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Vademecum per medici vaccinatori e di famiglia: criteri e chi può esentarsi dal vaccino anti Covid-19

19 Agosto 2021

Un’integrazione e un approfondimento per medici di famiglia e vaccinatori sui criteri a cui fare affidamento nella valutazione delle persone che non possono vaccinarsi in presenza di documentazione clinica per il rilascio della certificazione di esenzione è contenuta in un nuovo documento, stilato dalla Società italiana di Medicina Generale e delle cure primarie (Simg) insieme al Ministero della Salute.

Curato da C. Cricelli e I. Grattagliano della Simg Esenzione da vaccino anti Covid-19 vuol essere un “vademecum operativo” che risponde, facendo chiarezza, ai dubbi e interrogativi su casi specifici pervenuti dai medici stessi dopo le circolari ministeriali del 4 e 5 agosto 2021 che disciplinano l’uso del rilascio della certificazione di esenzione e sulla composizione dei vaccini autorizzati in Italia.

Quando il Certificato di esenzione può essere rilasciato?

Nei casi in cui la vaccinazione va posticipata o sconsigliata dinanzi a condizioni cliniche documentate che sono controindicate in modo permanente o temporaneo. Il rilascio ha validità fino al 30 settembre 2021, è gratuito ed è effettuato da medici delle Asl, dai responsabili del centro di sperimentazione (è il caso del vaccino sperimentale Reithera) e dai medici di famiglia e pediatri di libera scelta, che sono tenuti all’archivio delle informazioni per un monitoraggio. Le motivazioni non vanno però inserite nel certificato.

Si accoglie anche la richiesta di una persona che non abbia alcuna documentazione clinica adeguata; in tal caso, la valutazione va eseguita da uno specialista idoneo.

Quali possono essere i motivi di un rinvio della vaccinazione?

In presenza di motivi più comuni, che non danno luogo al certificato di esenzione, e sono:

  • avere un’infezione pregressa asintomatica o da Sars-CoV-2 accertata entro i tre mesi dal primo tampone positivo; si ha diritto a un pass di guarigione per 6 mesi
  • essere affetto da Covid-19 e curato con la terapia di anticorpi monoclonali entro i tre mesi dal trattamento e si ha diritto ad un pass di guarigione
  • se si è in quarantena per contatto stretto fino alla fine del periodo di isolamento, cui seguirà una valutazione se vaccinare o meno
  • se si hanno sintomi sospetti fino al risultato del tampone a cui seguirà una valutazione per vaccinare o meno
  • se si ha una malattia acuta severa come un’epatite acuta, una nefrite acuto una grave infezione di qualche organo etc.

Quando la vaccinazione si dice controindicata?

Quando le reazioni avverse che possono scatenarsi con un vaccino presentano rischi maggiori dei vantaggi per cui ci si vaccina.

Non vuol dire però che non vi sia la possibilità a causa di uno di vaccinarsi con gli altri vaccini autorizzati.

Le reazioni possono manifestarsi a causa di un principio attivo o di un qualsiasi eccipiente: come gli allergeni ad esempio. Il polietilene-glicole 2000 Peg contenuto nel Cominarty. O l’allergene metossipolietilene – glicole Peg 2000 DMG o la trometamina contenuta nel vaccino Spikevax. O ancora il polisorbato 80 contenuto nei vaccini a vettore virale Janseen e Vaxzevria. Oppure il manifestarsi della sindrome trombotica associata a trombocitopenia dopo la somministrazione di Vaxzevria.

O anche chi ha avuto perdita capillare con Vaxzevria o Janssen.

Nei casi di allergia grave alla prima dose si può considerare la possibilità di impiegare vaccini diversi ed effettuare una consulenza allergologica.

La gravidanza non dà controindicazioni per il vaccino ma se il medico lo ritiene la donna può ricevere il Certificato di esenzione in via temporanea.

Se la sindrome di Guillain-Barré insorge nelle 6 settimane dalla vaccinazione, individuati molto rari con Vaxzevria e in Janssen, si ritiene di non proseguire con lo stesso vaccino o comunque considerare un vaccino diverso.

Precauzioni

Sono misure per evitare un aumento del rischio di reazioni avverse o di compromettere una risposta immunitaria; nel caso alla vaccinazione anti Covid-19 la persona può vaccinarsi ma in alcuni casi per essere sicuri si deve avere la consultazione di un medico curante o specialista.

Il rapporto rischio – beneficio va valutato dopo una consulenza cardiologica dopo il manifestarsi di una miocardite o pericardite dopo la prima dose assunta di vaccini a mRNA. Si può considerare la possibilità di procedere alla seconda dose o con un vaccino diverso.

Nel caso di manifestazione allergica al vaccino o al farmaco è ritenuta una precauzione.

Che cosa sono le false controindicazioni?

Patologie e sintomi che non impediscono di essere vaccinati e dunque possono dare atto al certificato di esenzione. Possono essere l’allattamento, la paralisi di Bell, malattie autoimmuni. Neppure gli immunocompressi e gli oncologici se non vi sono controindicazioni, possono passare alla somministrazione del Covid-19. Anche coloro che pur avendo avuto reazioni gravi allergiche non correlate ai vaccini o farmac possono essere vaccinati.

CCBYSA

redazione Bioetica News Torino