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Mancano ora 1200 medici di famiglia. Quale sarà la situazione con il pensionamento di molti?

03 Settembre 2021

Possono indicativamente essere un milione e quattrocentomila i cittadini a cui non viene assegnato un medico di famiglia. Sono quelli che abitano nei territori rimasti “vacanti” per i quali nelle 8 regioni di Italia, Valle d’Aosta (10), Veneto (456), Friuli Venezia – Giulia (59), Emilia Romagna (205), Toscana (239), Umbria (55), Marche (98), Abruzzo (91) sono ora attivate procedure di assegnazione degli incarichi per il 2021 tramite Sisac (struttura interregionale sanitari convenzionati) sia per l’assistenza primaria che per la continuità assistenziale.

Un panorama desolante, aggravato, come spiega il presidente Filippo Anelli della Federazione nazionale dei Medici e Odontoiatri, dalle 786 ondate a concorso a giugno in Lombardia e non ancora assegnate e quelle di quasi tutte le altre Regioni:

Si tratta di sedi sguarnite del medico di famiglia, per cui si riaprono le procedure di assegnazione, al fine di favorire anche la partecipazione dei medici inseriti nelle graduatorie di altre regioni. E se anche questo tentativo fallisse, l’ultima chance: aprire ai medici iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale.

Accade ovunque, nei paesi e nelle zone periferiche e dell’hinterland delle grandi città come Milano e Firenze. Fa l’esempio della Liguria dove i medici a cui sono indirizzate le proposte frequentano il corso di formazione specifica in medicina generale. Del Piemonte, nel Cuneese e Verbano Cusio-Ossola dove una su due sedi sono vacanti.

Si è dinanzi ad una situazione che si ripete nel tempo. Le regioni, spiega, hanno richiesto un numero di borse di molto inferiore al reale fabbisogno, e ancor oggi procedono con inerzia nel pubblicare le carenze sulle quali costruire il bando di quest’anno che non è ancora pubblicato, con slittamento della formazione.

Assieme ai sindacati denuncia il passaggio di una sanità “in affari”, pronta a lasciare il proprio ambito territoriale al privato, che finirebbe nelle mani dei « grandi gruppi che trovano remunerativo investire in poliambulatori, farmacie, servizi di telemedicina, startup».

(aggiornamento 03 settembre 2021 ore 12.36)

redazione Bioetica News Torino