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Modalità per le Regioni per accedere al finanziamento per le apparecchiature di base per medici di famiglia e pediatri In Gazzetta il decreto del Ministero della Salute approvato insieme alle Regioni

29 Settembre 2022

In questi giorni è uscita la Gazzetta ufficiale, n. 226 del 27 settembre, con la pubblicazione del decreto del Ministero della Salute del 29 luglio sulle risorse assegnate a ciascuna regione per acquistare le apparecchiature sanitarie e le relative modalità amministrative, da destinare a medici di famiglia e pediatri di libera scelta, per garantire i servizi essenziali di assistenza sanitaria di base nella scia della riforma sanitaria territoriale, prevista nel primo punto della Missione 6 Salute del piano nazionale di resistenza e resilienza: Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. Decisione presa tra ministero e regioni durante la conferenza di luglio, i cui lavori tra le parti erano iniziati due anni fa.

Risorse, per la somma complessiva di 235 milioni 834mila euro, che servono per la diagnostica di primo livello a cominciare in via prioritaria per le Case della Comunità hub, le Case della Comunità spoke, agli spoke rappresentati dagli studi dei MMG e PLS, le aggregazioni di medicina di gruppo sulla base delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio. Nelle aree rurali e periferiche urbane e delle piccole isole lo studio del medico di famiglia deve essere provvisto di strumenti di prima diagnostica (elettrocardiogramma, ecografia, spirometria) rete e telemedicina.

Entro novanta giorni dall’entrata in vigore del decreto un tavolo tecnico scientifico congiunto Ministero della salute e regioni delineerà le modalità su come rilevare le prestazioni, sulle specifiche tecniche della documentazione degli atti medici con l’uso della nuova strumentazione, sul fascicolo sanitario elettronico, sulla misurazione dei risultati.

Una volta che i lavori del tavolo tecnico saranno completati le regioni presenteranno al Ministero della Salute un piano pluriennale dei fabbisogni per l’utilizzo anche parziale delle risorse ripartite per poter avere i dispositivi medici, che dovrà contenere: obiettivi da perseguire; l’elenco degli strumenti e loro descrizione tecnica da acquistare con relativi costi dei prodotti , per la formazione e l’installazione; descrizione della forma di acquisto o tramite centrali di committenza regionali; relazione su come saranno impiegate le apparecchiature e sull’attività organizzativa; tempi di acquisto, messa in funzione e collaudo; un piano regionale di formazione o l’adesione a quello predisposto dall’Istituto superiore di sanità; piano di manutenzione, assistenza e aggiornamento incluso il sistema di smaltimento; gli indicatori di misura dell’attività che verrà svolta.

Saranno poi istituiti degli accordi integrativi regionali tra l’ente e i medici e pediatri prevedendo loro la possibilità di utilizzare propri dispositivi previa autorizzazione delle Asl di competenza.

La richiesta di finanziamento potrà essere fatta dopo l’approvazione di tale piano.

Che cosa sono le Case della Comunità?

Nel Piano governativo PNRR rappresentano il luogo in cui i cittadini possono ricevere i servizi di assistenza sanitaria e socioassistenziale sul territorio prestati da un equipe multidisciplinare in cui si integreranno alle attività dei medici di famiglia, dei pediatri di libera scelta e degli specialisti ambulatoriali interni, infermieri di famiglia o di Comunità, degli psicologi, dei riabilitatori e assistenti sociali. Si prefigge di rispondere ad un’assistenza primaria con servizi di 12 ore integrandosi con quello di continuità assistenziale di 24 ore.

Effettuerà servizi di prevenzione e promozione della salute, di tutela della salute della donna e dell’età dell’infanzia, sessuale e riproduttiva, di presa in carico dei pazienti cronici e fragili.

Sono previste una casa della Comunità hub, punto di riferimento, ogni 40mila -50mila abitanti, composta da 7 – 11 infermieri, 1 assistente sociale, 5-8 unità di personale di supporto socio-sanitario e amministrativo, e le case della Comunità spoke e ambulatori di MMG e PLS.

La casa di Comunità è collegata con l’attività ospedaliera e altri settori assistenziali territoriali come l’assistenza domiciliare, specialistica ambulatoriale territoriale e ospedaliera ospedale di Comunità, Rsa, hospice e rete delle cure palliative, consultori familiari e attività rivolte ai minori, servizi di salute mentale, dipendenze e disabilità.

La Casa di Comunità modello hub comprende:

  • un’equipe multiprofessionale (MMG, PLS, Continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali interni (Sai) e dipendenti, infermieri e altre figure sanitarie e socio sanitarie;
  • medici h24 7 giorni su 7 integrandovi anche la Continuità assistenziale;
  • infermieri 12 ore 7 su 7;
  • punto unico di accesso sanitario (PUA);
  • punto prelievi;
  • servizi diagnostici per monitorare le cronicità con strumentazione diagnostica di base (ecografo, elettrocardiografo, retinografo, oct, spirometro etc.) e mediante strumenti di telemedicina (es la telerefertazione etc.);
  • servizi ambulatoriali specialistici per le patologie ad elevata prevalenza – cardiologia, pneumologia, diabetologia etc.;
  • servizi di prevenzione collettiva e promozione della salute;
  • collegamenti con i consultori familiari e attività educativa per i minori;
  • attività di profilassi vaccinale;
  • sistema integrato di prenotazione collegato al Cup aziendale;
  • servizio di assistenza domiciliare di base.

La Comunità di Comunità spoke è collegata a quella centrale hub, presenta servizi che possono essere più ridotti e si differenza per non avere alcuna misura di riferimento (numero di popolazione) per la sua presenza sul territorio.

redazione Bioetica News Torino