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Una App 24 su 24, 7 su 7, al servizio dei giovani per esprimere il loro disagio

30 Novembre 2018

È con loro in casa, tra gli amici e a scuola. Difficilmente riescono a separarsene, li accompagna sempre anche quando deve essere su “off”.  Tramite infatti il cellulare o il tablet portatile, ormai sempre più tecnologici e multifunzionali, i giovani chattano, fanno amicizia, aumentano i loro contatti, postano immagini, preferenze, commenti e opinioni sui social o  navigano nella grande “rete” di internet, non priva di insidie.
Ideato appositamente e progettato su misura per loro, supertecnologici,  è la “AppToYoung” che consente a chi si trova in un momento di particolare fragilità di potersi rivolgere, in modo anonimo, a qualunque ora e giorno, per essere ascoltato e parlare con uno psicologo qualificato oppure chattare “peer to peer” con un coetaneo della squadra “Youngle, sempre sotto il monitoraggio diretto di  uno psicologo. Si tratta di un’iniziativa dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, promossa dall’Associazione Fiorenzo Fratini Onlus e realizzata in collaborazione con il Comune di Firenze e il sostegno dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer.

L’intento è  far sì che ragazzi e ragazze possano esprimere il loro disagio, raccontando le proprie emozioni e difficoltà della vita senza vergognarsi quando si sentono depressi, presi da attacchi di ansia, hanno abusato di alcolici o stupefacenti, comprendono di avere disturbi alimentari, hanno partecipato a o sono vittime di bullismo, si sentono incompresi in famiglia. E tale disagio può arrivare ad  assumere espressioni  gestuali estreme quali autolesionismo e suicidio. Un malessere dovuto a  svariate ragioni che vanno dalla problematicità della fase dell’adolescenza alla complessità della realtà sociale, culturale ed economica in cui si vive.  Dopo gli incidenti stradali viene, per i giovani under 20  il suicidio quale seconda causa di morte nel nostro Paese  secondo i dati dell’OMS.

Questa AppToYoung  si può scaricare gratuitamente, con poco spazio di memoria,  dal sito http://apptoyoung.it/ che ne descrive l’uso. Ci si registra con un nickname mantenendo la propria privacy garantita  e si risponde ad semplice questionario  per far conoscere le proprie esigenze. È nata per dare ai giovani con una qualche forma di disagio – come spiega Stefano Vicari responsabile di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù – «un  aiuto nel superare i momenti critici e prevenire le potenziali conseguenze».

A sua volta, l’applicazione può essere usata da genitori e insegnanti quando si trovano nella necessità di ricevere un consiglio per uno  studente, un figlio/una figlia o un amico/un’amica in difficoltà: basta un click su “voglio parlare di qualcuno”.

(aggiornamento 1 dicembre 2018)
Redazione Bioetica News Torino