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Proposta di legge sulla donazione dei corpo e tessuti post mortem. Ritirati emendamenti, l’iter procede verso l’approvazione

12 Luglio 2019

Il testo sulla «Donazione del corpo e dei tessuti post mortem  per studio, formazione e ricerca scientifica», approvato dal Senato il 29 aprile scorso,  procede l‘iter di esame alla Camera presso la Commissione Affari sociali senza modifiche verso l’approvazione del testo base del Senato C. 1806.  Sono stati ritirati gli emendamenti presentati, i cui problemi posti potranno invece essere discussi come ordine del giorno. È quanto è stato deciso nella seduta di giovedì 11 luglio scorso.

Per la relatrice Rosa Menga (M5S) considerato l’ampio consenso del testo presso il Senato, il voler evitare un ulteriore passaggio parlamentare per una modifica di legge (art. 4 n. 578/1994 relativo a Periodo di osservazione dei cadaveri su Accertamento e certificazione di morte)  e per il fatto che la proposta di legge presenta provvedimenti già esaminati  in gran parte nelle precedenti legislature ha espresso che «si possano perfezionare le condizioni per il trasferimento della proposta medesima alla sede legislativa».

Sia Rossana Boldi (Lega) che Elena Carnevali (PD) nell’accettare il ritiro delle proprie proposte chiedono però un impegno anche da parte del sottosegretario alla Salute Bartolazzi per una soluzione in uno specifico ordine del giorno.
Entrambe hanno proposto nell’articolo 1 la modifica dell’attesa di 24 ore di osservazione del corpo defunto all’obitorio, dopo il decesso e la dichiarazione di morte,  prima di essere utilizzato a fini scientifici. Boldi caldeggia la necessità di facilitare gli studi prendendo ad esempio tra gli organi quello sul cervello su cui occorre agire quanto prima dopo il decesso prima dell’insorgenza di fenomeni degenerativi troppo rilevanti.

Poi Carnevali anche nell’articolo 4  sui Centri di riferimento per la conservazione e utilizzo dei corpi  prevede la possibilità di altre  strutture oltre quelle indicate università, aziende ospedaliere e istituti di ricovero a carattere scientifico IRCSS  «limitatamente al prelievo e studio di singoli organi o di tessuti, purché  siano tra quelle iscritte all’Anagrafe nazionale ricerche del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca».  Ella spiega che così come è  formulato l’articolo del testo limiterebbe  l’accesso a numerosi centri di eccellenza in particolare per patologie di estrema gravità e di larga diffusione come quelle degenerative del cervello.

 

Redazione Bioetica News Torino