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37 Gennaio Febbraio 2017
Speciale Convegno Ecologia integrale e Salute

Il Libro «Uova d’oro. L’eugenetica… » di Brambilla G. – Faggioli F.

Quale idea di società, e con essa di uomo e donna, ci si immagina, di vivere nel futuro? O meglio, per quale visione antropologica si sta ponendo le basi in Occidente?  

Può destare meraviglia o sconcerto il mondo fantascientifico descritto dal famoso scrittore inglese del Novecento A. Huxley in The Brave New World. Ad un modello di società ideale simile potremmo comunque rispecchiarci un giorno, dove «gli uomini e le donne perfette potranno venire concepiti e prodotti in provetta sotto il costante controllo di un ingegnere genetico e, da adulti, occupare nella società ruoli diversi in base alla qualità prestabilita dalla combinazione genetica decisa prima del concepimento». Così Giorgia Brambilla, bioeticista e teologa morale, e Fabio Faggioli, laureato in Giurisprudenza e Scienze religiose, prefigurano (con timore) il nuovo orizzonte umano con “gli Adamo ed Eva del futuro”, o Superman e Wonderwoman, o “individui geneticamente modificati”, nel loro recente saggio intitolato Uova d’oro. L’eugenetica, il grande affare della salute riproduttiva e la nuova bioschiavitù femminile (Editori Riunti University Press, 2016, pp. 210, € 19,00). La proiezione di una società nella quale le “persone” sarebbero «immuni dalle malattie, vivrebbero più a lungo, avrebbero una durata della vita maggiore, un rallentamento dei processi di invecchiamento, una protezione dai fattori inquinanti, nell’ambito lavorativo sarebbero più resistenti, in quanto meno soggetti a rischi sanitari professionali, e contribuirebbero a ridurre i costi dell’assistenza sanitaria».

Gli Autori presentano i presupposti etici e le questioni etiche e antropologiche che il presunto diritto di avere un figlio e sano («eliminando quello malato») con l’uso delle tecniche di Pma e di diagnosi preimpianto comporta e desta nel dibattito del panorama sociale attuale. Con un’analisi critica sviscerata attraverso una copiosa documentazione specialistica nella terza parte del volume  si giunge a delineare l’esistenza di un pensiero eugenetico radicato nel tempo verso i più fragili della società, teso con l’avanzare delle bioscienze a “produrre” un uomo perfetto”, però «circa il quale nessuno è in grado di dire cosa effettivamente conserverà della propria umanità».

Brambilla e Faggioli ripercorrono le tappe storiche dell’eugenetica classica e della genetica liberale (quella odierna) nella prima parte del volume avendo cura di darne un resoconto accurato proveniente da consistenti studi e documentazione e ricco di riflessioni etiche all’interno di un ampio inquadramento sociale, storico, scientifico e filosofico. L’ideologia dell’eugenetica approda nell’ambiente anglosassone ottocentesco con Galton che la eleva a “scienza per migliorare la specie umana” ed è il fondatore delle prime società eugenetiche, l’Eugenics Education Society che annoverò importanti figure da L. Darwin agli influenti economisti Beveridge  e Keynes. Le sue idee si diffonderanno sul fronte americano con altrettanti  importanti centri. Si apprende che criminalità e  povertà nell’Inghilterra vittoriana determinano la prima spinta ideologica verso la selezione degli “adatti”, poi negli anni successivi il problema del disagio mentale causerà la segregazione sessuale, il Mental Deficiency Act del 1912  su iniziativa di una donna Ellen Parker Pinsent, e  la sterilizzazione di  9 mila persone negli Usa  tra il 1907 e il 1928.  Lo spartiacque tra le tappe è segnato dall’epoca nazista e gli Autori  pongono una riflessione:  «L’eugenetica cessa di esistere se a decidere le caratteristiche umane non è più lo stato con i suoi pseudoscienziati, che passano il tempo a studiare agli alberi genealogici delle famiglie borghesi, oppure continua ad esistere anche se tale attività selettiva è svolta in prima persona dai genitori?».

La seconda parte concerne proprio l’eugenetica liberale, che si differenza dalla classica per il modo: «non già attraverso programmi massificati, ma appoggiandosi alla (apparente) libera scelta individuale, che poi qualche esperto di marketing si incaricherà di indirizzare in modo (apparentemente) non coercitivo, ma non per questo meno efficace».  È una  carrellata di dati statistici con commenti e riferimenti a numerose fonti documentarie con cui si evidenzia una relazione tra l’uso di anticoncezionali e l’aborto in Usa  in Italia, nel Regno Unito e  in Francia, e  presenta  strategie  finanziarie  e  interessi economici che gravitano attorno al mondo della  “salute  riproduttiva della donna”,  sia nell’interruzione di gravidanza e  nell’uso di anticoncezionali  sia nel diritto ad figlio desiderato  tramite le diverse tecniche di procreazione medicalmente assistita da IVF, crionservazione di ovuli,  donazioni di ovuli fino alla maternità surrogata o GPA.  L’attenzione alla salute  viene posta dagli Autori informando dei rischi a cui la donna può andare incontro  ricorrendo a  tali trattamenti e sulla recente mercificazione del corpo di persone, generalmente povere,  a macchina – umana  per fornire «ovuli, ricercatissimi, appunto “d’oro”  (o uteri)  per i ricchi occidentali».

È un libro usufruibile non solo per gli addetti ai lavori, proprio in virtù della chiarezza espressiva con cui vengono  trattate e approfondite a tutto tondo problematiche etiche sul tema della pianificazione familiare  e della riproduzione assistita. C’è ancora tempo di riflettere prima di proseguire lungo  un cammino di vita − forse di non ritorno −, dominato del tutto dalla tecnoscienza, dove l’uomo non troverà né libertà né pace, sembrano suggerire sullo sfondo le centinaia di pagine lette.  Sembrerebbe così. La  professoressa Giorgia Brambilla e il dottore Fabio Faggioli scrivono in quarta di copertina  di «Uova d’oro»: «Noi abbiamo cercato di difendere l’umano; le conclusioni dovrà poi tirarle il Lettore».

 


 

Brambilla G., Faggioli F., Uova d'oro, Editori Riuniti University Press 2016, copBRAMBILLA G., FAGGIOLI F.
Uova d’oro
L’eugenetica, il grande affare della salute riproduttiva
e la nuova bioschiavità femminile
Editori Riuniti University Press, Rm 2016, pp. 210
€ 19,00

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