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Una sintesi del nuovo Rapporto sui Tumori in Italia a cura di AIRTUM

31 Marzo 2019

Con le informazioni acquisite dai Registri Tumori attivi in Italia, proveniente da 18 su 21 Regioni e Province autonome,  l’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum) esce con un Rapporto 2018 su «I tumori in Italia – Trend 2003 -2014», presentato in un recente convegno a Trapani, che, a differenza di quello di dieci anni fa, è più completo sui dati epidemiologici e illustra un quadro delle malattie neoplastiche in Italia nel corso del tempo e sulle differenze regionali.

Dal documento pubblicato su QuotidianoSanità.it si apprende la metodologia: Sono stati utilizzati i dati dei Registri Tumori presenti nella Banca Dati Airtum nel mese di gennaio 2018, includendo nello studio quelli  di 49 Registri di popolazione che tra il 2003 e il 2014 avevano la disponibilità di almeno tre anni di incidenza. Sono stati presi in esame quasi 1.700mila casi e oltre 700mila decessi. Oltre all’analisi complessiva di tutti i tipi di tumore, escludendo quello di melanomatosi della cute, sono state prese in analisi le 13 sedi tumorali principali secondo la classifica internazionale delle malattie, ICD-10. Sono stati calcolati i tassi standardizzati per età, complessivi e stratificati per area geografica (4 macro aree Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud Isole), regione, sesso, sede del tumore, classe di età. La Banca dati contiene anche i dati relativi alla mortalità forniti dai registri di mortalità locali, selezionati per lo stesso periodo e per le stesse aree geografiche considerate per l’incidenza. Non tutti i 49 registri riportavano informazioni complete e in tal caso si è fatta una stima dei dati di incidenza o mortalità mancanti. La rappresentatività spazio-temporale è data da tre fasce ottima, buona, medio-bassa.

L’incidenza dei tumori riguardo al genere maschile, a livello nazionale, dal 2003 al 2014 presenta una significativa diminuzione annua in tutte le aree Nord Ovest (- 1,3%), Nord Est (-2,0%), Centro (- 0,7%) e Sud Isole (-0,4%), e negli anziani ultrasettantenni di circa 1,2% l’anno mentre la stima nel 2018 è di circa 194.800 nuove diagnosi. L’incidenza era di 768 casi ogni 100mila uomini. Riguardo al genere femminile l’incidenza è lievemente diminuita. Solo nel Nord Ovest si è registrata una diminuzione più significativa (- 0,5%). Come per gli uomini anche per le donne vi è una diminuzione per le ultrasettantenni. Per il periodo di osservazione l’incidenza era di 483 casi ogni 100mila abitanti. Per il 2018 si è stimato circa 178.500 nuove diagnosi di tumore. L’aumento di incidenza risulta rilevante in tutte le macro fasce di età, in particolare ‘incidenza

Mortalità. A livello nazionale dal 2003 al 2014 è diminuita negli uomini (- 0,9%) in tutte le macro aree tranne nel Sud e Isole. La diminuzione riguarda sia la classe di età 50-69 (-1,7%) sia + 70 anni (-1,0%). Anche per le donne si è avuto una diminuzione sia nelle macro aree sia in tutte le classi di età. Nel Nord-Est  dopo una diminuzione tra il 2003-2010 (tasso 1,2%) si è avuta una  stabilità mentre Nel Sud e Isole dopo una fase di incremento dal 2003 al 2007 dello 0,7% è seguita una diminuzione dello 0,5% annuo fino al 2014.

Alte vie respiratorie e digestive. Negli uomini è diminuita l’incidenza (-1,9%) per anno.  Mentre di età inferiore ai 50 e superiore ai 70 anni i tassi sono diminuiti in tutto il periodo del 4,2% e dell’1,8% all’anno, tra i 50 e i 69 anni si è presentato un andamento a due fasi: fino al 2010 è diminuito del 2,7% annuo e nel periodo successivo è rimasto stabile.  La mortalità nelle donne è risultata stazionaria in tutte le macro-aree. Il tasso di mortalità medio del periodo è lievemente maggiore al Nord, 3 casi ogni 100mila donne, rispetto al Centro e al Sud e nelle isole, 2 casi ogni 100mila donne. Vi sono stati degli incrementi per la fascia di età tra i 50 e i 69 anni (1,3%) e ultrasettantenni (0,2%) annuo. Nel Triveneto si sono riscontrati tassi di mortalità nelle donne tre volte maggiori rispetto a Basilicata e Calabria.

Tumori allo stomaco. Negli uomini l’incidenza e la mortalità è diminuita significativamente soprattutto nel Nord e nel Centro. Lo stesso per le donne. L’incidenza negli uomini di età inferiore ai 50 anni ha mostrato tassi che sono rimasti stabili nel primo periodo e poi diminuiti del 5% annuo dal 2007.  Per la mortalità la classe di età tra i 50 e i 69 ha mostrato un andamento fino al 2010 ridotto del 3,5% e poi una stabilità dei tassi.  Emilia Romagna e Toscana mostrano  tassi di mortalità pari a circa 15/100mila donne doppi rispetto a Sardegna, Sicilia, Puglia ma anche Piemonte, Veneto e Liguria.

Colon retto. All’inizio del periodo di osservazione l’incidenza era di 104 casi ogni 100mila uomini; tassi stazionari dal 2003 al 2007 con diminuzione del 4,0% fino al 2010 e dello 0,7% dal 2010 al 2014. In quest’ultimo anno si osservavano 90 casi ogni 100mila uomini. Si ha un’incidenza in aumento nel Sud e nelle Isole.  Per le donne all’inizio del periodo di osservazione l’incidenza era di 64 casi ogni 100mila donne. I tassi sono in calo di circa l’1% all’anno nell’intero periodo e nel 2014 si osservavano 58 casi ogni 100mila donne.  Per la mortalità negli uomini vi è una diminuzione: 41 casi ogni 100mila uomini e nel 2014 39 decessi ogni 100mila uomini. Riguardo alle donne all’inizio si registrano 25 casi ogni 100mila donne. I tassi diminuiscono dello 0,9% all’anno nell’intero periodo e nel 2014 si osservano 23 decessi ogni 100mila donne.  La differenza tra regioni è meno marcata rispetto ad altre sedi tumorali.

Fegato. A  livello nazionale, dal 2003 al 2014 l’incidenza negli uomini è diminuita in modo significativo, soprattutto al Sud e nelle Isole dove il fattore di rischio principale è rappresentato dalle epatiti virali croniche. Al Nord, dove circa un terzo dei tumori epatici è riconducibile all’abuso alcolico, la riduzione d’incidenza è stata più contenuta. La correlazione con i progressi terapeutici nelle epatiti virali croniche andrebbe ulteriormente indagata. All’inizio del periodo l’incidenza era di 36 casi ogni 100mila uomini e nel 2014 di 32 casi. Per le donne a livello nazionale dal 2003 al 2014 l’incidenza è diminuita in modo significativo in tutte le macro-aree, sia quelle a maggiore che minore incidenza. Come negli uomini la Campania mostra tassi di incidenza oltre 50% più alti rispetto alle altre regioni.  Negli  uomini all’inizio del periodo la mortalità era di 28 casi ogni 100mila uomini e nel 2014 si osservavano 27  decessi. La diminuzione si è avuta a livello nazionale eccetto Sud e Isole che non si è confermata negli ultimi due anni nonostante la riduzione dell’incidenza. Nelle donne all’inizio del periodo la mortalità era di 12 casi ogni 100mila donne e nel 2014 10 decessi ogni 100mila donne. A livello nazionale la mortalità è diminuita, ma alla fine del periodo il tasso rimane più alto nel Sud e nelle Isole. L’Alto Adige rimane l’unica regione a mostrare un aumento di tasso di mortalità.

Pancreas. Dal 2003 al 2014 negli uomini l’incidenza è lievemente aumentata, in particolar modo per l’incremento  dell’incidenza nel Sud e nelle Isole, che ciononostante rimangono la macro area a minor incidenza. Tra i fattori il possibile mutamento delle abitudini dietetiche.  Nelle donne è rimasta invariabile in tutte le macro-aree. In nessuna classe di età si è registrata una variazione di incidenza significativa. Negli uomini all’inizio del periodo la mortalità era di 19 casi ogni 100mila uomini e nel 2014 20 decessi. A livello nazionale è rimasta stabile eccetto un decremento nel Nord-Ovest. Nelle donne sia all’inizio che al termine del periodo la mortalità era di 15 casi ogni 100mila donne. Si è avuta una stabilità dei tassi nell’intero arco di osservazione. A livello nazionale è aumentata significativamente al Centro e più contenuta nel Nord- Ovest. Come negli uomini, i tassi sono quasi doppi nelle regioni di Nord-Est e Lombardia, rispetto ad alcune regioni del Sud.

Polmone. Negli uomini l’incidenza è diminuita in modo significativo in tutte le macro-regioni. Il Trentino mostra un’incidenza nei maschi quasi 50% più bassa rispetto a Campania, Lombardia e Piemonte.  Nelle donne invece è aumentata in modo significativo in tutte le macro-aree. Nel Nord Ovest (2,4%), Nord Est (1,8%), Sud e Isole (1,8%) all’anno. Si registra un aumento significativo nelle donne ultra settantenni nei periodi 2003 -2006 e 2010-2014 del 3,3% e 2,5% annuo. All’inizio del periodo di osservazione la mortalità negli uomini era di 110 casi ogni 100mila uomini e nel 2014 92 decessi. A livello nazionale è diminuita in tutte le macro-aree in modo significativo in parallelo all’incidenza. Eccezione per il Sud e Isole dove essa era minore ed è rimasta stabile. Nelle donne all’inizio del periodo era di 21 casi ogni 100mila donne e nel 2014 23 decessi. I tassi aumentano in modo significativo dell’1,9% fino al 2007 all’anno e dello 0,4% poi. Calabria e Campania mostrano tassi di mortalità nelle donne inferiori a 10/100mila, meno della metà rispetto a molte regioni del Nord e Centro.

Melanoma della cute. Negli uomini è aumentato in tutte le macro-aree in modo significativo, con incrementi nelle aree già a maggior incidenza e in tutte le classi di età con lo stesso andamento. In particolare nel Centro, con un incremento di circa il 6,4% annuo in tutto il periodo e nel Nord-Est, dove ad un aumento dei tassi di circa il 9,8% annuo sino al 2005 si è avuto poi un periodo di incremento non significativo sino al 2009 ed una crescita successiva di circa il 4,4% annuo in tutto il periodo. Tassi elevati si sono registrati in Alto Adige e Toscana. Anche nelle donne l’incidenza è aumentata in tutto il periodo in modo significativo nelle macro-aree, con incrementi più consistenti in quelle aree dove l’incidenza è già forte e in tutte le classi di età, in particolar modo tra i 50-69 anni e nelle ultrasettantenni (+ 2,5%) annuo. Tassi  molto elevati si sono riscontrati in Alto Adige e Toscana.  Negli uomini all’inizio e al termine del periodo osservato la mortalità era di 4 casi ogni 100mila uomini. A livello nazionale è rimasta pressoché stabile seppur con un incremento nel Centro. Si registra un decremento significativo negli uomini di età inferiore ai 50 anni di circa il 2,5% tra il 2003 e il 2014. Nelle donne la mortalità era di 2 casi ogni 100mila donne all’inizio e alla fine del periodo. A livello nazionale essa rimane pressoché stabile seppure con andamenti di aumento nel Nord Ovest (1,1% annuo) e in decremento nel Nord Est.

Tumori della mammella. È aumentata nelle donne, seppur modestamente, in modo significativo. L’aumento è limitato alle donne sotto i 50 anni e con almeno 70 anni.  Nel periodo di osservazione è aumentata soprattutto nel Nord Est e nel Centro, circa 0,4% annuo. Nelle altre macro aree le variazioni di incidenza non sono state significative. Calabria e Basilicata presentano tassi di incidenza vicini a 100/100mila donne l’anno, 50% più bassi a confronto del Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.  All’inizio del periodo nei registri tumori la mortalità era di 37 casi ogni 100mila donne e nel 2014 35 decessi. A livello nazionale tra il 2003 e il 2014 essa è diminuita in modo rilevante nelle macroaree del Nord dove all’inizio del periodo presentava un più alto tasso di mortalità. Sono diminuiti soprattutto i tassi riferiti alle donne sotto i 50 anni (0,9%), tra i 50 e 69 anni dello 0,8% e nelle 70enni dello 0,4%. Basilicata e Calabria mostrano tassi di mortalità attorno a 25/100mila donne l’anno, 50% più bassi rispetto a Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

Tumori della prostata.  Si sono stimate attorno a 35.300 nuove diagnosi di tumore della prostata  per gli uomini nel 2018, al primo posto fra tutti i tumori maligni. A livello nazionale nel periodo di osservazione 2003-2014 l’incidenza negli uomini è diminuita in modo significativo in quelle aree già marcate dall’incidenza all’inizio del periodo. Si registra una stabilità di tassi nel Sud e nelle Isole dove l’incidenza è minore.  Nel 2015 si sono osservati 7196 decessi (Ista), pari all’8% di tutti i tumori, al terzo posto dopo i tumori del polmone e del colon-retto. La mortalità all’inizio del periodo era di 40 casi ogni 100mila uomini e nel 2014 si osservavano 31 decessi. A livello nazionale è diminuita in modo rilevante in tutte le macro-aree, tranne nel Sud e nelle Isole dove i tassi sono rimasti stabili.  Calata la mortalità nell’età 50-69 anni e ultra settantenni nell’intero periodo.

Tumori del rene e delle vie urinarie.  A livello nazionale negli uomini rimane stabile nell’intero periodo. Si riscontra una lieve riduzione di tassi nel Nord Ovest (0,4%) e un aumento nel Nord Est (+ 3,4%). Nelle donne nel periodo di interesse rimane stabile l’incidenza a livello nazionale. In nessuna classe d’età  si sono registrate significative variazioni di incidenza. Negli uomini nel 2015 secondo l’Istat 2237 decessi, pari al 2% di tutti i tumori, al decimo posto dopo i linfomi. Dai registri all’inizio e alla fine del periodo la mortalità era di 10 casi ogni 100mila uomini. A livello nazionale è rimasta pressoché stabile. Solo nel Sud e nelle Isole vi è un aumento significativo di circa il 2,6% annuo dal 2003 al 2010 cui ha fatto seguito un decremento di circa 2,5% annuo sino al 2014. Nelle donne nel 2015 vi sono osservati 1224 decessi (Istat), pari al 2% di tutti i tumori, all’8 posto dopo i linfomi. La mortalità era di 4 casi ogni 100mila donne all’inizio e alla fine del periodo dai registri tumori. A livello nazionale dal 2003 al 2014 nelle donne è rimasta stabile in tutte le macro-aree.  L’unica regione con una variazione significativa del tasso di mortalità è la Calabria, con una riduzione del 3,0% annuo. Nel periodo osservato non si sono registrate variazioni significative di mortalità in nessuna classe di età.

Tumori della vescica. Negli uomini a livello nazionale dal 2003 al 2014 l’incidenza è diminuita in tutte le macro aree e più consistentemente nel Centro e nel Nord-Est, aree di minor incidenza nel 2003. Una diminuzione in tutte le fasce di età, in particolare in quella inferiore ai 50 anni. La Campania mostra tassi di incidenza vicini a 100/centomila uomini, quasi doppi rispetto a Umbria e Provincia di Trento. Nelle donne sul territorio nazionale l’incidenza è rimasta stabile in tutte le macro aree. Negli uomini all’inizio e alla fine del periodo 2003-20014 la mortalità era di 21 casi ogni 100mila uomini. Presenta un andamento pressoché stabile. A livello nazionale dal 2003 al 2014 la mortalità è rimasta stabile in tutte le macro aree, malgrado andamenti oscillanti nel Nord Ovest e nel Nord Est che secondo il Rapporto  meriterebbero di essere approfonditi. Nelle donne all’inizio e al termine del periodo la mortalità era di 3,5 casi ogni 100mila donne. A livello nazionale è rimasta stabile in tutte  la macro aree eccetto nel Nord Est dove vi è stato un aumento dei tassi dal 2008 in poi.  Nelle settantenni vi è stata prima una diminuzione significativa dell’1,8% all’anno dal 2003 al 2009 e poi un incremento altrettanto rilevante dell’1,6% annuo fino al 2014.

 Tumori della tiroide. Negli uomini si è rilevata un’incidenza significativa di incremento  in tutte le macro aree tra il 2003 e il 2014. Il rapporto segnala che andrebbero indagati i fattori responsabili. Aumenti annui  maggiori del 10% sono stati osservati in Puglia e Umbria, mentre nelle regioni a più alta incidenza (Lazio ed Emilia Romagna) mostrano  aumenti rispetto alla media italiana. L’aumento di incidenza risulta rilevante in tutte le macro fasce di età, in particolare sotto ai 50 e sopra i 70. Nelle donne a livello nazionale l’incidenza ha subito un aumento rilevante in tutte le macro-aree e il Rapporto segnala la necessità  di approfondire i fattori responsabili. Emerge in tutte le fasce di età, in particolare sotto ai 50 e sopra i 70 anni. Negli uomini la mortalità nel periodo di interesse era di 1,0 caso ogni 100mila uomini e nel 2014 0,7 decessi. Sul piano nazionale dal 2003 al 2014 la mortalità è diminuita in modo significativo nel Nord Est e nel Sud e isole di circa 4,0% e 2,6% annuo. Tra i 50 e i 69 anni i tassi sono diminuiti del 4,7% annuo mentre sopra i 70 anni non è statisticamente significativa (0,9% di tassi annuo). Nelle donne all’inizio del periodo la mortalità era di 1,1 casi ogni 100mila donne e nel 2014 1,0 decesso. Sul piano nazionale nel periodo di interesse è diminuita la mortalità in modo rilevante con andamenti paragonabili in tutte le macro-aree.  I tassi di mortalità sono poco variabili tra regioni, eccetto tassi molto alti registrati in Calabria.

Linfoma non-Hodgkin. 22 casi all’inizio ogni 100mila uomini e nel 2014 23 casi. Negli uomini l’incidenza è rimasta stabile anche se vi sia un andamento in due fasi all’interno del periodo, una di incremento non significativo dal 2003 al 2005 e di decremento rilevante successivamente fino al 2014. L’incidenza è rimasta stabile in tutte le macro aree. Inferiore ai 50 anni i tassi sono diminuiti dello 0,4%. Nelle donne sul territorio nazionale è diminuita in modo rilevante l’incidenza con una diminuzione per il Nord Ovest. Una significativa riduzione si presenta tra le fasce di età 50- 69 anni e ultrasettantenni. Negli uomini all’inizio la mortalità era di 10 casi ogni 100mila uomini e nel 2014 9 decessi. Sul piano nazionale dal 2003 al 2014 la mortalità è diminuita in modo rilevante, soprattutto nel Nord Ovest. Diminuiscono i tassi relativi alla classe di età 50-69 di circa 1,1% annuo nell’intero periodo mentre negli ultrasettantenni la mortalità risulta invariata. Nelle donne la mortalità riguardava all’inizio 7 casi ogni 100mila donne e nel 2014 6 decessi. Sul piano nazionale essa è diminuita in modo rilevante, soprattutto nel Nord Ovest e nel Nord Est con 1,2% e 1,5 % rispettivamente. Poi emerge una riduzione significativa per tutte le classi di età.

Vengono riportate le schede riferite alla situazione regionale.  Per il Piemonte e Valle d’Aosta, considerate insieme, i tassi di incidenza per tutti i tumori sono stazionari fra il 2003 e il 2006 negli uomini e subiscono una diminuzione rilevante del 2,5% annuo tra il 2006 e il 2010 per essere poi stabile negli anni successivi. Nelle donne si osserva un calo lento ma significativo dello 0,3% nel periodo 2003-2014.
Diminuiscono  in modo rilevante il tumore della prostata, del colon retto negli uomini mentre risulta costante nelle donne, del polmone mentre è in aumento in modo significativo nelle donne. Il tumore della mammella è stabile.  Emerge poi che è ridotta la mortalità per i tumori nel sesso maschile dal 2003 al 2011 mentre vi è poi un aumento non considerevole. Invece nella donna si è mantenuto costante. A livello di genere non si riscontrano variazioni in rilievo per le singole sedi tumorali riguardo alla mortalità eccetto il cancro alla prostata per il quale emerge un decremento sel 4,6%annuo nel periodo tra il 2003 e il 2009.

Le  informazioni emerse dal Rapporto sono importanti per la valutazione di strategie di prevenzione e cura dei tumori. L’Associazione Airtum fa notare come emerga attraverso i dati epidemiologici la diffusa cultura della diagnosi precoce nei confronti delle neoplasie come mammella femminile, colon retto e cervice uterina, in Italia seppure vi siano ancora importanti differenze tra le Regioni.

I dati riportati nel Rapporto sono condivisi con l’associazione degli Oncologi (AIOM), degli epidemiologi (AIE) e dei pazienti FAVO per poter avere una migliore rete di collaborazione per contrastare tali patologie. L‘Aiom per voce della presidente nazionale  Stefania Gori sottolinea nel e sul Rapporto che così come è  strutturato l’impegno di Airtum «risponde alle richieste dei clinici, dei pazienti, dei cittadini e delle istituzioni e che testimonia la collaborazione concreta esistente tra Aiom e Airtum» e aggiunge che «la riduzione lenta ma regolare della mortalità per tumore sia nei maschi che nelle femmine è una buona notizia che deve però stimolare ulteriormente la cura delle persone che si ammalano».  Sintetizza il rapporto: «mostra come l’incidenza tra i maschi sia in diminuzione nel periodo considerato, grazie al calo dei nuovi casi di tumori della prostata, del polmone, del
colon-retto e della vescica urinaria. Tra le femmine invece l’andamento complessivo dell’incidenza del cancro ha mostrato una tendenza stabile o decrescente nelle aree settentrionali e centrali ma un aumento nelle aree meridionali, quest’ultima sostenuta da un aumento dei nuovi casi di tumore del polmone, tiroide e melanoma».
Aifo invece tramite il segretario generale Elisabetta Iannelli scrive nel Rapporto che «La speranza, consolidata dall’evidenza scientifica dei numeri che fanno tendenza, è che dopo il cancro si continui a vivere sempre più a lungo. Certamente, i numeri di chi non ce la fa sono ancora troppi, ma anche per questo è importante analizzare e comprendere sia le ragioni che hanno portato ad una diminuzione dell’incidenza (stili di vita, screening?) in alcune arti del nostro paese, sia i motivi, anzi le azioni, che hanno contribuito effettivamente alla diminuzione più o meno marcata delle morti per cancro (disponibilità e tempestività dei trattamenti terapeutici, percorsi multidisciplinari?)».

E infine il presidente AIE Salvatore Scondotto invita all’importanza della rete dei registri tumori per la loro ricchezza di informazioni. Infatti «Nel momento in cui la patologia neoplastica imbocca un trend negativo, è bene rivolgere l’attenzione a quella parte di popolazione in cui i fattori di rischio, spesso in solido con la carenza assistenziale, giocano un ruolo prevalente. La possibilità di una loro mappatura e monitoraggio sistematici in un determinato Paese, a partire dalla ricchezza d’informazioni offerte dalla rete dei registri tumori, consentirebbe d’investigare in dettaglio queste
diseguaglianze, di stabilire quale peso sia ad esse attribuibile, in termini d’incidenza e di mortalità, nonché quali azioni ed aggiustamenti dello stesso sistema sanitario appaiano indispensabili per mitigarne gli effetti».

 

 

 

 

Redazione Bioetica News Torino