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Vado dal medico per sentirmi meno solo

07 Aprile 2015

Le esperienze di solitudine ed isolamento sociale possono portare ad un uso più frequente delle risorse sanitarie, soprattutto nel caso degli anziani. Un recente studio ha, infatti, riscontrato che la frequenza delle visite mediche risulta particolarmente influenzata dalla solitudine cronica e suggerisce che l’identificazione di interventi per gli anziani più soli possa ridurre significativamente le visite mediche ed i costi sanitari.

Spesso si presume che se una persona ha abbastanza amici e parenti tutto vada bene, ma la solitudine non corrisponde all’essere realmente e fisicamente soli: si può essere soli anche in una stanza affollata. Secondo lo studio, benché la solitudine provata in un singolo momento nel tempo non sia correlato allo sfruttamento delle risorse sanitarie, un sentimento di solitudine prolungato per alcuni anni risulta significativamente associato ad un aumento del numero di visite mediche. Secondo i ricercatori, si tratta di un fenomeno abbastanza normale in quanto nel corso degli anni si tende a costruire una relazione con il proprio medico e quindi fare una visita diviene come andare a trovare un amico.

Ovviamente, ciò non accade con i ricoveri ospedalieri, in quanto questi implicano una richiesta del medico e il paziente non è sicuro di chi incontrerà una volta arrivato in ospedale. Più del 50% dei partecipanti allo studio ha riportato sentimenti di solitudine ed essi sono risultati associati a maggiori problemi con le attività quotidiane e a sintomi depressivi. La solitudine dell’anziano è facilmente prevenibile e con costi inferiori rispetto ad altre malattie croniche. Con semplici interventi come chiamate telefoniche o visite domiciliari è possibile infatti evitare uno sfruttamento non necessario delle risorse sanitarie ed ulteriori spese che gravano in ultima analisi sull’intera società. (American Journal of Public Health, 2015; e1)

fonte: Popular Science

 

Lara RealeGiornalista ScientificaRedazione Web Arcidiocesi di Torino