Rapporto sul morbillo in Italia e in Europa
27 Settembre 2018La vaccinazione contro il morbillo è obbligatoria in Italia. Una malattia infettiva virale che può provocare complicanze serie come epilessia, sordità, ritardo mentale e anche, purtroppo, la morte. Il virus può anche rimanere a livello cerebrale dopo diverso tempo dal contagio arrecando un danno neurologico che può manifestarsi con «una rara ma gravissima malattia neurologica ad esito inesorabilmente infausto», la panencefalite sclerosante subacuta (PESS), come si legge dall’opuscolo on line del Ministero della Salute, Malattie prevenibili con i vaccini.
Nel nostro Paese, secondo i dati del Surveillance Report del ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e Controllo delle Malattie) uscito settembre scorso, nel mese di luglio 2018 sono stati riportati 113 casi di morbillo e in un anno nel periodo tra agosto 2017 e luglio 2018, 2.873 casi; dati quest’ultimi per i quali l’Italia occupa il secondo posto rispetto agli altri 30 Paesi dell’Unione Europea (UE) e dell’Area Economica Europea (EEA), preceduta da Grecia (3224) e seguita da Francia (2794) e Regno Unito (1714) su 14.118 casi segnalati, di cui 9.872 sono stati confermati in laboratorio. Dei 2873 casi segnalati sono risultati positivi in laboratorio 2236 casi.
Nel solo mese di luglio di quest’anno sono stati segnalati 758 casi da 21 Paesi (1 Austria, 4 Belgio, 3 Bulgaria, 2 Croazia, 3 Repubblica Ceca, 79 Francia, 52 Germania, 38 Grecia, 6 Irlanda, 113 Italia, 1 Lettonia, 1 Lituania, 5 Malta, 1 Paesi Bassi, 7 Polonia, 1 Portogallo, 100 Romania, 257 Slovacchia, 16 Spagna, 3 Svezia, 65 Regno Unito) e zero da nove Paesi (Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Slovenia). I casi di morbillo stanno gradualmente scendendo rispetto ai mesi precedenti del 2018, eccetto la Slovacchia che è passata da 72 nel mese di giugno a 257 a luglio. L’Italia invece da 467 ad aprile è scesa a 413 casi a maggio per arrivare a 273 a giugno e infine a 113.
Rispetto al passato quando si ammalavano di morbillo tra 20mila e 80mila persone all’anno in Italia, la situazione è senza dubbio migliorata grazie alla copertura vaccinale che ha ridotto notevolmente il numero dei casi. Tuttavia l’elevata contagiosità del virus che si trasmette per via aerea facilita la diffusione dando corso allo sviluppo di focolai ed epidemie, l’ultima si è avuta nel 2017 causando 5mila casi e 4 decessi in dieci mesi (ECDC).
I dati del Surveillance Report dimostrano che non vi è una copertura vaccinale ottimale, quella che permette di avere il cosiddetto effetto di immunità di comunità o, di “gregge”, raccomandato dal Ministero della Salute e dall’Oms, quando la soglia vaccinale è del 95%, che è necessaria perché il morbillo non si propaghi. Il raggiungimento di tale soglia è importante per poter proteggere anche coloro che per qualche ragione non possono essere vaccinate, persone che non lo sono o solo parzialmente. I più vulnerabili sono i bambini di età inferiore ad un anno.
Una delle priorità dell’Oms Regione Europa è l’eliminazione del morbillo e della rosolia entro il 2020 e in linea il Ministero della Salute ha istituito dal 2003 il primo Piano nazionale delle due malattie congenite e di sorveglianza speciale per il morbillo nel 2007.