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Sconfitta per i genitori di Archie: negata richiesta alla Corte suprema Alcuni pareri bioetici

29 Luglio 2022

Inascoltato il loro grido lacerante dinanzi alla giustizia per far mantenere i sostegni vitali del loro bambino dodicenne, Archie Battersbee, in coma da quattro mesi al Royal Hospital di Londra. Archie fu trovato dalla mamma nella loro casa nell’Essex in stato di incoscienza agli inizi di aprile. Oltre al dolore, alla preoccupazione dello stato di salute del proprio figlio, di potergli stare accanto il più possibile, per tutto il tempo che è in vita, i genitori sono costretti allo stesso tempo occuparsi di questioni legali in una battaglia aspra, che non lascia comunque vincitori, che si vorrebbe evitata in un simile frangente, tra la responsabilità genitoriale da un lato e il parere dei medici dall’altro sul miglior benessere del bambino, portata fino in Corte di Appello e poi ancora con un altro tentativo di speranza alla Corte Suprema dove ieri pomeriggio, 28 luglio, invece, tre giudici hanno rifiutato la richiesta dei genitori di potersi appellare.

I genitori di Archie volevano impedire ai medici del Royal Hospital di togliere i sostegni vitali al loro bambino per permettere loro di rivolgersi alla Convenzione dei diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite.

«Le parole non possono descrivere quanto siamo devastati. La pressione presente sin dall’inizio per affrettarci nel processo di porre fine alla vita di Archie è stata straziante», ha affermato la mamma di Archie, la signora Hollie Dance su bbc.com (28.07.2022), aggiungendo che«continueremo a combattere per Archie e non smetteremo». Lei e il marito Paul Battersbee volevano, riporta l’agenzia stampa britannica, appellarsi alle Nazioni unite con un protocollo che consentisse ai soggetti e alle famiglie di poter reclamare le violazioni dei diritti dei bambini con disabilità.

La Corte di Appello aveva concesso un’ulteriore estensione della sospensione dell’esecuzione fino alle 2 del pomeriggio del 28 luglio per consentire la richiesta alla Corte europea di Giustizia ma non alle Nazioni Unite. «La Gran Bretagna ha aderito al Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità delle Nazioni Unite, che consente agli individui e alle famiglie di presentare reclami sulle violazioni dei diritti delle persone con disabilità. Le Nazioni Unite, come la corte di giustizia europea possono chiedere al governo britannico di posticipare il ritiro dei supporti vitali mentre un reclamo è in corso di indagine», riporta il Christian Legal Centre che è a fianco della famiglia il 27 luglio 2022. La scelta di rivolgersi alle Nazioni Unite e non alla Corte, spiega la stessa nota del Centro, che ha «un record di rifiuto di domande da genitori di casi come Archie in fine di vita».

Il sito del Centro riporta alcune frasi significative della madre per far comprendere come ci sia bisogno di rivedere il sistema perché «il passo di corsa che tiene questo caso preoccupa e sembra esserci un’urgenza inspiegabile dall’ospedale e dalle corti per terminare il supporto vitale per Archie», ricordando quanto accaduto prima con Alfie Evans, Isaiah Haastrup, Zainab Abbassi, Charlie Gard «dove ospedali e guardie mediche dei bambini sono andati contro i desideri espressi dei genitori per continuare la cura con il risultato finale di decisioni di corti sul miglior interesse di ciascun di questi bambini a morire»: «Non credo ci sia un qualche cosa di “dignitoso” nel progettare la morte di Archie. Per me, questo sarebbe l’esito più traumatico»; «Tutto quello che abbiamo chiesto dall’inizio è che ad Archie sia dato più tempo, per i desideri di Archie e i nostri siano rispettati. Finché Archie vivrà non smetterò mai di rinunciare, è troppo buono per rinunciarvi».

Per i medici la situazione di gravità di danno cerebrale subita richiede per il miglior interesse del bambino di fermare il supporto meccanico invasivo.

L’Alta Corte ha deciso di far cessare ogni sostegno vitale e somministrazione di farmaci e di non rianimarlo quando cessa il battito cardiaco o respiro per il miglior interesse del bambino: «Egli non prova nessun piacere nella vita e il suo danno cerebrale è irrecuperabile. La sua posizione non andrà a migliorare. Il rovescio di una morte così affrettata è l’incapacità della sua amorevole famiglia di dirgli addio / He has no pleasure in life and his brain damage is irrecoverable. His position is not going to improve. The downside of such a hurried death is the inability of his loving and beloved family to say goodbye» (13 giugno 2022).

Nella sentenza più recente, del 15 luglio, viene fatto osservare che non si può parlare di morte se non viene accertata secondo procedura e viene dichiarato che «sulla più doverosa evidenza» la Corte si sente di concludere che la continuità della ventilazione in questo caso il miglior interesse del bambino. «Risulta ovvio dal dettaglio del trattamento sopradescritto che è intrusivo, pesante e intensivo….Dove, come qui, il trattamento è futile, compromette la dignità di Archie, la priva della sua autonomia e diventa interamente nemica del suo benessere. Serve solo a protrargli la morte, mentre è incapace di prolungare la sua vita / on the most compelling of evidence, that I am driven to conclude that it is not. Accordingly, the Court cannot authorise or declare lawful the continuation of this present treatment. It is obvious from the detail of the treatment that I have set out above that it is intrusive, burdensome and intensive…Where, as here, the treatment is futile, it compromises Archie’s dignity, deprives him of his autonomy, and becomes wholly inimical to his welfare. It serves only to protract his death, whilst being unable to prolong his life.».

“Quel prolungare la sua vita” per i bioeticisti dell’Anscombe Bioethics Centre di Oxford è inteso chiaramente ad «una vita che valga la pena»: «Può esser di beneficio limitato prolungare questa ultima fase della vita, ma in alcuni casi può essere di grande significato al paziente o alle persone loro vicine», sostengono nel commento sull’ultima sentenza di luglio. Così concludono: «Se Archie non ha nessuna speranza di ripresa, allora sembra ragionevole da farsi per prima per l’ospedale di cercare di ritirare la cura intensiva (se il trattamento e la cura basica sono ancora forniti). La conclusione pratica di questo giudizio può essere difendibile. Tuttavia la speculazione che un ritiro sia quel che Archie “possa aver voluto” e che affermare di rimanere in cura intensiva “comprometta la dignità di Archie” coinvolge prospettive di opinioni o sentimenti su di lui in un modo profondamente problematico dal punto di vista etico o non garantito / If Archie has no hope of recovery, then it seems prima facie reasonable for the hospital to seek to withdraw intensive care (if ordinary treatment and basic care are still provided). The practical conclusion of this judgement may well be defensible. However, the speculation that such withdrawal is what Archie “might have wanted”, and the claim that remaining on intensive care “compromises Archie’s dignity”, involve projections of views or feelings onto him in a way that is both unwarranted and ethically deeply problematic».

Il Centro di bioetica inglese conclude infine che la giustizia inglese spesso non riconosce le responsabilità e i diritti dei genitori.

«Quali sono i limiti entro i quali il potere giurisdizionale di un contemporaneo Stato di diritto (come si presume sia l’odierno Regno Unito) può agire arrogandosi uno ius vitae ac necis sui propri cittadini in genere, e sui minorenni in particolare, senza rischiare di negare la propria stessa natura?» commenta il magistrato Aldo Rocco Vitale sulla vicenda in Centro Studi Livatino (18 luglio 2022). E riguardo alla dignità essa non può essere espressa secondo le circostanze ma «sono i i giuristi che, se davvero intenzionati a rimanere tali, devono orientare le circostanze, il pensiero e l’azione a favore della dignità, riconoscendo primariamente la suprema indisponibilità del diritto alla vita di ogni essere umano, soprattutto dei più fragili, quali per esempio sono i pazienti come Archie».

redazione Bioetica News Torino