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Un percorso nelle “Periferie dei bambini”: aree di marginalità ed esperienze di riscatto Un'analisi di Save The Children onlus Italia sull'Infanzia a rischio nella nuova ed. dell'Atlante

15 Novembre 2018

Dalla “bellezza”  non può che “ri”- nascere “bellezza”:  è  la consapevolezza di potersi riappropriare di quei luoghi, in senso fisico e metaforico, che trasmettono la nostra identità, il nostro esserci,  attraverso il patrimonio culturale, artistico e storico che custodiscono nel tempo. Un messaggio chiaro e risoluto che i giovani del movimento «Sottosopra Napoli» per Save the Children stanno portando avanti in uno dei progetti di riqualificazione dell’area di Corso Malta.

Dall’area educativa dei cinque istituti scolastici questi giovani, volenterosi e caparbi,  escono con lungimiranti iniziative per far rivivere e rivalorizzare quegli spazi circostanti laddove purtroppo prevale incuria e abbandono, sparsi di immondizia, contrassegnati dal degrado di aree un tempo vitali ora prive di vita; spazi che negano loro di sentirsi partecipi della “comunità”, che invece è ben visibile e permea chi vi abita nelle zone metropolitane dotate di servizi e infrastrutture, situate per lo più in centro e dove si intrecciano più  relazioni sociali.

Il percorso di mappatura multimediale che stanno realizzando tramite la piattaforma MappiNa, ideata dall’architetto Ilaria Vitellio, è un’esperienza che rende i giovani stessi consapevoli del territorio, o meglio “custodi”, e li fa promotori di una sensibilità per il “bene” comune e  per il “bello” da realizzare per vivere meglio il  presente e da trasmettere alle future generazioni.

Questa è una delle tante esperienze di “insurgent city” – come i Punti Luce di servizio educativi  – che maturano nel nostro Paese per risanare quella marginalità delle periferie urbane, sia distanti dal centro sia quartieri, dove spesso convivono vulnerabilità sociale, trascuratezza istituzionale e povertà economica. Storie di riscatto e di resilienze, mappatura delle aree della fragilità dove vivono i bambini che la nona edizione dell’Atlante di Save the Children onlus Italia  ha pubblicato quest’anno, e disponibile dal 29 novembre, dal titolo Le periferie dei bambini,  avvalendosi dell’Indice di vulnerabilità sociale e materiale, elaborato dall’Istat 2011, dei dati del MIUR, Invalsi e della Caritas in sei metropoli Milano, Genova, Roma, Napoli, Palermo e  Cagliari.

Nel ponderoso volume di 290 pagine, curato da Giulio Cederna e arricchito delle fotografie di Riccardo Venturi con numerose tavole e mappe, vengono descritte le aree marginali in cui vivono bambini e adolescenti dai 0 ai 15 anni in rapporto alla capacità attrattiva – servizi e attività per la prima infanzia, luoghi ricreativi e culturali, opportunità lavorativa etc. – al grado di vulnerabiltà sociale dato da livelli di istruzione, condizioni abitative, strutture familiari, partecipazione al mercato del lavoro e condizioni economiche. Emerge che nelle aree cosiddette “periferiche” per carenza di spazi urbanistici, funzionali o sociali, vivono quasi 3,6 milioni di bambini e adolescenti in 14  metropoli italiane (Torino, Milano, Genova, Venezia, Firenze, Bologna, Roma, Cagliari, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Messina, Catania e Palermo).  A Roma e a Genova il 70% dei bambini al di sotto dei 15 anni, a Napoli e a Palermo il 60% mentre a Milano il 43% e a Cagliari il 35%. Sull’aspetto educativo la disuguaglianza si nota in modo evidente tra quartieri. Un esempio, tra i tanti,  in quelli benestanti a nord di Roma i laureati sono più del 42%, quattro volte superiore a quelli delle periferie esterne o prossime al GRA nelle zone orientali (meno del 10%).  E ancora, dai dati statistici Invalsi si apprende ad esempio che 21 punti separano i bambini dei quartieri più svantaggiati tra Pallavicino e Libertà, così come 15 punti a Milano tra Quarto Oggiaro e Magenta-San Vittore. Un’analisi dell’Atlante che comprende anche le aree dove sono concentrati i  giovani “neet”, dai 15 e 29 anni esclusi dal mondo lavorativo, educativo  e formativo.

Il nuovo Atlante sulle «Periferie dei Bambini» mette in luce le incongruenze della nostra società con l’intento di, come chiosa concludendo Valerio Neri, direttore generale di Save the Children  alla presentazione del volume

Rimettere i bambini al centro significa andare a vedere realmente dove e come vivono e investire sulla ricchezza dei territori e sulle loro diversità, combattere gli squilibri sociali e le disuguaglianze, valorizzare le tante realtà positive che ogni giorno si impegnano per creare opportunità educative che suppliscono alla mancanza di servizi
Redazione Bioetica News Torino