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16 Gennaio 2014
Supplemento Convegno: Bioetica, filosofia e teologia

Primo intervento del moderatore

Rivolgo un cordiale saluto ai presenti ed un sentito ringraziamento alle autorità – il prof. Giorgio Palestro ed il Vescovo Monsignor Cesare Nosiglia – per averci introdotto non solo al tema, ma ai relatori del Convegno.

Enrico Larghero
Responsabile Scientifico
Master Universitario in Bioetica

Da parte mia, in qualità di moderatore, desidero aggiungere alcune riflessioni al fine di introdurvi al clima nonché al senso di questo incontro. La questione che è stata sollevata, e che sottende le tematiche in oggetto, è assai complessa ed anche stimolante sotto svariati punti di vista.
Durante i nostri Corsi di Bioetica abbiamo spesso riflettuto sulle relazioni esistenti tra natura e cultura e sul senso del limite. La sfida di questo Convegno è grande. I relatori che abbiamo invitato approfondiranno queste tematiche, riassumibili nel titolo stesso del Convegno: «Bioetica, Filosofia e Teologia – trascendenza e modelli antropologici per la medicina del XXI secolo».

Le mie riflessioni partono da un dato: sono un operatore sanitario e quindi opero sul campo. La scienza e la medicina hanno posto in essere alcune questioni nuove. Noi, che esercitiamo la professione sanitaria, le viviamo quotidianamente. Le scienze mediche hanno profondamente mutato, non solo dal punto di vista biologico, ma anche antropologico, la dimensione umana.

Il XXI secolo si apre col post-umanesimo, cioè una filosofia che dà seguito ad una concezione della medicina e della scienza completamente diversa. Non a caso, abbiamo definito i modelli antropologici. Ritengo sia questa la grande sfida: come la medicina e la scienza entrano in modo piuttosto energico nelle dinamiche della vita, modificando il bios. Inevitabilmente, ne deriva che anche l’ethos ha delle ricadute e delle modulazioni differenti.

Dunque, trovare il modo di far dialogare la filosofia e la teologia di fronte a queste nuove sfide che la medicina propone è un’impresa sicuramente ardua. Non a caso, l’antropologia medica è divenuta una disciplina a sé stante ed è interessante seguirne l’evoluzione.

La prima relazione è stata affidata al prof. Giovanni Fornero.


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Trascendenza e laicità. Quali prospettive in bioetica

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