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Ogni vita umana, una risorsa preziosa

14 Dicembre 2021


«Per voi è chiaro, come dovrebbe esserlo per tutti, che ogni persona umana è preziosa, ha un valore che non dipende da quello che ha o dalle sue abilità, ma dal semplice fatto che è persona, immagine di Dio. Se la disabilità o la malattia rendono la vita più difficile, questa non è meno degna di essere vissuta, e vissuta fino in fondo». Sono le parole di Papa Francesco, tra l’altro nel suo 52° anno di sacerdozio, nell’incontro, tenutosi lunedì 13 dicembre, con i partecipanti in Aula Paolo VI dell’Istituto Serafico di Assisi.

Sono parole che in breve raccontano l’importanza dell’esistenza umana, del sentirsi parte di una relazione reciproca fraterna nell’esserci per i bisogni di cura, assistenziali, relazionali, sociali, del donarsi con un abbraccio e un “mantello” in più con chi ne ha bisogno come aveva fatto San Francesco d’Assisi nell’incontro con un lebbroso che gli cambiò la vita e fu la sua conversione per un lungo cammino di amore caritatevole e condivisione con i più bisognosi.

Il Papa stringe le mani, accarezza i volti di bambini e adulti che sono venuti lì ad incontrarlo con il pensiero anche per quanti non hanno potuto, in quella che è la ricorrenza del centocinquantesimo anno della fondazione dell’Istituto Serafico, opera alla quale si deve l’ispirazione del francescano San Ludovico da Casoria che nel 1871, in un pellegrinaggio davanti al Crocifisso, ne ascoltò la voce, che con un triplice “sì” gli confermava quel progetto a lui caro, dedicato a ciechi e sordomuti perché avessero un’istruzione, allora per loro impossibile.

«Categorie a quel tempo prive del necessario sostegno sociale. Da allora l’Istituto Serafico ha fatto grandi passi, crescendo nella sua offerta di servizi fino ad accogliere ragazzi in stato di grave e multipla disabilità, e si è distinto per la professionalità con cui svolge la sua missione, riscuotendo un meritato plauso dalla stessa comunità scientifica», ha affermato Padre Francesco.

Un obiettivo di una società, che si dice, e vuol essere inclusiva, è quello di riuscire, come invita il Papa, a «guardare al disabile come a uno di noi, che deve stare al centro della nostra cura e della nostra premura, e anche al centro dell’attenzione di tutti e della politica». E ci interpella con un interrogativo sul senso della nostra vita:   «Del resto, chi di noi non ha dei limiti, e non va incontro, prima o poi, a delle limitazioni anche gravi?».

Oggi il prestigioso Istituto è noto a livello internazionale nel campo della ricerca, della riabilitazione e dell’innovazione medico-scientifica ed abbraccia le tante vite dell’infanzia e della giovinezza con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.

Quanti vi operano nell’Istituto sono «silenziosi custodi della vita e inconsapevoli costruttori di giustizia e di democrazia. Prendersi cura delle persone più fragili, non è mera assistenza, non è solo un atto di carità, ma è prima di tutto una risposta di giustizia. È riconoscimento della dignità di una persona che ha diritto non solo di sopravvivere, ma di vivere. Amore e giustizia sono inseparabili», così Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, si rivolge al Pontefice.

La compassione non va confusa con la pietà, è, spiega Di Maolo, un «sentire l’altro nel cuore, che ci muove in modo inarrestabile. Il Serafico non è un’officina dove si ripara una parte malfunzionante di una macchina. Certo, ci occupiamo della disabilità e del limite, ma il nostro impegno va oltre. Il prendersi cura inizia prima dell’atto medico e assistenziale, nasce nella relazione, cresce attraverso i nostri sguardi e la nostra capacità di tenerezza. La cura si esprime anche nell’attenzione per la bellezza, la musica, l’arte, la preghiera, gli affetti e nell’attenzione per chi lavora al servizio delle persone fragili».

Compassione, come conclude la presidente, è lo stare accanto anche ai genitori nei momenti più difficili e in cui la sofferenza non lascia tregua, affrontare anche lo scontro contro le difficoltà di «accesso ai servizi sanitari (che) viene garantito in base ai risultati di salute che possono generare» e il risparmio sui costi perché non sia «l’inguaribile incurabile».

redazione Bioetica News Torino