La sfida educativa nell’ultimo libro di Johnny Dotti – Mario Aldegani
Educare è diventata una sfida particolarmente pressante al giorno d’oggi. Il forte senso di straniamento, la mancanza di un orizzonte di senso entro il quale collocare il proprio vissuto rende l’atto della costruzione della propria personalità molto più arduo rispetto al passato. Nonostante questa prospettiva all’apparenza poco edificante, non si può assolutamente rinunciare all’atto educativo, specie nei confronti delle nuove generazioni poiché, per queste, educare significa aiutarle a creare il proprio futuro.
L’ultimo libro di Johnny Dotti e di Mario Aldegani, E vedremo cose meravigliose. Riflessioni controcorrente sull’educare oggi (Paoline, 2024), come già ci suggerisce nel sottotitolo, si propone come una voce fuori dal coro delle cassandre: “Che l’educazione sia in crisi è risaputo – scrive l’autore, identificando i motivi di quest’ultima nel fatto che “quest’ultima è spesso slegata dall’esperienza concreta, dall’essenza più profonda della realtà. In un tempo in cui la crescita si identifica per lo più con lo sviluppo tecnico – scientifico e il sapere si confonde con la specializzazione, percorrere la via dell’educazione significa recuperare il rapporto con il tutto, dove teoria e pratica si incontrano. Significa mettere al centro il mistero della persona e le sue relazioni visibili e invisibili”.
Il recupero della dimensione olistica dell’esistenza, che rifugge da ogni riduzionismo e determinismo, che punta sul “vuoto da riempire” inteso non come mancanza strutturale bensì come perenne tensione alla completezza, che l’educare mira a colmare. Compito difficile ma di certo non impossibile, che gli autori provano a proporre e a descrivere tramite un viaggio composto da dieci tappe, dieci parole/concetti: ascoltare, benedire, custodire, condividere, generare, lasciar andare, pensare, raccontare, emancipare ed imparare. Dieci pietre miliari che proiettano l’atto educativo, la responsabilità morale dell’adulto nei confronti delle generazioni future, verso un futuro meno incerto e vissuto con più consapevolezza, anche perché – concludiamo con le parole degli autori “L’educazione non è mai l’intenzione di un singolo: è la dimensione culturale, politica e spirituale di una comunità”.
© Bioetica News Torino, Luglio 2024 - Riproduzione Vietata