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Si preme in Europa per la campagna vaccinale anti-Covid-19

15 Dicembre 2020

Il ministro della Salute tedesco Jeans Spahn, fa pressione all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) affinché si possano accelerare i tempi previsti per l’approvazione del nuovo vaccino anti-Covid-19 sviluppato da BioNTech e Pfitzer a prima delle feste natalizie rispetto alla data prevista per la riunione del 29 dicembre. La preoccupazione è data dall’elevato numero di infezioni confermate e di decessi nelle ultime settimane in Germania. Anche in Italia il ministro della salute Roberto Speranza desidererebbe – come riporta l’Ansa – avere una risposta anticipata da Ema: «nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza, possa approvare il vaccino Pfizer Biontech in anticipo rispetto a quanto previsto e che al più presto le vaccinazioni possano iniziare anche nei Paesi dell’Unione Europea».  La Francia ha programmato la vaccinazione di massa in gennaio e nel frattempo ha lanciato in modo massiccio la campagna dei test per il Covid-19 in alcune aree.

Il Comitato delle Medicine umane (CHMP) dell’Ema cercherà di anticipare la valutazione dei dati trasmessi dalle aziende BioNTech e Pfizer per il vaccino BNT162b2 nella riunione del 21 dicembre, ha risposto l’Ema in data odierna, solo sulla base di dati di qualità, sicurezza ed efficacia.

Dalla riunione tenutasi in Commissione dell’Unione Europea i ministri della Salute di Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera hanno rilasciato una dichiarazione congiunta di adesione alla campagna vaccinale attraverso le seguenti misure: promuovere una coordinata campagna vaccinale all’avvio condividendo le informazioni tra le autorità nazionali competenti per assicurare una chiara comunicazione soprattutto per le popolazioni nelle regioni di confine; condividere le informazioni sulla farmacovigilanza; contrastare la disinformazione e diffondere una corretta informazione sulla vaccinazione – modalità di somministrazione, rischi e benefici; adottare linee guida comuni per i lavoratori transfrontalieri e definire la figura degli operatori sanitari transfrontalieri quale categoria prioritaria nella campagna vaccinale. Il piano di vaccinazione anti-Covid predisposto nei giorni scorsi, in attesa di attuazione e dipendente dai pareri dell’Ema, Commissione Europea e Aifa, ha ottenuto il consenso durante l’incontro tra stato e regioni tenutasi mercoledì 16 dicembre.

In Italia per la sorveglianza sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid-19 l’Agenzia italiana del Farmaco ha istituito un Comitato scientifico apposito, presieduto da Vittorio Demicheli, epidemiologo di Milano, che si occuperà di garantire la sicurezza dei vaccini e il rispetto dei protocolli durante la campagna vaccinale, del sostegno scientifico all’agenzia stessa, nonché interlocutore in sede europea e internazionale. Comprende esperti in epidemiologia, immunologia, farmacovigilanza dei vaccini, trial clinici sui vaccini, formazione sanitaria e comunicazione sulle vaccinazioni. Ne fanno parte oltre al presidente Demicheli: Nicola Magrini, in qualità di vicepresidente, farmacologo direttore generale Aifa di Roma, gli epidemiologi Maurizio Bonati, Donato Greco, Stefania Salmaso, Rodolfo Saracci (Francia), Guido Forni, Angela Santoni e Giovanna Zanoni, Il virologo Giorgio Palù, presidente Aifa di Roma, i farmaco epidemiologi Francesco Salvo (Francia), Miriam Sturkenboom (Olanda) e per la comunicazione Eva Benelli giornalista scientifica. Nel ruolo di osservatori, Giuseppe Ippolito dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani, Franco Locatelli del Consiglio ISS, Patrizia Popoli dell’ISS e commissione tecnico scientifica Aifa, Giovanni Rezza del Ministero della Salute, Silvia Mancini dei Medici senza frontiere e Antonio Gaudioso di Cittadinanzattiva.

I vaccini sono già sono stati autorizzati al di fuori dell’Unione Europea. In Gran Bretagna, nella fase di transizione in Unione Europea fino al 31 dicembre 2020, la campagna vaccinale è iniziata con il vaccino Pfizer-BionTech ad una signora novantenne la settimana scorsa nell’Ospedale di Coventry.

Negli Stati Uniti la FDA ha autorizzato il vaccino della Pfizer venerdì scorso ed è iniziata ieri la distribuzione dei milioni di dosi vaccinali che prevede la somministrazione iniziale di 3 milioni di persone a partire dal personale sanitario e i residenti delle case di riposo, con la prima dose effettuata ad un’infermiera del dipartimento di terapia intensiva presso il Long Island Jewish Medical Center.

A firma dei presidenti dei Comitati della Dottrina per la fede e attivisti pro-life della Conferenza dei vescovi cattolici americana, rispettivamente il vescovo Kevin C. Rhoades of Fort Wayne-South Bend e l’arcivescovo di Kansas City Joseph F. Naumann è stata presentata una dichiarazione congiunta sulla questione morale dei vaccini (11 dicembre) concernente la realizzazione del vaccini anti-Covid-19. È etico accettare qualunque vaccino che presenta qualche legame con l’aborto se si pensa alla santificazione della vita umana? Il vaccino della rosolia, che è il solo disponibile, è stato sviluppato con l’aiuto di linee cellulari fetali abortite derivanti da due aborti nel 1960 e poi replicate e riprodotte in laboratorio all’infinito. La sua tollerabilità morale in chi lo usa è spiegata dal serio pericolo sanitario che giustifica l’uso di «un vaccino che si era sviluppato impiegando linee cellulari di origine illecita mentre si mantiene in mente che ciascuno ha il dovere di rendere noto il proprio disaccordo e chiedere  che il loro sistema sanitario possa rendere disponibili altri tipi di vaccini», afferma il documento citando l’Istruzione Dignitas Humanae (35) della Congregazione per la Dottrina della Fede in merito a vaccini. Un esempio è dato dal vaccino prodotto per la rosolia: la sua diffusione comporta la sindrome congenita che provoca danni al feto durante la gravidanza mentre la madre è infetta; è causa di aborti e molti disturbi severi legati al parto. La vaccinazione è giustificata sia per evitare gli effetti deleteri sul bambini sia per prevenire il contagio trasmesso dai bambini. Vi sono elementi del covid-19 che lo accomunano: non si è in presenza di un vaccino alternativo privato di ogni legame con l’aborto; c’è il rischio di un serio pericolo per la salute pubblica; l’effetto più importante è la protezione che può offrire agli altri mettendo altrimenti in pericolo la loro vita.
Sui due vaccini prodotti da Pfizer e Moderna si è in presenza della medesima situazione per la quale «Thus, while neither vaccine is completely free from any connection to morally compromised cell lines, in this case the connection is very remote from the initial evil of the abortion» (Quindi, mentre nessuno dei due vaccini è completamente libero da ogni legame con le linee cellulari compromesse, in questo caso il legame è molto remoto dal male iniziale dell’aborto, trad. mia); la mancanza di un’alternativa, la gravità della pandemia e l’atto di amore verso se stessi e di carità verso gli altri membri della comunità sono elementi che concorrono per ragioni ben fondate ad una giustificazione dell’uso per il bene comune.
Invece quello da Astra-Zeneca è «moralmente più compromesso» e «dovrebbe essere vietato se non ci sono alternative disponibili». Un motivo anche la sua efficacia minore. Tuttavia, «It may turn out, however, that one does not really have a choice of vaccine, at least, not without a lengthy delay in immunization that may have serious consequences for one’s health and the health of others. In such a case, just as accepting a vaccination for rubella with a morally compromised vaccine is morally permissible because of the lack of alternatives and the serious risk to the public health, so it would be permissible to accept the AstraZeneca vaccine» (può risultare tuttavia che non si è dinanzi ad una scelta di vaccino, almeno non senza un lungo ritardo nell’immunizzazione che può dare serie conseguenze per la salute propria e degli altri. In tal caso al pari del vaccino anti rosolia si può consentire di accettare quello di AstraZeneca).

Anche il Canada sta fornendo i primi vaccini Pfizer/bioNTech agli operatori sanitari in prima linea con il Covid-19 e ad anziani residenti in case di cura mentre la prima dose è stata somministrata ieri ad un’operatrice presso la casa di cura per anziani di Toronto.

Dall’agenzia americana FDA l’azienda farmaceutica Moderna che ha la sede in Cambridge, Massachusetts, sta attendendo l’esito di approvazione nella riunione di giovedì 17 dicembre. Questo, a differenza dello Pfizer, non deve essere conservato ad una temperatura molto rigida inferiore ai 70 gradi C. ma sotto ai 20°C. facilitandone il trasporto e la conservazione.

(aggiornamento 16 dicembre ora 13.33)

Redazione Bioetica News Torino