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Rsa, case di riposo… saranno mappate, censite e avranno un’anagrafe ma anche le verifiche se necessarie: il nuovo protocollo di intesa ministeriale

19 Maggio 2021

Che siano garantite le cure necessarie e una accoglienza dignitosa alle persone anziane che si trovano ospiti presso le strutture socio-assistenziali: è un dovere che riguarda l’intera società. L’essere fragile in una particolare età della vita, quando la fine sembra più vicina, quando ci si trova in una condizione complicata per le diverse patologie con cui bisogna convivere, spesso dolorose, e magari cronicizzate da anni, e si è costretti a dipendere dagli altri, a cambiare la quotidianità che regolava la propria vita in un’abitazione dove forse si era vissuto da anni e in essa si avevano legami affettivi, ha bisogno di trovare persone che se ne prendano cura in modo professionale e animati dalla compassione. La persona anziana ha bisogno di sentirsi almeno, nella solitudine della vita, anche quando non è abbandonato da familiari e amici, di sentirsi accolto, di trovare un’ambiente che sappia comprendere quella nostalgia dei ricordi “di casa”, “della sua vita” che lo provano duramente.

Vi sono strutture che funzionano bene, operano piuttosto silenziose senza eco mediatico e vi sono altre che fanno parlare di sé nelle pagine di cronaca con maltrattamenti, abusi, illegalità.

Questa mattina presso il Ministero della Salute si è dato vita ad un nuovo protocollo con il quale si potrebbe sperare di vedere presto nel nostro territorio operare con serietà e professionalità tutte le strutture residenziali – case di riposo, case famiglia, case alloggio -, di potersi fidare e affidarsi.
Si tratta di un’intesa siglata tra tre organismi istituzionali il Ministero della Salute, la recente Commissione per l’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, istituita nel settembre 2020 presso il Ministero della Salute, e il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, rappresentati rispettivamente dal direttore generale della programmazione del Ministero della Salute Andrea Urbani, dal presidente della Commissione monsignor Vincenzo Paglia e dal generale Teo Luzi.

Un impegno profuso che prevede «una [loro…] mappatura, a livello comunale», «la realizzazione di una anagrafe …recante il numero delle strutture operative, la rispettiva capacità recettiva, le modalità organizzative ed ogni altro aspetto di interesse», «il censimento ….. e le successive verifiche in relazione a situazioni meritevoli di approfondimento», come riporta l’annuncio del Ministero della Salute.

Dai recenti controlli eseguiti dai Carabinieri del NAS agli inizi di maggio, anche a seguito dell’accesso consentito dal Ministero della Salute a familiari e visitatori, presso 572 strutture sanitarie e socio-assistenziali in Italia sono emerse irregolarità penali e amministrative che hanno interessato 141 strutture: ne dà resoconto in una nota del 12 maggio il Ministero della Salute.

Le violazioni hanno riguardato l’inosservanza delle misure di contenimento per il Covid-19 – dalla mancata messa in pratica delle linee guida preventive alla sanificazione all’uso dei dispositivi di protezione individuale da parte degli operatori – la mancanza di protezione verso le persone più vulnerabili da parte di personale e operatori sanitari non vaccinati contro il Covid-19, quando invece è resa obbligatoria la vaccinazione per chi presta servizio in determinate strutture e attività da aprile. Sono apparsi ennesimi casi di trascuratezza nel prendersi cura e nella cura terapeutica mostrando anziani abbandonati e senza farmaci essenziali o fornendo medicinali scaduti o non idonei. Persino personale non abilitato alla professione e strutture in stato di carenze igienico-strutturale con infiltrazioni di acqua piovana dal soffitto e intonaco che si scrosta nelle camere e nei servizi igienici.

redazione Bioetica News Torino