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Vaiolo delle scimmie. Prima la Spagna e poi altri Paesi avranno il vaccino

30 Giugno 2022

La Spagna sarà il primo paese della UE a usufruire delle prime dosi di vaccino, cinquemila circa, per proteggersi dall’infezione del vaiolo delle scimmie. Sarà poi la volta delle altre consegne ― 109.090 vaccini di terza generazione acquistati in tutto dalla Commissione europea ―, da parte della società farmaceutica danese Bavarian Nordic in Portogallo, Germania e Belgio a cui seguiranno altri paesi più interessati dai casi, previste tra luglio e agosto. Ė stata attivata Hera, l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie della Commissione Europea, istituita nell’ottobre 2021 nell’ambito del programma UE4 Health dall’insegnamento di un necessario coordinamento fra i paesi per gestire al meglio l’epidemia da Covid-19, che ha provveduto nel mese di giugno al contratto di acquisto in modo diretto dei vaccini dal bilancio dell’Ue per gli stati membri, Norvegia e Islanda, secondo necessità; motivato dall’ascesa del numero dei casi infetti.

Ne ha dato annuncio la Commissione europea informando che dal 18 maggio al 28 giugno i casi di vaiolo delle scimmie, zoonosi virale trasmessa da animale all’uomo con sintomi simili ma più lievi del vaiolo ed, endemica in Africa occidentale e centrale, segnalati sono circa 2600 in 23 paesi membri: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria, e anche in Norvegia e Islanda.

Il bollettino di sorveglianza congiunto del Centro europeo per la sorveglianza delle malattie infettive e dell’Ufficio regionale Oms per l’Europa delle Nazioni Unite ― 27 paesi della UE e 3 paesi della Area economica europea Eea ― del 29 giugno ne ha identificati fino al 28 giugno 4.177 attraverso i sistemi sanitari pubblici (Ihr) e 3.086 dal sistema di sorveglianza europeo Tessy. Il Regno unito è quello che ha maggiori casi infetti, più di 1000, seguito da Germania, Spagna, Portogallo, Francia, Paesi Bassi, Italia, Belgio, Italia, Belgio. poi dalla Svizzera in poi , Svizzera, Irlanda, Israele, Austria, Svezia, Ungheria, Danimarca, Norvegia ,

Per il centro europeo di monitoraggio e prevenzione Ecdc i casi riportati al sistema di sorveglianza Tessy devono rispettare le definizioni date dall’Oms e dal Centro Ecdc. Secondo la definizione di caso il Centro Europeo Ecdc distingue:

  • confermato se individuato dall’esame positivo di laboratorio al virus del vaiolo delle scimmie con il test PCR o specifico per orthopoxvirus e confermato dalla sequenza nucleotidica del virus rilevato come Mpxv (virus del vaiolo delle scimmie) con insorgenza dei sintomi dal 1 marzo 2022;
  • è probabile con un’irruzione non spiegata su alcune parti del corpo e con uno o più sintomi da infezione del vaiolo delle scimmie con sintomi di insorgenza dal 1 marzo 2022 e una delle seguenti conferme: risultato del test di laboratorio positivo all’infezione da orthopoxvirale; ha un collegamento epidemiologico ad un caso confermato o probabile di vaiolo delle scimmie in 21 giorni prima dell’insorgenza; rapporti di viaggio nei paesi endemici di Monkeypox 21 giorni prima dell’insorgenza; se una persona ha avuto rapporti con diversi partner nei 21 giorni prima dell’esordio; se si tratta di un uomo omosessuale; oppure se una persona con rash non spiegabile maculopapulare localizzato o generale o vescicolopustolare con diffusione centrifuga, lesioni che mostrano croste, ingrossamento di linfonodi e sintomi compatibili con altre infezioni da vaiolo delle scimmie.

Dai dati provenienti dal sistema di sorveglianza europeo Tessy su 3.086 sono stati confermati in laboratorio 3.082 e 87 sono associati al ceppo africano occidentale. Dal bollettino citato i primi dati dei sintomi di insorgenza della malattia virale risalgono al 17 aprile 2022 e riguardo all’età sono state più colpite le persone tra i 31 e i 40 anni ― 1.343 su 3.081 pari al 44% ― e maschi, 3.040 su 3.055, pari al 99%; tra i casi con epatite virale il 39% pari a 275 su 699 i numeri sono più sporadici.

L’arrivo del primo caso e il quadro italiano attuale. Perché un vaccino?

Risale al 20 maggio 2022 il primo caso confermato in Italia allo Spallanzani di Roma, istituto nazionale per le malattie infettive, in un giovane ritornato dalle isole Canarie.

Dal bollettino bisettimanale di monitoraggio risultano in data 28 giugno 159 casi confermati di cui 61 sono associati a viaggi all’estero; le persone che hanno contratto il virus hanno un’età mediana di 36 anni e sono in particolare maschi, 157, mentre 2 sono femmine. A livello regionale la diffusione è maggiore in Lombardia (83 casi), seguita dal Lazio (39 casi) e dall’Emilia Romagna con 14 casi. In alcune regioni come Piemonte, Puglia, Veneto hanno la presenza di pochi casi, 5 confermati, altre come la Toscana meno (2 casi).

Nella circolare ministeriale del 25 maggio 2022 il ministero della Salute raccomanda quando vi è il sospetto o la conferma di contagio l’isolamento delle persone con ventilazione adeguata, bagno dedicato e personale. I dispositivi di protezione utilizzati dalla mascherina FFP al camice vanno gettati via per lo smaltimento non appena lasciano la camera e le parti con le lesioni vanno coperte da bende o altro per evitarne la trasmissibilità.

Il documento prosegue indicando che misure di prevenzione ed isolamento vanno tenute fino alla guarigione dei sintomi comprese le croste. In caso di sintomi gravi o scarsi risultati gli operatori sanitari potranno considerare per la profilassi un uso sperimentale o compassionevole di alcuni farmaci, incluso gli antivirali specifici e una vaccinazione post-esposizione, possibilmente a 4 giorni dall’esposizione, in caso di contatti a rischio elevati per loro, compreso il personale di laboratorio, analizzando rischi e benefici.

Può essere fatta, con il vaccino antivaiolo, anche una profilassi pre e post esposizione da contatto stretto per il rischio di sviluppo in forma severa.

Da alcuni studi riportati nel documento il rischio di contagio per gli operatori sanitari è molto basso se sono rispettate le misure di precauzione, moderato in condizione non protetta, con contatti ravvicinati mentre, seppure l’infezione da orthopoxvirus (virus della famiglia del vaiolo) è risultata occasionale tra il personale di laboratorio nel maneggiare campioni di virus e il rischio di esposizione è basso se seguite adeguatamente le procedure, se non si adoperano misure protettive il rischio di diffusione è elevato.

Il virus del vaiolo può trasmettersi dalla madre al figlio durante la gravidanza.

Veicolo di trasmissione virale nelle aree endemiche sono gli animali, primati e piccoli roditori:  in Benin, Camerun, Repubblica Centro Africana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Gana (solo casi in animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone, e Sud Sudan. La trasmissibilità da animale a individuo è raro, avviene attraverso il morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei o le lesioni cutanee/mucose degli animali infetti. In Europa non si ha una conoscenza approfondita delle specie di animali che possono essere fonte di contagio: tra i roditori potrebbero esserci gli scoiattoli della famiglia degli Sciuridae, diffondersi nella fauna selvatica e diventare una zoonosi endemica.

Preoccupa la possibilità di estensione della diffusione virale in Europa. Ci sono stati casi sporadici in passato ma, come descrive il Centro Ecdc, questi erano associati a viaggi nei paesi endemici, mentre ora «si può vedere un’incidenza insolita di casi infetti nella comunità senza legami con i viaggi. Inoltre, contagia soprattutto specifici gruppi, ad esempio omosessuali, probabilmente a causa di contatti stretti o sessuali».

Da persona a persona la diffusione di contagio può avvenire come spiega l’Istituto superiore di Sanità dal contatto con il materiale infetto delle lesioni, con oggetti contaminati come possono essere le lenzuola, i vestiti, il contatto stretto attraverso le goccioline respiratorie nell’aria e anche dai rapporti sessuali.

Data la diffusione in Europa dove non è endemica, il Centro Europeo Ecdc avvisa i medici di segnalare qualunque rush inspiegabile e di considerare un caso un focolaio.

Come pulire, disinfettare le stanze?

La stessa circolare ministeriale del 25 maggio descrive come i poxvirus rimangono attivi per molto tempo sui materiali con cui croste e lesioni sono venute a contatto. Per la pulizia della stanza in cui c’è stata la presenza di un contagiato occorrono panni e spugna monouso per poi eliminarli, gettare le garze a contatto con le lesioni tra i rifiuti speciali (struttura sanitaria), indumenti e biancheria lavati a cicli di 60°; badare di non sollevare la polvere e disinfettare l’ambiente con ipoclorito di sodio allo 0,1%.

La malattia virale è presente in Africa centrale e occidentale

Il Camerun ha avuto un’epidemia di vaiolo delle scimmie nel 2021 e a febbraio dell’anno successivo sono stati segnalati 3 casi confermati, 25 sospetti e 2 decessi. Il ceppo più virulento è quello del bacino del Congo e nella circolare il Ministero della salute italiana informa che il 14 marzo 2022 la Repubblica centrafricana riportava sei casi confermati e due decessi mentre la Repubblica democratica del Congo tra il 1 gennaio e il 17 aprile di quest’anno 1100 circa casi sospetti, di cui 55 decessi da 54 zone sanitarie di 14 province.

Sempre quest’anno la Nigeria fino ad aprile ha segnalato 46 casi sospetti, e dal 2017 si contano confermati 241 casi.

Autoisolamento come misura precauzionale e preventiva

Il Centro europeo Ecdc raccomanda le persone con eruzioni sulla pelle di isolarsi in una camera e rivolgersi ad un medico. Se contagiati di rimanere in casa fino a quando le croste non guariscono e non venire a contatto con le persone più fragili, immunodepresse e con gli animali, astenersi dai rapporti sessuali e dai contatti fisici, usare posate e biancheria personale.

Il preservativo può essere una misura di prevenzione?

Il Centro Europeo Ecdc spiega che non si sa ancora se il virus può essere trasmesso attraverso il liquido seminale e per quanto tempo e pertanto il preservativo andrebbe consigliato per 12 settimane dalla guarigione ma mentre è usato per proteggersi dall’infezione da Hiv e altre malattie infettive sessualmente trasmesse non può esserlo per il virus del vaiolo delle scimmie a causa del contatto con le lesioni cutanee che diffondono l’infezione.

(aggiornamento 01 luglio 2022 ore 9.03)

redazione Bioetica News Torino
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