Pubertà precoce nei bambini? Uno studio del Bambino Gesù nel periodo dell’isolamento forzato
09 Marzo 2021Da una prima analisi dei dati preliminari dei consulti ambulatoriali svoltisi presso un’Unità endocrinologica farebbe supporre «un aumento significativo di casi di sospetta pubertà precoce durante il primo periodo della pandemia da Covid-19»; tuttavia, affermano i medesimi Autori Verzani M., Bizzarri C. et al., della ricerca clinica presso il Bambino Gesù di Roma, pubblicata sulla rivista Italian Journal of Pediatrics il 5 marzo, che occorrono «ulteriori indagini in coorti di bambini più ampia per poter correlare la crescita osservata della pubertà precoce a specifici fattori patogeni».
I dati comparati a cui gli Autori fanno riferimento sono quelli clinico ambulatoriali presenti nel loro database da marzo a settembre 2020, periodo dell’epidemia da Covid-19 e delle stringenti misure contenitive della diffusione virale, contrassegnate da isolamento forzato nel Paese e chiusura delle scuole, con quelle dell’anno precedente, nello stesso periodo, in cui non risultava nessuna emergenza sanitaria.
Lo studio intitolato Impact of Covid-19 pandemic lockdown on early onset of puberty: experience of an Italian tertiary center considera la prima fase della pandemia, quella in cui si è dovuti ricorrere ad un serrato isolamento con l’introduzione del lavoro in smart-working e l’istruzione didattica a distanza fino al termine dell’anno scolastico. Una nuova modalità di insegnamento era entrata in uso tra le mura domestiche che diventavano anche luoghi di attività fisica, distensiva, mentre erano sospese quelle all’aperto e al chiuso.
«La pubertà precoce consiste nella maturazione sessuale inizia prima degli 8 anni nelle bambine e prima dei 9 anni nei maschi», spiega il Bambino Gesù di Roma.
Accade nelle malattie rare, in Italia da 1 a 6 nati ogni 1000. I bambini tendono ad essere da adulti più bassi in altezza della media perché con la trasformazione accelerata del corpo del bambino/a in adulto si ha uno sviluppo dei caratteri sessuali e una chiusura delle cartilagini di accrescimento osseo che comporta una rapida crescita in altezza che poi si arresta.
Si sospettano nel 2020 246 pazienti di pubertà precoce a confronto dei 118 nel 2019, una differenza di 108%. Non si sono avute differenze significative tra i maschi, infatti mentre le donne sono numerose 215 nel 2020 rispetto alle 87 nel 2019, i maschi sono 9 nel 2020 rispetto a 6 nel 2019. Né si sono osservate significative differenze antropometriche tra le bambine con osservata pubertà precoce nel 2019 e quelle nel 2020.
Più precisamente nel 2019 si è registrata una pubertà precoce in un’età media di 7,97 nei maschi e di 7,51 nelle femmine nel 2019 mentre si è rilevato nel 2020 in un’età media di 7,33 nelle femmine e di 8,14 nei maschi.
Durante il periodo forzato nelle case si è avuto modo di essere supernutriti e avere un’alimentazione ipercalorica; poi di stare più seduti a lungo e far usare ai bambini strumenti tecnologici, personal computer e tablet, il cui uso era assente o molto limitato; infine i sintomi correlati allo stress sono diventati più comuni tra gli adulti e i bambini.
Guidato dall’endocrinologo professor Marco Cappa, la seconda fase dello studio è già avviato coinvolgendo i centri pediatrici di Endocrinologia di Genova, Cagliari e Napoli, nella ricerca delle cause: «Durante il lockdown i bambini hanno subito dei cambiamenti che hanno influito sul normale timing della crescita. Lo abbiamo rilevato tramite gli accessi ai nostri ambulatori, ma sicuramente ci sono casi che ci sfuggono e il numero di bambini con pubertà precoce può essere ancora maggiore. Si tratta di un fenomeno il cui impatto è tutto da valutare. È probabile, ad esempio, che il trend d’incremento staturale a cui assistiamo di anno in anno potrebbe avere un significativo arresto legato al fenomeno della pubertà rapida».