo rafforzando il nostro già rilevante contributo allo spiegamento militare in tutti i Paesi Alleati più direttamente esposti. Domani ci sarà anche una riunione straordinaria dei leader della NATO», ha affermato il primo ministro Mario Draghi.

Dall’incontro con i paesi del G7 la risposta all’attacco russo e per la sicurezza in Europa, si apprende dall’Ansa, è la condanna dell’invasione russa e dell’appoggio e del sostegno solidale all’Ucraina e l’impegno a «proteggere i sistemi democratici e a rafforzare la nostra collaborazione per le priorità globali come clima, ambiente e salute sostegno».

Nella riunione italiana del Consiglio Supremo di Difesa hanno partecipato il presidente della Repubblica Mattarella e del Governo Draghi, il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Di Maio assieme ai diversi ministri coinvolti nella decisione e il capo di Stato Maggiore della Difesa Dragone. Ha espresso nel condannare l’aggressione militare della Federazione Russa ritenuta ingiustificabile per la «grave e inaccettabile violazione del diritto internazionale e una concreta minaccia alla sicurezza e alle stabilità globali» la richiesta alla Federazione russa dell’«immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze fuori dai confini internazionalmente riconosciuti dall’Ucraina». Poi la «massima vicinanza e solidarietà al popolo ucraino e alle sue legittime istituzioni, alle vittime e alle tante persone che ne soffriranno le conseguenze». Infine l’Italia mantiene la condotta in sintonia con l’Unione Europea nell’imposizione delle misure severe alla Federazione.

Mentre a Kiev, sede del governo, si attende l’assalto, dalla mattina file chilometriche di auto a passo d’uomo in fuga dalla città, diretti verso la repubblica moldava. Non si sa per quanto potranno viaggiare. Le pompe di benzina sono in esaurimento. Lo spazio aereo è chiuso. Nella capitale la gente è corsa nei rifugi, nei sotterranei, nelle stazioni metropolitane. Più di 100 mila tra donne e bambini hanno attraversato il confine ucraino ed entrati in Moldova, ma, come spiega il corrispondente per l’Europa orientale per la bbc N. Trope, non si sa se intendono rimanervi o proseguire per la Romania e che si tratta di donne e bambini per la maggior parte perché probabilmente le autorità ucraine fermano gli uomini in età militare. «Non solo gli obiettivi militari sono stati distrutti – abbiamo foto di abitazioni residenziali di città nel paese che sono state colpite», afferma Marta Sholalo, da Kiev, editorialista per la bbc che racconta come non ci sia più per la verità un luogo sicuro.

Un dramma, quello di una guerra, che Papa Francesco temeva che potesse prendere forma. Al termine dell’udienza di mercoledì 23 febbraio aveva così espresso questa preoccupazione: «Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte». Nel fare un appello alle parti coinvolte di astenersi da ogni azione che sia causa di ulteriore sofferenza alle popolazioni, ha anche invitato tutti nel giorno delle ceneri, mercoledì 2 marzo ad una giornata di digiuno per la pace, e in particolar modo ai credenti «perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra».

Sono 19 i centri Caritas in Ucraina, una rete che dal 2014 ha aiutato 800 mila persone assistendole nei bisogni primari. Ora servono, fa sapere il direttore don Wyacheslav Grynevych, generi alimentari, prodotti per l’igiene, sistemazioni sicure e medicinali e tra le priorità anche la fornitura di acqua potabile, la distribuzione di materiale per il riparo e il riscaldamento delle famiglie perché fa freddo. La Caritas italiana avvia per tale scopo una raccolta fondi: www.caritas.it. Sono 8 anni dall’inizio della crisi umanitaria che fa vivere la popolazione locale in condizioni critiche, spiega la presidente della Caritas Ucraina Tetiana Stawnychy, ha causato la morte di 14 mila persone e un milione e 500 mila di sfollati, numero che all’interno del territorio è ora destinato a crescere. Chiede che la popolazione possa accedere all’assistenza umanitaria, soprattutto i più vulnerabili, libertà di movimento garantita per chi fugge dal conflitto.

Che ne è dei 510 mila bambini che hanno urgente bisogno ora in Ucraina Orientale? domanda l’Unicef (www.unicef.org) che sostiene anch’essa dal 2014 interventi di emergenza nell’Ucraina Orientale. Negli otto anni di conflitto armato hanno già subito traumi dalle due parti della linea di contatto nel Donbass, nelle regioni di Donetsk e Luhansk, vicino alla Russia, che separa le aree controllate dal governo ucraino da quelle dei separatisti. Nel 2021 è intervenuta con l’assistenza medica per mamme e bambini, con l’acqua sicura e prodotti igienico sanitari, con programmi di educazione per i bambini sui rischi delle mine e assistenza per i sopravvissuti.

redazione Bioetica News Torino