Variante Delta. Da tenere sotto un attento monitoraggio
25 Giugno 2021Sta preoccupando la diffusione della variante Delta (B. 1.617.2) del virus Sars-CoV-2. Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie infettive prevede che fra due mesi avrà una presenza dominante del 90% rispetto alle altre varianti in circolazione nell’Unione Europea. I dati preliminari mostrano che può infettare chi ha ricevuto una sola dose di vaccino mentre chi ha già fatto la vaccinazione completa è più protetto dall’infezione e dai risvolti più gravi della malattia, ospedalizzazione e letalità. Ci tiene a riferire la direttrice del Centro Andrea Ammon che infatti spiega come ci siano ancora molte persone a rischio di contrarre una severa Covid-19 perché le persone più fragili, il 30% degli anziani ultra ottantenni e il 40% degli ultrasessantenni non risultano del tutto vaccinati. Per poter mantenere una circolazione virale bassa occorrono misure di prevenzione sanitaria, un’accelerazione della campagna vaccinale per salvare vite e la somministrazione della seconda dose dovrebbe svolgersi nell’arco minimo di tempo autorizzato dalla prima dose.
Anche in Italia sono stati segnalati alcuni focolai di varianti tra cui quella Delta. Si tratta di casi rari come si rileva nell’ultimo rapporto sulle varianti dell’11 giugno 2021 di cui si avverte la necessità di un attento monitoraggio sia per l’aumento sul territorio italiano e sia per la contagiosità anche nelle persone vaccinate con una sola dose come ha comunicato l’Oms. Dal Rapporto italiano la variante Aifa rimane al momento la più diffusa. Mentre si attende l’ultimo rapporto ministeriale sulle varianti in Italia, guardando a quanto accade in Finlandia dove la variante Delta è entrata in quattro ospedali causando la morte di 98 persone, di cui 18 operatori sanitari e 42 pazienti che avevano ricevuto almeno una dose vaccinale. Temendo il ripetersi di uno scenario a cui si è già assistito nei primi mesi della pandemia, il Comitato tecnico-scientifico ha ritenuto insieme al Ministero della Salute di chiedere alle regioni il potenziamento del tracciamento di contatto e il sequenziamento in via prioritaria dei campioni di individui provenienti dai pasi con alta incidenza di varianti e di soggetti vaccinati che si infettano nonostante l’immunità dal virus.
In Italia sono state somministrate 48.316.875 dosi di vaccino al 25 giugno. Nella fascia di età ultraottantenne hanno ricevuto la seconda o unica dose (per Janssen) l’85,67% (3.898.894) degli aderenti 4.550.912. In quella tra i 70 e 79 anni è stata effettuata il 50,33% pari a 3.029.204 su 6.019.236. Su una platea di 7.554.095 iscritti alla campagna vaccinale tra i 60 e i 69 anni di età mentre il 75,04% hanno ricevuto la prima dose 5.668.396 attendono la seconda 4.274.640. Rimane bassa la fascia tra i 50 e i 59 anni dove su una platea di 9.653.338 il 66,51% ha ricevuto la prima dose mentre il 32,39% la seconda.
Il problema della variante Delta, o indiana, non è da sottostimare richiama l’attenzione il Rapporto della Fondazione Gimbe che analizza i dati pervenuti dal 16 al 22 giugno. Sono diminuiti i pazienti ospedalizzati, calati i posti letto in area medica e in terapia intensiva nelle regioni sotto il 10% e in 4 regioni senza pazienti in area critica. Riguardo alla variante Delta dal database internazionale Gisaid in base ai campioni prelevati dal 9 al 23 giugno sono state depositate su 218 sequenze 71 sono della variante delta, numero che dà secondo il Rapporto «una incerta rappresentatività nazionale visto che non tutte le Regioni condividono i sequenziamenti in questo database». Pertanto su tre punti si ha certezza, osserva il Rapporto Gimbe: il numero di sequenziamenti effettuati è modesto ed eterogeneo; il tracciamento di contatto nono è stato ripreso in modo adeguato; spaventa la situazione nel Regno Unito dove la copertura vaccinale è più avanti rispetto all’Italia dove poco più di 1 persona su 4 ha una copertura adeguata avendo completato il vaccino.
In Africa la situazione peggiora. Gli africani vengono colpiti dalla terza ondata pandemica che è più irruente della precedente: sono più di 5milioni e 300 mila i casi di Covid e 138 mila i deceduti. In dodici Paesi l’infezione si riaccende. La variante Delta è presente in 14 paesi, sequenziata lo scorso mese nella repubblica democratica del Congo e in Uganda. A parte le misure di prevenzione c’è bisogno di milioni di dosi vaccinali in più per i quali si devono richiamare al rispetto dei principi di solidarietà, come afferma l’Oms.