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Omeopatia, una stroncatura australiana accende la polemica

14 Marzo 2015

«Non esiste malattia per cui vi sia una prova attendibile dell’efficacia dell’omeopatia» e «non c’è ragione fondata per dire che funzioni meglio di una pillola di zucchero»; inoltre, «le persone che vi si affidano possono mettere a rischio la propria salute, rifiutando o ritardando trattamenti per i quali esista una buona evidenza di efficacia e sicurezza». L’attacco contro l’omeopatia arriva stavolta dall’Australia dove il Nhmrc, il massimo organismo nazionale per la ricerca medica, ha condotto un’ampia review di 225 pubblicazioni, poi rivista da una società indipendente.

Le reazioni vedono ancora una volta contrapposti i fautori e i detrattori dell’omeopatia. Secondo Simonetta Bernardini, presidente della Siomi (Società italiana di omeopatia e medicina integrata), si tratta semplicemente di un report e non di un lavoro di ricerca: «Ribadisco che il peggior bias è il pregiudizio, cioè il giudizio che viene dato prima di aver letto tutti i documenti; se invece di considerare duecento lavori di ricerca contro l’omeopatia ne esaminassi migliaia, ne troverei ben di più che dicono invece che funziona; non si tratta dunque di un attacco scientifico ma mediatico». Inoltre Bernardini rileva che in Australia l’omeopatia può essere esercitata anche da chi non è medico, «che non potendo fare diagnosi può usarla in modo inappropriata; invece in Italia per fortuna è un atto medico».

Il report è stato invece accolto con grande favore da Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”: «E’ quel che sosteniamo da sempre e la nota del governo australiano rappresenta una stroncatura completa e autorevole che dovrebbe far aprire gli occhi a molti sull’inutilità di questi trattamenti». Garattini rileva che anche in Gran Bretagna, dove l’omeopatia aveva avuto una grande diffusione, i medici si sono pronunciati in senso contrario; «in Italia invece c’è molta tolleranza anche da parte degli Ordini dei medici che non hanno il coraggio di mettere fuori gioco i medici che usano terapie che non hanno nessuna base scientifica. Servirebbe una presa di posizione più forte da parte di tutti, non è possibile che si continuino a vendere a caro prezzo prodotti che non contengono nulla… è come vendere amuleti».

Fonte: Farmacista 33

 

Lara RealeGiornalista ScientificaRedazione Web Arcidiocesi di Torino