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Nobel per la Medicina a Alter H. (Usa), Houghton M. (GB) e Rice C. (Usa): “per la scoperta del virus dell’epatite C” Salvate milioni di vita umane grazie alla scoperta e alla scienza ma ancora molto rimane da fare

05 Ottobre 2020

Dalla Svezia il Karolinska Institutet ha annunciato questa mattina il Nobel che sarà condiviso tra questi tre illustri scienziati per aver contribuito con i loro studi alla scoperta e all’identificazione del virus dell’epatite C (Hcv) con cui si è riusciti tramite i test ematici e nuovi farmaci a salvare milioni di vita umane. Ogni anno è causa di morte per 400 mila persone.
Provengono Harvey Alter dal National Institutes of Health di Bethesda, MD mentre Michael Houghton dall’University of Alberta, Edmond in Canada e Charles Rice dal Rockfeller University di New York.

Negli anni Quaranta vengono riconosciuti due tipi di infezioni virali di epatite, la A che viene trasmessa da persona a persona per via oro-fecale, con il consumo di acqua contaminata, di alcuni cibi crudi e che dura un paio di settimane, e la B che è più insidiosa, trasmessa dal virus presente nel sangue e nei liquidi biologici, che può portare a cirrosi e al tumore al fegato. La B insieme a quella che verrà successivamente scoperta, il tipo C, sono epatiti croniche. Sono silenti e il loro processo di incubazione è molto lungo, può andare dai 10 fino ai 30 anni.

I due tipi B e C, Hbv e Hcv costituiscono le maggiori cause di morbidità e mortalità con 1.34 milioni di morti registrati nel 2015, in crescita del 63% dal 1990 dovuto soprattutto al tipo B. Il numero di morti è paragonabile a quello causato dalla tubercolosi, 1.5 milioni di morti registrate nel 2018 e più alto di quello dovuto per Aids, 690mila morti nel 2019.

Una storia iniziata 50 anni fa, negli anni Settanta, al National Institutes of Health da Harvey Alter: «dove abbiamo avuto un’ipotesi, ma non si aveva alcuna idea dove si stava andando». Allora Alter individuò l’agente infettivo sconosciuto tra i casi di epatite da trasfusione di sangue rimasti nonostante fossero stati effettuati test per rintracciare il virus di tipo B.

Michael Houghton negli anni Ottanta lavorava in una ditta farmaceutica e riuscì ad isolare la sequenza genetica del nuovo virus, che venne chiamato epatite C.

Infine negli anni Novanta Charles Rice, ricercatore alla Washington University in St Louis, dimostrò che il virus causava l’epatite. Un premio che riceve con gioia e per la comunità dei virologi.

Si sono poi sviluppati farmaci antivirali per la cura e test ematici sempre più affidabili nella ricerca degli anticorpi anti-hcv riducendo notevolmente il rischio di infezione da trasfusione di sangue ed emoderivati; ma attualmente un vaccino non c’è a differenza per l’epatite B.

Redazione Bioetica News Torino