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Cambiamento climatico: quale impatto sulla salute?

09 Novembre 2022

Il settore sanitario e ambientale sono strettamente collegati. Come l’inquinamento ambientale incide sullo stato di salute, individuale e pubblica, così anche l’uso di apparecchiature per esami, la gestione dello spreco di risorse e smaltimento dei rifiuti sanitari hanno un loro peso nella società tra i fattori determinanti nel cambiamento climatico.

La normativa deontologica nell’articolo 5 (2014) richiama il medico alla responsabilità nell’«adoperarsi per una pertinente comunicazione sull’esposizione e sulla vulnerabilità a fattori di rischio ambientale e favorisce un utilizzo appropriato delle risorse naturali, per un ecosistema equilibrato e vivibile anche dalle future generazioni».

Nella giornata del 10 novembre alla Conferenza mondiale sul clima, (Cop 27) che si tiene sotto la presidenza egiziana dal 7 novembre fino al 18 a Sharm El-Sheikh, vi sono incontri scientifici. Saranno presentati i risultati del 6 Rapporto di valutazione dagli incontri di studio intergovernativo sul clima (IPCC) delle Nazioni Unite su come accelerare l’azione climatica globale; discussi approcci e nuove soluzioni nella visione olistica one health for all in cui mondo umano, animale e ambientale sono interconnessi e da cui partire per studiare rimedi a patologie zoonotiche, alimentazione non sicura e alla resistenza antimicrobica (Amr); valutati studi di ricerche; descritte le opere realizzate in Africa nel corso di tre decenni di lotta al cambiamento climatico; mostrati l’importanza degli opendata e la reazione delle particelle di polvere nell’essere umano.

Tra gli eventi a margine, la comunità della salute è presente con un fitto programma di incontri per tutto il periodo del Summit in un padiglione dedicato. Tra i temi della giornata di giovedì 10 novembre vi sono l’importanza di un’educazione al cambiamento climatico per gli operatori sanitari su come salvare vite umane, l’avvio di ricerche su rischi e risposte agli impatti climatici sulla salute, gli sviluppi della risoluzione dell’Assemblea delle Nazioni Unite adottata il 28 luglio di quest’anno che riconosce il diritto umano universale ad un ambiente pulito, salubre e sostenibile, anche l’atteggiamento e il pensiero dei medici studenti sull’impatto climatico nella salute e ancora la discussione di soluzioni per una resilienza della popolazione dinanzi ai danni da inquinamento dell’aria, perdita della fauna selvatica, biodiversità e vite umane che gli incendi boschivi arrecano.

Il settore sanitario: il suo ruolo nell’impatto e nella riduzione degli effetti del cambiamento climatico

Milioni di morti all’anno possono essere evitate. L’eccesso per intensità e frequenza di ondate di calore ed eventi meteorologici estremi, influiscono in modo diretto o indiretto sulla salute e sul benessere umano. La federazione dei medici e odontoiatri Fnomceo e l’Associazione medici per l’ambiente (Isd)) in collaborazione con Global Climate and Health Alliance e una trentina di organizzazioni nel mondo ha stilato alcuni giorni fa un documento con alcune raccomandazioni in tema di salute e impatto climatico per il Summit e per il governo italiano, in prossimità del programma del Pnrr in tema di sanità per il 2023. Si intitola Cop27 Health Community Recommendations.

Il documento cita Bressler (2021) che nell’analizzare la mortalità associata all’emissione di CO2 ipotizza che tra il 2020 e il 2100 potranno esserci 83 milioni di morti, dirette dovute all’innalzamento delle temperature e molto di più a fattori indiretti. Da parte sua il settore sanitario contribuisce in ogni paese per il 4-5% delle emissioni globali; per questo motivo può svolgere un ruolo rilevante sia nella mitigazione che nell’adattamento al clima che è cambiato.

Quali sono gli effetti se la mitigazione avviene in diversi settori ― energetico, alimentare e dell’agricoltura ―? Risparmierebbe milioni di morti entro il 2400. I benefici sarebbero riscontrabili nelle condizioni respiratorie e cardiovascolari, nel diabete tipo 2 e alcuni tumori. I lavori di mitigazione e di adattamento al cambiamento climatico proteggono la salute delle popolazioni.

Gli autori suggeriscono un intervento a livello locale per ridurre in modo più incisivo la vulnerabilità e migliorare la capacità di adattamento con l’aiuto delle popolazioni locali e indigene alla guida di tutte le fasi. Si avrà un ritorno di investimento nel dare risposte di tipo sanitario ma anche pertinenti ad altri settori come quello agricolo, energetico, importanti per la nutrizione, il riscaldamento e la cucina.

Il settore sanitario produce il 4-5% delle emissioni globali e può contribuire alla mitigazione del clima. Dalla Cop 26 56 governi si sono impegnati a sistemi sanitari a basso consumo di carbone e sostenibili.

Il bruciamento di carbone fossile inquina l’aria, che inquinata rappresenta una minaccia per la salute; quest’ultima non solo è provata dal carbone ma anche dal petrolio e metano, il cui impatto per quest’ultimo non è per nulla trascurabile. Mentre il carbone nero e l’ozono troposferico sono inquinanti atmosferici pericolosi per la salute il metano è un potente gas serra con un potenziale di riscaldamento ventennale di 84-86 volte più potente del CO2 e globale di un centinaio di anni potente 28-34 volte più del CO2.

Sostengono che migliorare l’aria dal carbon fossile si risparmierebbero 3milioni e 600 mila di vite ogni anno. Un’aria più pulita riduce le malattie associate all’inquinamento ambientale, di tipo respiratorio, cardiovascolari, e alcuni tumori, che ridurrebbero anche i costi per la sanità e aumenterebbe la produttività economica.

Fondi ottenuti dai proventi del carbone fossile dovrebbero venire canalizzati verso un’energia rinnovabile, nuove strategie e protezioni in caso di rischio di impatto climatico. Una equa transizione è da mantenersi. Sono i paesi sviluppati che dovrebbero guidare la fase di eliminazione dell’uso del carbon fossile e fornire un adeguato sostegno ai paesi membri in via di sviluppo per aiutarli a traghettare verso la transizione. Se si paragona il sistema basato sul carbon fossile una transizione energetica e rapida è probabile che risulti in miliardi di dollari di risparmi netti.

Ritengono che possa venir aggiunto nel programma di lavoro sulla mitigazione: «riconoscere la riduzione delle emissioni di gas serra in linea con l’obiettivo dell’accordo di Parigi ridurrà gli impatti del cambiamento climatico sulla salute e anche cederà dei benefici aggiuntivi sanitari compreso l’aria pulita, diete sostenibili e salutari e una crescita dell’attività fisica».

Per poter portare a compimento i progetti di resilienza al clima o sistemi sanitari a basso uso di carbone la maggior parte dei Paesi ha sviluppato delle politiche di adattamento e progetti che purtroppo per il 70% la parte finanziaria è stata ricca di difficoltà. Occorre, affermano, più trasparenza e responsabilità nello sborso dei fondi.

redazione Bioetica News Torino
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